Culture + Arts

November 27, 2018

Ciliegie: parole d’autore con Luca Sticcotti

Mauro Sperandio
Parole, immagini, sensazioni si susseguono le une dopo le altre. Artista chiama artista, come ciliegia segue a ciliegia.

Il bolzanino Luca Sticcotti  è noto per la sua attività di giornalista (in passato anche proprio per franzmagazine), compositore e, più recentemente, di acquarellista. Serio e attento nell’indagine, ma felicemente espressivo nelle sue sintesi, Luca è uno schietto cronista di ciò che avviene nella nostra provincia, pur mantenendosi curioso per tutto ciò che sul globo terracqueo appare, si muove, risuona.

La prima domanda te la pone Michele,  che mi ha suggerito di intervistarti:

Come e quando hai scoperto il tuo talento per l’acquarello?

Per rispondere nello specifico alla domanda devo dire che è stato stato fondamentale il riscontro da parte delle persone che avevo intorno, anche “virtualmente” attraverso i social network. Sono state loro, in pratica, a convincermi di prendere in considerazione l’idea di realizzare una mostra personale ed anche di arrivare a “cedere” i miei lavori incorniciati.
Di per sé ho cominciato a “giocare” con i pennelli e gli acquerelli solo nel dicembre 2015. Il tutto è nato dall’incontro fortuito con alcuni fumettisti a Lucca Comics, nell’anno precedente. Li ho visti completare i loro sketch con gli acquerelli e mi sono innamorato dell’idea di sperimentare questa forma espressiva. Sui social poi sono entrato in contatto con alcuni di loro che usano l’acquerello non solo per arricchire i disegni a china, ma come vero e proprio mezzo espressivo in sé (acquerello “puro”). E sempre attraverso loro ho scoperto specifiche tecniche d’acquerello paesaggistiche, diffuse soprattutto nel nord Europa e in Cina e Giappone. Sui social network quindi ho trovato indicazioni e tutorial, sia in merito alle tecniche che ai materiali professionali che vengono utilizzati. Dal punto di vista figurativo mi piace giocare con i paesaggi imparentati proprio con l’acqua. Sono affascinato da dimensioni per noi esotiche qui nella terra tra i monti. Nebbie e pioggia dunque, oltre alla neve. Il cielo azzurro e i paesaggi da cartolina mi suscitano una grande noia…

Luca Sticcotti_acquerello_2

Rispetto alla passione per la musica, quella per le arti grafiche è successiva. A quali, forse nuove, istanze credi risponda questo medium?

In un primo momento si è trattato di vera e propria sopravvivenza creativa. Nel 2015 mi trovavo in una fase molto impegnativa del mio lavoro giornalistico ed ero assolutamente privo dei tempi e degli spazi necessari per la creazione di musica. Allo stesso tempo, stando sul computer e sul web tutto il giorno, avevo bisogno di fare qualcosa di creativo e concreto, per questo mi sono avvicinato a carta, pigmenti e pennelli. E ad una tecnica pittorica molto rapida, che nello stesso tempo valorizzasse l’improvvisazione, un approccio che ha molto importanza che nel mio rapporto con la creatività musicale. Nei ritagli di tempo dunque, soprattutto la sera, hanno cominciato a nascere i miei lavori con gli acquerelli. Consentendo ai miei occhi di osservare in un modo nuovo quello che mi circondava e mi piaceva. E portandoli, potrei dire, finalmente allo stesso livello d’attenzione che da sempre caratterizza la mia esperienza con le… orecchie.
Luca Sticcotti_musica

Come compositore “scrivi per” e come interprete “suoni con”. Cosa ti piace del lavoro artistico condiviso?

