Josef

January 22, 2019

Lumen, la montagna fotografata
in cima al Plan de Corones

Text Claudia Preziuso
Photography Nina Harrasser

Quando ormai la salita in cabinovia termina la sua corsa, ecco apparire un edificio in muratura con una grandissima finestra al cui interno si intravede qualcosa che sembra ricordare l’otturatore di una gigantesca macchina fotografica, sulla destra una terrazza spettacolare sembra poggiare nel vuoto: eccoci al Lumen, il nuovissimo museo della fotografia di montagna. In cima al Kronplatz bisogna percorrere solo qualche metro a piedi per varcare l’ingresso e per i più pigri non c’è da temere, un tapis roulant è pronto ad assicurarvi la risalita. La struttura è ampia e luminosa, grandissime finestre che si affacciano sullo straordinario panorama delle Alpi lasciano filtrare i giochi di luce che solo certe altitudini sanno regalare.lumen (c) nina harrasser DSCF2798

Si consiglia di iniziare la visita prendendo l’ascensore e raggiungendo il terzo ed ultimo piano perché il viaggio espositivo comincia proprio in cabina dove dietro un vetro scorrono le immagini di una montagna che simulano la salita in vetta: lo spettacolo è iniziato. Il Lumen, infatti, non è soltanto un museo tradizionale dedicato a un tema specifico, ma ospita al suo interno attrazioni capaci di intrattenere il pubblico più eterogeneo. Grazie alla partnership con TAP e con la fondazione Alinari il Lumen può vantare un’ampia documentazione fotografica del territorio, disponendo di preziose immagini scattate nell’arco di un secolo.

lumen (c) nina harrasser DSCF2854Uno dei percorsi offerti dal Lumen è, per l’appunto, quello propriamente fotografico che racconta dell’evoluzione della fotografia di montagna, con il progresso delle tecniche fotografiche, in parallelo alla storia dell’alpinismo e delle ragioni che conducono l’uomo sulle cime del mondo. L’allestimento della mostra punta interamente sull’interattività in modo da coinvolgere il pubblico più eterogeneo, quello che raggiunge il Plan de Corones con addosso la tuta da sci.

Da non perdere l’esperienza in volo a poche nuvole di distanza dalle Dolomiti, da fare comodamente seduti in poltrona indossando un visore vr. La storia della montagna conosce poi all’interno del Lumen tre declinazioni. A spiegarcelo è Thina Adams, direttrice del museo, che ci accompagna in ogni sala illustrandoci il progetto. La montagna è osservata da uno sguardo politico, sacro e pubblicitario. lumen (c) nina harrasser DSCF2845Ma il Lumen non è soltanto un archivio della storia della fotografia, apre invece al contemporaneo, ospitando, ad esempio, i lavori del fotografo e alpinista Heinz Zak e di una figura fuori dall’ordinario come Kurt Moser, e promettendo di rinnovarsi ad ogni stagione. Per stupire i visitatori non mancano infine sale spettacolari: la “sala degli specchi” e la “stanza dell’adrenalina”. La prima è un’installazione che vuole disorientare lo spettatore, il quale prima si perde nel gioco dei riflessi il cui rimando procede all’infinito, per ritrovarsi infine avvolto in piacevoli atmosfere generate da foto di paesaggi di montagna che si moltiplicano rifrangendosi sugli specchi. lumen (c) nina harrasser DSCF2958La stanza dell’adrenalina porta invece la firma di Red Bull Illume: si tratta di un cubo dove schermi disposti ovunque, sulle pareti, sul soffitto e sul pavimento, proiettano le foto del più grande contest fotografico dedicato agli sport senza limiti, ritraendo atleti in situazioni estreme, il tutto arricchito da giochi di luci e dal sottofondo di una musica adrenalinica.

lumen (c) nina harrasser DSCF2884

Infine, un po’ defilata rispetto alla struttura principale, si schiude l’ambiente forse più magico del complesso: una stanza nella penombra, al primo passo spoglia e fredda, le cui mura sono quelle della vecchia stazione a monte della funivia di Plan de Corones, attiva negli anni sessanta. Conservata nella sua veste originaria, la stanza ospita un otturatore gigantesco che chiuso non è altro che uno schermo che proietta video sulla montagna, e quando lentamente si apre, come il diaframma di una macchina fotografica, ecco aprirsi una finestra sullo spettacolo sempre meraviglioso delle Alpi.

lumen (c) nina harrasser DSCF2823

La forza del Lumen risiede quindi non soltanto nella sua collocazione eccezionale: a 2265 m, sulla cima di uno dei comprensori sciistici più rinomati in Alto Adige, ma nella sua versatilità. Grazie alla collaborazione con partner internazionali di fama mondiale come National Geographic e Red Bull Illume, potendo godere del raffinato ristorante Alpinn che sposa la filosofia e il progetto culinario di uno degli chef più brillanti di sempre come Norbert Niederkofler, il Lumen è un progetto di sicuro effetto e che ha tutto il potenziale per fare della Val Pusteria un luogo di cultura oltre che di turismo.lumen (c) nina harrasser DSCF2853

Considerando che lo spazio espositivo dedicato a Messner deve ancora aprire i suoi battenti, potremmo ridefinire questo museo come il “Lumen experience”. La visita è finita, non resta che attraversare la sala e ed entrare nell’elegante e panoramico Alpinn, ma questa è un’altra storia.

Fotografie: Nina Harrasser

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