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May 24, 2019

Microfono, orecchie e cuori aperti: arriva Sidewalk Trento e Bolzano

Francesca Fattinger

Un microfono amplifica la voce, alzandola e spargendola, permettendo di raggiungere le orecchie di tante persone. La libertà di espressione in qualsiasi linguaggio artistico è un nostro diritto. Esprimersi di fronte a un pubblico è un atto di coraggio e dà coraggio a chi ascolta e a chi sale sul palco. Un microfono aperto vuol dire che ognuno ha questa possibilità. (…)

Queste le prime righe della mission del collettivo Sidewalk Trento che Nicole Fersko e Deborah Ciccorelli hanno fondato lo scorso ottobre per dare spazio e voce a tutti coloro che vogliono salire sul palco ed esprimersi in ogni linguaggio vogliano utilizzare: dalla lettura, al canto, alla musica, alle performance…
Sidewalk attraverso le sue serate di “Open Mic” (microfoni aperti), che ormai da mesi stanno colorando la città di Trento e da poco anche di Bolzano, creano uno spazio di fiducia, calore e intimità in cui ci si sente accolti e liberi di esprimere quello che durante la nostra frenetica vita quotidiana non abbiamo la possibilità di dire e soprattutto di far ascoltare!

02 ph. Cristina Ghimp

Ho intervistato Nicole e Deborah che ci racconteranno più nel dettaglio che cosa significa davvero Sidewalk, da dove viene l’idea di fondarlo a Trento e come stanno proseguendo e proseguiranno i loro progetti.

 Nicole, come è nata l’idea di realizzare un Open Mic a Trento?

 Nel 2017 mi sentivo molto persa nella mia vita e ancora più persa a camminare per le strade di Parigi, una città in cui mi ero appena trasferita per un breve periodo. Non conoscendo il francese mi sentivo incapace di comunicare con la comunità. Una mia amica, Maysan Naser, mi ha invitato ad un Open Mic gestito da Paris-Lit-Up al bar Culture Rapide. Fuori da quelle porte tutto sembrava estraneo, freddo e alienante, mentre dentro sentivo un immediato senso di calore e di casa. Quando vedevo gli estranei salire sul palcoscenico ed esprimersi in diverse forme e linguaggi artistici, attraverso la poesia, il teatro, il canto, gli strumenti, la commedia o performance di qualsiasi tipo. Ad un certo punto in quella notte ho avuto il coraggio di stare di fronte al pubblico e leggere alcune delle mie poesie, che erano state ascoltate solo da me per molti anni. 

06 ph. Cristina Ghimp
Essere su quel palco era spaventoso e mi sentivo esposta, ma mi sentivo anche incoraggiata dalla folla. La mattina dopo la sensazione non è andata via, e sapevo che volevo già tornare al prossimo microfono aperto. Alla fine mi è stato chiesto di essere la feature della serata, il che significava invece di avere 5 minuti sul palco, avere una mezz’ora tutta per me. Di nuovo, ero terrorizzato, ma sapevo che volevo farlo per sentirmi responsabilizzata. Dopo quel momento ho capito che questo sentimento non lo volevo tenerlo solo per me, ma che volevo portare questa opportunità anche nella mia città natale, Trento. Volevo creare questa comunità per le la città perché sentivo che c’era bisogno di uno spazio per l’espressione del sé. Ho avuto l’idea nella mia mente per due anni dopo quel momento, e contemporaneamente avevo seguito Sidewalk Beirut, il primo microfono aperto a Beirut, in Libano, che la mia amica Maysan aveva fondato nel 2017. Ispirata dal modo in cui prendeva vita l’iniziativa, ho deciso consultarmi con lei su come finalmente iniziare questa realtà a Trento. 
Ma da sola sapevo che non potevo farlo. Nel 2018 ad agosto ero seduta in un bar a Trento sorseggiando un caffè e Deborah, una mia amica che avevo incontrato in una classe di mindfulness,stava passando e le ho chiesto di unirsi a me. Stavamo parlando dei nostri piani per il futuro e avevo accennato al microfono aperto e lei è stata subito entusiasta e ho detto che voleva iniziare questa avventura con me. 
Penso che in quel momento senza rendermi conto stavo proprio cercando qualcuno con cui credere nel progetto. Da quel giorno abbiamo lavorato e il progetto è nato: a ottobre 2018 abbiamo lanciato Sidewalk Trento e ad aprile 2019 Sidewalk Bolzano!

01 ph. Giacomo Fiani

 Deborah, quando Nicole ti ha raccontato di Sidewalk Beirut cosa hai pensato? Com’è nata l’idea di essere co-fondatrice del collettivo?

 Ricordo ancora il luogo  in cui abbiamo deciso di creare questo progetto. Quando Nicole mi ha raccontato di Sidewalk Beirut, della loro mission e di come ci si sente a partecipare da feature ad un Open Mic ho pensato “Wow, sarebbe fantastico creare una realtà simile qui a Trento! Sarà una grande sfida ma anche una bella opportunità!” Ho scelto di essere co-fondatrice del collettivo perché credo fortemente nel potere che l’arte e la libertà di esprimersi davanti a qualcuno ha negli esseri umani. In un clima accogliente e intimo ogni persona con il giusto incoraggiamento può esprimere la propria voce e far “fiorire” i propri talenti, essere ascoltato ed ispirare altri a fare lo stesso.

 Cosa significa per te Open Mic in tre parole? Perché sono importanti proprio queste tre?