A dire il vero faccio di tutto affinché anche il mio lavoro compositivo sia per lo meno in parte condiviso. Nella musica “classica” spesso mi sono appoggiato ad amici che mi hanno aiutato nell’orchestrazione, dato che in quel campo sono completamente autodidatta. Anche nella fase di allestimento delle prime esecuzioni cerco di essere molto permeabile alle proposte degli “esecutori”. Nella musica, diciamo, “non classica” è invece per me logico portare ai partner musicisti dei canovacci tematici che poi conquistano la loro identità solo attraverso soluzioni di arrangiamento e improvvisative elaborate attraverso un percorso comune.
A dirla tutta, purtroppo, non suono più molto. Questo perché ormai da anni mi ostino a suonare prevalentemente musica originale e strumentale, un genere davvero di nicchia nel panorama locale in cui vivo. Periodicamente sperimento dei progetti in gruppo, che talvolta può capitare giungano a compimento. Com’è accaduto in passato con il gruppo Amàrimer, con il quale sono riuscito a realizzare un disco. O con la formazione Modern Times, che per un periodo ha adottato non solo alcune mie composizioni ma anche me medesimo appunto come interprete.
Interpretare assieme ad altri è una delle cose più belle in musica. Può dare enormi soddisfazioni, ma può anche generare situazioni poco piacevoli.
In ogni caso, quello della dinamica di gruppo nella musica è un mondo davvero articolato, che, tra l’altro, 25 anni fa ho analizzato proprio nella mia tesi di laurea all’Università di Bologna.
Recentemente ho anche avuto occasione di esibirmi in alcune occasioni con diversi amici nell’ambito della manifestazione Live Muse. Mi sono divertito moltissimo! In quell’occasione credo di aver stupito anche qualche amico musicista, che si era ormai abituato a vedermi come una sorta di eremita, chiuso in una torre fatta di musica tutta mia, strana e… troppo “complicata”.

Parole, suoni e colori: il tuo pensiero si esprime sotto forme diverse. A quali parole, suoni e colori affideresti il compito di descriverti?

Beh… La mia vita è piena di parole a causa del mio lavoro di giornalista; di suoni, per via della mia grande passione musicale; ora anche di colori per via della pittura ad acquerello. Per me la parola chiave è “creatività”, non potrei concepire la vita senza inventare cose. La dimensione sonora che ritengo forse più vicina alle mie radici è invece quella dei cinguettii degli uccelli, quando all’alba sono i primi a svegliarsi e i loro suoni sono liberi di librarsi e rimbalzare, anche negli spazi urbani. Attraverso la pittura ad acquerello mi sono infine avvicinato ad alcuni pigmenti davvero magici, come il grigio di Payne, il blu di Prussia e l’Alizarine Crimson.

Luca Sticcotti_2

In generale, nel tuo lavoro si ritrova una certa capacità di guardare oltre i confini della nostra piccola provincia anche quando ciò di cui tratti entro questi confini si svolge. Cosa ha rappresentato per te nascere e crescere nel solido abbraccio dei monti?

Sono i luoghi dove ho visto la luce e i primi su cui si sono posati i miei occhi, le mie orecchie, i miei sensi insomma. Ma ben presto la mia curiosità mi ha portato ad incontrare universi espressivi generati altrove, soprattutto in musica.
Sono stato sempre convinto che è in una dimensione globale che possono collocarsi le nostre passioni. In diversi periodi della mia vita ho amato alla follia contesti culturali “altri”, facendoli diventare in questo modo parzialmente o totalmente miei. In musica soprattutto, ma non solo.
Nel mio lavoro giornalistico, è vero, mi sono dedicato a raccontare soprattutto il nostro mondo locale, cercando di promuovere cordialità vicendevole, coscienza critica e cercando di arginare – più di recente – certe tentazioni ad erigere muri che mi appaiono esattamente nella direzione contraria a quello che ha rappresentato finora la mia vita.
In musica e nella mia pittura invece posso dire che le suggestioni maggiori mi sono venute dall’altrove, ritenendo io le forme espressive per così dire autoctone in gran parte insufficienti per le mie esigenze.
Per questo mi esprimo attraverso i linguaggi del jazz europeo, della musica che normalmente viene utilizzata associandola ad altre forme artistiche (colonne sonore) e tutto ciò influenza anche la mia musica classica, che spesso viene definita “postmoderna”.
Il solido abbraccio dei monti è ambivalente. Da un certo punto di vista protegge, sì. Ma, ad esempio, io ho sempre sentito una grande mancanza di un orizzonte che fosse davvero sull’orizzonte, in certi casi con i suoi colori spettacolari e in altri invece con i suoi profili sfumati, magari dalla foschia e dalla nebbia.

Quale artista mi consiglieresti di intervistare?

Io intervisterei Sybille Tezzele Kramer.

Cosa le chiederesti?

Cosa ti ha portata a legare strettamente la tua attività artistica alle matite colorate e alla carta da pacco?

Foto: © Luca Sticcotti 1) Tramonto in pianura, acquerello, luglio 2017; 2) Studio Gjul #02, acquerello, ottobre 2018.

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