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December 19, 2018

Nathalie Djurberg e Hans Berg al Mart di Rovereto

Francesca Fattinger

Pronti, attenti, via, ed eccoci – siamo catapultati in un sogno (o un incubo). Un mondo surreale fatto di straniamento e fantasia, animali fantastici e colori, tanti colori, buio e luce, caverne e animazione. Un frullato di surrealtà, incubi e inconscio. Un totale disorientamento tra realtà e finzione: “un viaggio nel fango e nella confusione con piccole boccate d’aria” come si legge nel titolo.

Questa è la mostra che ci aspetta fino al 27 gennaio 2019 al Mart di Rovereto. Una mostra di Nathalie Djurberg e Hans Berg, curata da Lena Essling e Gianfranco Maraniello, e prodotta dal Moderna Museet in collaborazione con il Mart e la Schirn Kunsthalle di Francoforte. Si tratta della mostra più ampia mai organizzata dedicata al duo svedese che, consacrato con il Leone d’Argento alla Biennale di Venezia del 2009, è ormai conosciuto internazionalmente.
Entrambi svedesi ed entrambi nati nel 1978 hanno unito le proprie esperienze artistiche dando vita a videoinstallazioni in cui le tecniche tradizionali si uniscono alle nuove tendenze e grazie alle colonne sonore composte da Hans Berg si arricchiscono di ulteriori significati.

La mostra si apre con una parete interamente occupata da un testo, che sovrasta lo spettatore, che sembra volerlo intimorire, ma alla fine non è che un elogio. Una celebrazione del nostro essere imperfetti, sporchi, sbagliati, peccatori, del nostro vivere la vita come un’incessante catena di sbagli, ma pur sempre a viverla, a sporcarla con le nostre scarpe infangate, a perderci nei nostri incubi e nelle nostre visioni.

New Museum_Djurberg_2012_benoit_Pailley 

Ed ecco che alla soglia ci attende l’apertura di un nuovo mondo, fatto di uccelli, uno stormo di uccelli disparati che sfilano come modelle su una passerella illuminata solo per loro. Colli allungati in modo improbabile, becchi grandi e minacciosi e colori accesi e onirici. Sono sculture fatte di materiali semplici, come argilla, fil di ferro e tela dipinta, che ci rappresentano più di quanto possiamo o vogliamo intendere: hanno pose quasi umane, seppur grottesche, e parlano dei nostri difetti più che di quelli del mondo animale. Infatti nello sfondo vediamo immagini che mettono in scena le nostre vulnerabilità: tra lotta di potere e ricerca di equilibrio.

 Nathalie Djurberg & Hans Berg We Are Not Two, We Are One, 2008

Vediamo a questo punto già le prime animazioni realizzate dalla Djurberg, in cui crea cortocircuiti tra scenari violenti e scene buffe, sempre a cavallo tra la risata e la paura, tra l’ossessione, l’umorismo e l’orrore. È la metamorfosi, una trasformazione sempre immanente, la tematica centrale, sia che faccia rapportare il mondo animale e quello umano sia che abbia come tematica stereotipi e debolezze umane. Cosa succede se un momento familiare e intimo come un incontro tra padre e figlie si trasforma in un ambiguo gioco tra punizione e gelosia? Succede che la paura e il disagio cresce cresce e cresce  fino a un culmine in cui non si può che sfociare nell’assurdo. Questo il tema di Florentin, uno dei video esposti. Perché come scrive Lena Essling, curatrice al Moderna Museet, è solo “l’ironia che ci permette di osservare situazioni delicate e di sofferenza in un modo contemporaneamente distaccato e vicino”.

Nathalie Djurberg & Hans Berg Once Removed on My Mother's Side, 2008

E poi ormai incatenati a questo viaggio surreale proseguiamo il nostro percorso ed entriamo in una caverna primitiva in cui trovare riparo, o almeno credere di trovarlo. Ma la caverna si trasforma di nuovo in uno spazio per la proiezione di animazioni e di immagini che non sono affatto rassicuranti: mettono in scena una madre obesa che soffoca la piccola figlia per sbaglio o un essere ambiguo, metà ragazzo e metà lupo, che non riesce a controllare i suoi impulsi.

 Nathalie Djurberg & Hans Berg Worship, 2016

Arrivati a questo punto del nostro viaggio è ora di riposare e possiamo farlo in una camera comoda foderata di morbida moquette dove un’installazione musicale opera di Hans Berg ha ispirato l’aggiunta di una sorta di arazzo mobile di immagini fluide e astratte.
Ancora molti sono i video e le opere in mostra in cui personaggi che sembrano recuperati dal nostro immaginario favolistico creano atmosfere surreali in cui i labirinti del nostro inconscio si animano e si incrociano a quello delle figure messe in scena. Tra le opere più recenti un piccolo gruppo di sculture Su con la vita – sì, siete deboli e sì, la vita é dura in cui un gruppo di animali in festa attorno a un tavolino festeggia con cibo, bibite e sigarette: di nuovo il mondo animale, così come accadeva nelle favole, non è altro che uno specchio dell’animalità, dei difetti e della brutalità dell’essere umano.

Insomma un viaggio da non perdere che ci ricorda i nostri difetti da umani imperfetti e ce ne parla in un modo mai scontato, sfociando spesso nell’assurdo… che poi tanto assurdo forse non è…

 

Nathalie Djurberg & Hans Berg
One Need Not Be a House, The Brain Has Corridors, 2018 
stop motion animation, video, music, 8:18 min
© Nathalie Djurberg & Hans Berg / Bildupphovsrätt 2018

Nathalie Djurberg & Hans Berg
The Parade, 2011
exhibition view, New Museum, New York 2012, Collezione Prada, Milano
© Nathalie Djurberg & Hans Berg / Bildupphovsrätt 2018
Photo: Benoit Pailley/New Museum

Nathalie Djurberg & Hans Berg
We Are Not Two, We Are One, 2008 
stop motion animation, video, music, 5:33 min
© Nathalie Djurberg & Hans Berg / Bildupphovsrätt 2018

 Nathalie Djurberg & Hans Berg
Once Removed on My Mother’s Side, 2008
stop motion animation, video, music, 5:20 min
© Nathalie Djurberg & Hans Berg / Bildupphovsrätt 2018

Nathalie Djurberg & Hans Berg
Worship, 2016
stop motion animation, 08:26 min
© Nathalie Djurberg & Hans Berg / Bildupphovsrätt 2018

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