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June 20, 2019

Glitch & Data di Simon Perathoner a Ortisei

Francesca Fattinger

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Ma se queste poche frasi non fossero altro che lo specchio di quello che stiamo diventando? Se davvero, come pensa lo storico dell’arte e filosofo francese Georges Didi-Huberman, fosse sempre utile domandarsi di che cosa sia immagine un’immagine? 

Forse è proprio grazie alle opere di Simon Perathoner, gardenese atipico, che non lavora il legno ma i codici digitali, che discutiamo di come la nostra dipendenza tecnologica stia trasformando il nostro modo di vedere, di pensare, di fare arte, e in generale di vivere. Le sue opere sono un’immagine dell’immagine che ci facciamo della nostra realtà, ma è quell’immagine più vera della realtà stessa? O come scrive la curatrice, Camilla Martinelli, è una di quelle che chiamavamo realtà parallele, ma adesso non sono più tali, essendo tutte altrettanto reali?

Forse la risposta è semplicemente che viviamo all’interno di un Super Mario World e non ce ne rendiamo conto. E probabilmente lo scopriremo solo chiamati come pubblico a interagire con il lavoro di video game art di Simon Perathoner che proprio di questo mondo parla. Con questa opera lavorerà anche Hannes Egger, nostra vecchia conoscenza, che in occasione dell’inaugurazione di venerdì 21 giugno alle ore 20:30, presso il Circolo Artistico e Culturale di Ortisei, ne farà una speciale introduzione performativa.

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Simon Perathoner lavora essenzialmente utilizzando il medium fotografico, ma essendo la sua una riflessione sulla codifica e la transcodifica delle immagini, le sue opere, sebbene abbiano a che fare con la fotografia, apparentemente sembrano distanziarsene. Il problema è proprio che a lui interessa come la macchina fotografica agisce, come trasforma l’intuizione e il gesto dell’artista in altri codici, altre forme, altri linguaggi. È così che delle 5047 fotografie che l’artista ha scattato di Torino non ne potremmo vedere nemmeno una, perché sarà esposto solo l’hardware che le contiene: “Brain_Equivocation/Turin” è un’opera sigillata sotto vetro che sigilla a sua volta tutte e 5047 le fotografie, le nasconde ai nostri occhi, proteggendole dentro di sé.

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E succede anche che la “Vista da Rasciesa del Sassolungo innevato in una giornata di sole d’inverno – Val Gardena” sia così diversa da come ce la saremmo aspettata, perché più ci si avvicina più si capisce che quello che da lontano poteva sembrare un paesaggio innevato ne nasconde invece una traduzione in linguaggio binario, una sequenza fatta di 1 e di 0 che si ripetono, e si ripetono, e si ripetono ancora… apparentemente all’infinito, creando una costellazione che non è altro che un’altra versione di cosa sia davvero la fotografia.

Per un artista che fa del glitch, ossia di un errore imprevedibile nella sequenza di codici, uno dei suoi linguaggi espressivi c’è da aspettarsi proprio di tutto… andiamo a curiosare dal 21 giugno presso il Circolo Artistico e Culturale di Ortisei, con una pausa tra il 5 e l’8, fino al 21 luglio. Il 9 luglio, trasformazioni in arrivo, avverrà un cambio espositivo ed alcune opere andranno a prendere il posto di altre!

Foto: cortesia dell’artista Simon Perathoner

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