Contemporary Culture in the Alps
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#10YearsOn Museion: Intervista all’avvocato Andrea Pallaver

15.11.2018
Maria Quinz
#10YearsOn Museion: Intervista all’avvocato Andrea Pallaver

Museion quest’anno festeggia dieci anni di attività nella sede progettata da Studio KVS. Con il progetto #10YearsOn, la Direttrice Letizia Ragaglia intende valorizzare la capacità di Museion di rimanere sempre On. Un museo sempre “acceso”: una fucina attiva e “pulsante”di vita, mostre, dibattiti, eventi culturali e artistici inediti e inconsueti, come l’edificio sempre illuminato che li accoglie. 

La nostra redazione vuole condividere con Museion una ricorrenza così importante, proponendo su franzmagazine uno spazio di riflessione e confronto con diverse personalità di rilievo provenienti da molteplici ambiti professionali, artistici e culturali, che in qualche modo abbiano intrecciato, nei dieci anni passati, interrelazioni e legami con Museion.

Oggi intervistiamo il noto avvocato bolzanino Andrea Pallaver, consigliere e Vice Presidente dell’Unione Triveneta degli avvocati, appassionato d’arte e cose belle tout court, che da sempre con assidua partecipazione, ha seguito e frequentato Museion nelle sue molteplici e immersive proposte espositive e culturali.

#10YearsOn Museion – Cosa significa per te? Che sentimenti risveglia?  Ti fa venire in mente qualcosa di particolare (in positivo o anche negativo …)?

Posso affidare questa risposta a quattro parole, quasi una libera associazione: comunità, permeabilità, curiosità, piacere.

Sono parole che riconnetto a sensazioni positive che si sviluppano intorno a Museion, inteso sia come “edificio-contenitore” (è bello anche solo girargli intorno) guardando in prospettiva e attraverso l’edificio, sia con riguardo al suo variabile e sorprendente contenuto. La collezione, le mostre, gli eventi e le iniziative che con cura sono selezionate e promosse, imprimono un senso di appartenenza, continuità, scambio e apertura curiosa che desta appagamento.

05_Museion_Danh Vo_FotoSeehauserCon uno sguardo retrospettivo, quale mostra, artista o happening di Museion ti ha colpita di più e perché? E in che cosa esattamente?

 L’ultima e la prossima, ovviamente. 

La mia risposta non è casuale, perché le sollecitazioni dei linguaggi artistici che vengono proposti sono come un lungo racconto o un viaggio e l’impressione del visitatore – quello che mi colpisce – è essere un passeggero attivo, un secondo pilota, spesso intento a scorgere le interconnessioni volute dal susseguirsi delle esposizioni e delle scelte curatoriali ma, allo stesso tempo, attento a coglierne di nuove in un continuo confronto con gli artisti proposti.

Ad esempio mi sono piaciute particolarmente le mostre-evento su Martin Kippenberger/ Maria Lassnig – Body Check, Hämatli & Patriae e Danh Vo Faboulous Muscles. Mi sono sembrate collegabili tra loro attraverso la chiave interpretativa del corpo umano inteso a decodificare,nella prima, un indagine interiore affermativa di sé; nella seconda come corpo collettivo oggetto di prospettive strategiche, di sovranità e dominio e nell’ultima come simbolica riacquisizione della libertà (forse mai perduta nell’anima).

Quale “Museion Moment” ha rappresentato per te l’evento più mondano/più significativo/o più internazionale tra tutti e perché? 

Da ultimo l’opening per la mostra di John Armleder, spettacolare e straniante.

Quale luogo/ambito prediligi di Museion e perché? Hai aneddoti /esperienze/storie particolari che ti piacerebbe raccontare? 

Il quarto piano… vuoto e libero, che si affaccia su scorci di città.

Mi piace l’idea di permeabilità architettonica valevole anche per l’arte: chi o cosa riempie chi o cosa? 

Quale suono/musica assoceresti a Museion e perché? Cosa risveglia in te?

