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April 3, 2019

La visione poetica di Guido Guidi
in mostra al Fotoforum

Text Claudia Preziuso
Photography Nina Harrasser

Dopo le interessanti mostre di artisti emergenti, Foto-Forum ospita un gigante della fotografia italiana: Guido Guidi. Il fotografo di Cesena non ha bisogno di presentazioni. Artista di fama internazionale e docente universitario, è stato tra i primi in Italia a fotografare il paesaggio marginale, ispirandosi ai New Topographics, e a prestare attenzione ai non-luoghi, a quell’architettura non aulica che egli ama definire come “vernacolare.”

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La galleria Foto-Forum ha il merito di riportare in mostra alcuni suoi lavori, che mancavano in Alto Adige da ormai diversi decenni. E lo fa attraverso una selezione di tre diversi progetti. La prima serie è tratta daThe Atlantic Wall, uno studio storico-architettonico che ha mappato l’immane progetto nato e mai concluso durante la seconda guerra mondiale di costruzione di una fortificazione che va dai Pirenei fino a Capo Nord, contando dodicimila costruzioni per un’estensione di quasi seimila chilometri lungo la costa atlantica. DSCF3124Gennaro Postiglione, professore di architettura al Politecnico di Milano e direttore del progetto, spiega durante l’inaugurazione della mostra di aver commissionato a Guidi nel 2005 la documentazione fotografica di alcuni di questi bunker, che è possibile incontrare sulle spiagge della Bretagna e della Norvegia e che si distinguono non soltanto per essere atopici, ma soprattutto perché mostrano una certa monumentalità: blocchi massicci di cemento, ideati per svolgere un’unica funzione e mai veramente terminati, sono oggi un indefinito, una forma assoluta, qualcosa di estraneo al paesaggio ma che oggi appartiene ad esso. Negli scatti di Guidi questi giganti di cemento, queste strutture inattive, depotenziate, i cui interni scarni sono dotati di una sola feritoia che punta all’orizzonte, riscoprono una nuove luce, un significato inedito, quello che soltanto un poeta sa disvelare.

DSCF3111La fotografia di Guidi, caratterizzata da un tocco delicato, mai invadente, non enfatizza ciò di cui parla, ma piuttosto se ne prende cura; essa rivela l’oggetto nelle sue dinamiche con lo spazio circostante, mostrando come risponde ad una certa luce del giorno, rivelandone le crepe del tempo, in definitiva restituendo l’oggetto a ciò che esso mutevolmente è, a ciò che l’occhio di volta in volta semplicemente vede. Ed è in questa prospettiva che il fruitore è invitato a osservare gli scatti del secondo progetto in mostra, quello dell’Usine Claude-et-Duval, che ha portato Guidi nel 2003 a fotografare l’unico edificio industriale progettato da Le Corbusier.

DSCF3083Ma è forse l’ultima serie in esposizione nella sala superiore del Foto-Forum a suscitare l’emozione maggiore. Si tratta di un progetto personale che ha impegnato Guidi per dieci anni nel fotografare La Tomba Brion, lo straordinario monumento funebre realizzato da Scarpa per l’industriale Giuseppe Brion, fondatore della celebre Brionvega. Impossibile tralasciare i riferimenti biografici che legano Guidi a Scarpa, questi fu suo professore alla facoltà di architettura e il fotografo non nasconde il debito intellettuale al maestro. È forse questa la ragione che ha spinto il fotografo a dedicare tanto tempo a questo oggetto, ad alzarsi di notte per raggiungere dopo diverse ore di viaggio la piccola località trevisana dove sorge il monumento, per catturare sempre nuovi dettagli, osservare l’oggetto da prospettive sempre diverse, mai definitive perché per Guidi la fotografia non è mai conclusa. A raccontarlo in occasione dell’inaugurazione è stato Guido Pietropoli, attraverso una breve e intensa relazione, in cui ha spiegato come lo sguardo di Guidi restituisca l’oggetto sotto luci e forme inedite, incuranti del progetto architettonico, ma capaci di cogliere aspetti nuovi, accettando le dominanti perché “lui vede ciò che vede, mentre noi vediamo ciò che pensiamo”. 

DSCF3056In conclusione, la galleria Foto-Forum mette a segno un bel colpo, offrendo al pubblico una mostra di spessore, arricchita da un’inaugurazione di qualità. Le relazioni di Postiglione e Pietropoli hanno indirizzato lo sguardo del fruitore, e la videochiamata preparata dagli organizzatori con Guido Guidi ha sopperito egregiamente all’assenza in persona dell’artista. Se vi siete persi la presentazione e il buffet dell’inaugurazione, non temete, avete tempo fino al 5 maggio per scoprire la visione fotografica di un poeta dello sguardo.

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