 Tutte le forme di espressione sono benvenute, coraggio e umanità.Tutte le forme di espressione sono benvenute perché Sidewalk è uno spazio onnicomprensivo, in cui non ci sono limiti alle forme di espressione che si possono portare. Coraggio, perché il coraggio è un effetto domino. Ho visto che più persone vanno sul palco, più sono quelle che le seguono. Umanità perché, per chiunque sia stato agli Open Mic, sa che è uno spazio e un momento in cui diamo lanostra attenzione agli altri, ascoltando e sostenendo e incoraggiando chi si esibisce. Sidewalk crea anche molte collaborazioni tra diverse persone e forme d’arte.

03 ph. Cristina Ghimp

E per te Deborah?

Se penso a tre parole da associare all’Open Mic direi: condivisione, ispirazione, fiducia. Mi piace immaginare la performance di chi si esibisce come ad un processo: vai sul palco con tutte le tue ansie e paure, fai questo atto di coraggio dove doni agli altri parte del tuo mondo e della tua arte, questa condivisione ispira altri a fare lo stesso, a creare prodotti artistici da condividere a loro volta, aprirsi e avere fiducia che ciò che donano sarà a loro volta ispirazione per altri creando così questo circolo virtuoso.

Abbiamo sempre più bisogno di comunicare, esprimerci ma anche imparare ad ascoltarci e i vostri Open Mic ne sono uno stupendo esempio; ma le cose funzionano solo se si collabora insieme ad altri. Nicole hai voglia di parlarci di chi sta dietro le quinte?

Sidewalk è fatto di persone e senza persone che vengono e ascoltano, eseguono e aiutano ad organizzarlo, sarebbe impossibile far accadere qualcosa. 
Il team di Sidewalk è composto da persone diverse, ognuno porta qualcosa di utile e prezioso per far crescere questa comunità. Abbiamo tutti lo stesso obiettivo in mente per questo collettivo: dare alle persone spazio, rispetto per la libertà di espressione: la persona viene prima di tutto! In effetti, ogni volta che qualcuno è la prima volta sul palco, mostriamo sempre molto incoraggiamento e sostegno. Così come per le persone che si sono esibite anche prima. Penso che tutti si sentano veramente bene a far parte di qualcosa che tocca i cuori delle persone e li apre. Penso che come esseri umani abbiamo la tendenza ad essere troppo dentro di noi, e ascoltare veramente gli altri è quasi come un’esperienza fuori dal corpo, perché non sei più solo in te stesso ma stai vivendo questa esperienza di grande unione con gli altri.

ph. 03 Cristina Ghimp

 Deborah, vorresti invece raccontarci come avete preso contatto con i locali e con le altre associazioni con cui avete collaborato per i vostri eventi?

 Quando io e Nicole abbiamo deciso di creare il collettivo, abbiamo pensato a quali locali a Trento potessero essere più adatti ad ospitarci. Ci abbiamo messo un paio di mesetti a concretizzare il tutto, sia a causa di impegni personali, sia per le insicurezze che accompagnano ogni nuovo progetto che si decide d’intraprendere. Abbiamo parlato a Marco della Bookique del progetto, lui ha creduto in noi e ci ha dato carta bianca, sia su come organizzare la serata, sia sull’utilizzo delle attrezzature come casse, cavi e quant’altro. Il resto è venuto da sé: il primo Open Mic è stato un successo e da lì abbiamo poi avuto il piacere di conoscere i ragazzi del Poetry Slam che sono molto attivi a Trento e ben disposti a collaborare con nuove realtà del territorio, grazie a loro abbiamo anche collaborato con Emergency Trento. Abbiamo poi deciso di aumentare gli appuntamenti mensili e di appoggiarci anche al Cafè de la Paix, anche loro si sono dimostrati ottimisti e felici di collaborare.

 

Quindi Nicole quali sono i programmi futuri di Sidewalk?  

L’obiettivo di Sidewalk fin dall’inizio è sempre stato quello di crescere e continuare a crescere. Quindi, puntiamo a far sì che Sidewalk cresca in diverse città. A Beirut in appena un anno sono comparsi più di tre Sidewalk. Siamo molto interessate a collaborare con altre realtà e a creare quante più occasioni possibili per invitare nuove persone a un Open Mic. Siamo molto orgogliose e felici di annunciare che parteciperemo a Trento a maggio al Poè il Festival della parola. 

06 ph. Cristina Ghimp

E tu Deborah, come speri che proseguirà il percorso di Sidewalk? Qualche sogno nel cassetto?

Sono molto felice di come stia piacendo il progetto e di quanto sia partecipato. Spero che la nostra idea ispiri altre persone a creare realtà simili anche in altre città come Sidewalk Beirut ha ispirato noi. Spero che questo progetto crei sempre più network tra artisti, associazioni, musei ecc..
Speriamo inoltre di riuscire ad esprimere quante più possibili forme artistiche e di far conoscere artisti, progetti e realtà presenti sul territorio.
Il mio sogno nel cassetto è riuscire ad utilizzare questo collettivo anche come strumento per affrontare importanti tematiche sociali come ad esempio la libertà di espressione, l’integrazione culturale, la tutela dei diritti umani, in quanto credo nel potere salvifico dell’arte e nel potere che essa ha nel creare spazi di introspezione e autoanalisi, dove poter sensibilizzare anche su queste problematiche sociali.

Ph. Cristina Ghimp e Giacomo Fiani

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