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April 19, 2019
Villa Freischütz: a Merano, tra storia e bellezza
Mauro Sperandio
Come una vera signora, la città di Merano accoglie chi la incontra con non affettata cortesia, interessanti argomenti e bellezza, quest’ultima qualità nel senso più vasto e apprezzabile. Se la città si presenta amabile è perché in essa si ritrovano evidenti cammei del suo glorioso passato, storie che hanno come protagonisti architetti, artisti e imprenditori del posto, ma anche uomini e donne di cultura e arte, che scelsero Merano come luogo di villeggiatura o residenza. È senz’altro vero che i nostri tempi vedono una città vivace e curata, “turisticamente appetibile” e un sempre vivace fermento artistico, ma è innegabile che le storie e i tesori che la città lungo il Passirio custodisce attraverso i secoli ne sanciscano il fascino.
La bellezza di questa città e della rigogliosa natura che la circonda e la compenetra, senza dimenticare lo storico ruolo di centro termale, hanno attirato nei primi del ‘900 numerose famiglie della buona borghesia europea e non solo. Tra queste, meritevole di essere citata per il “dono” che alla città ha lasciato, vi è quella di Franz Fromm, commerciante di vini prussiano, ma abitante a Barcellona, che giunse nel 1905 a Merano per la villeggiatura.
Fromm, rimasto vedovo nel 1904, e i suoi quattro figli si innamorarono della città tanto da ritornarvi per vari inverni e fino a decidere di trasferirvisi. Dopo vari cambi di dimora, nel 1921 la famiglia Fromm acquistò un lussuoso edificio, costruito secondo gli stilemi dell’Heimatschuzstil ed immerso in un grande parco: Villa Freischütz, a Maia Alta. Qui Franz trovò un’accogliente casa, ma anche il degno spazio per la sua ricca collezione di arte e artigianato di un po’ tutto il mondo: mobili antichi, quadri, sculture sacre, preziose tabacchiere, japonaiserie e stoffe pregiate popolarono le stanze della villa, diventando oggetti di uso comune, “trofei” da ostentare e meraviglie da godere.
A dispetto delle inquietudini che segnarono lo scorso secolo e in controtendenza rispetto a molte storie famigliari, la collezione, che negli anni ha continuato ad arricchirsi, è arrivata integra ai giorni nostri. A Rosamaria Navarini, nipote di Franz, e alla fondazione da lei costituita per testamento, dobbiamo la possibilità di ammirare oggi Villa Freischütz e il tesoro che custodisce. Dopo un attento lavoro di catalogazione e restauro, la prima casa museo di Merano si mostra ora in tutto il suo ricercato splendore, offrendo a chi la visita un intreccio di storia, non solo famigliare, arte e umanità.
Foto: @ Fondazione Navarini-Ugarte
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