Violin concerto No. 1 di Philip Glass (tutti e tre i movimenti, sebbene ne prediliga uno in assoluto). Nell’ambito del minimalismo di Glass, trovo che questo concerto del 1987 sia una composizione a suo modo neo-barocca e per me apprezzabile in un bilanciamento stilistico che non si appiattisca su un unico concetto ispiratore. La associo a Museion perché è una composizione carica di studio e di ricerca ma che non perde né l’identità, né la cifra stilistica del compositore, né l’indiscussa capacità suggestiva che rende ilconcerto accessibile anche ad ascoltatori non esperti. Ecco, inviterei Philip Glass a Museion. Ascolterei volentieri Channels andWind tratto da Passages proprio nel Passage del Museion.

07_Museion_Body Check_Foto Luca MeneghelCosa ti auguri per Museion e cosa no? Quale direzione dovrebbe intraprendere Museion e quale strada seguire in futuro?

L’augurio per il futuro è proprio quello di non perdere identità e rafforzare la fruibilità naturale della vita, solo in apparenza ferma, che si agita e pulsa in un museo simbolo come questo che è come un continuo sguardo gettato nei confini dell’umano e del nostro universo.

Con chi vorresti visitare Museion e perché? Per quale motivo è importante per tr mostrare Museion proprio a questa persona? 

Ormai, è un luogo per me confortevole e familiare, sebbene sempre nuovo.

Così inondato di luce, visto dai ponti che si piegano e curvano sul Talvera deve essere visto, esplorato per un omaggio alla bellezza, alla cultura e a tutto ciò che di umano contiene: direi che vorrei visitarlo con le persone che mi piacciono. E’ un segno naturale di ospitalità e di stima condurre qualcuno che reputo meritevole alla scoperta di un luogo che non conosce ma che apprezzo moltissimo. 

… vorrei poterlo visitare anche con Olga, il mio cane.

01_Museion_Degiorgis_Foto Luca MeneghelCi sono artisti o mostre che vorresti vedere a Museion in futuro? Ti sembra manchino un settore artistico o un orientamento che vorrebbe fossero assolutamente rappresentati? Perché? Oppure, per esempio, un gruppo musicale o un certo tipo di pubblico che vorrebbe vedere più spesso a Museion? In sostanza cosa manca secondo te? 

A Museion, oggi, non manca niente e non c’è nulla di troppo.

Forse, però, in modo egoistico potrei azzardare che manchi una “stanza” olfattiva. Indagherei i rapporti tra arte contemporanea e arte olfattiva come accade ad Amsterdam, al Mediamatic e come da ultimo è stato sperimentato a Palermo in occasione di Manifesta12 con il progetto commissionato da Droog a Frank Bruggermann e Alessandro Gualtieri Florilegium – attractings scents.

“Proustianamente”, la nostra esistenza è vagabonda e la nostra memoria sedentaria: sveglierei la memoria con odori, profumi che potrebbero diventare uno strumento esperienziale non trascurabile nello spazio-laboratorio del museo.

Si può vedere con gli occhi, così come col naso. Mi piacerebbe – da fruitore – un esperimento simile, che sarebbe come esplorare una forma di linguaggio umano, così come lo sono l’arte contemporanea, la musica, la danza, il cinema, il teatro e la fotografia d’arte. Potrebbe essere un piccolo complemento della ricchissima offerta culturale e di ricerca di Museion.

 

Foto 1 Andrea Pallaver
Foto 2 Danh Vo, Fabulous Muscles, Museion 2013. Foto Othmar Seehauser
Foto 3 Martin Kippenberger, exhibition view, Museion 2018. © Estate of Martin Kippenberger, Galerie Gisela Capitain, Cologne , Foto Luca Menghel, In primo piano/VG/Front: Martin
Kippenberger, Familie Hunger, 1980
Foto 4 Hämatli & Patriæ,exhibition view / veduta della mostra/ Ausstellungsansicht, Museion 2017. Foto Luca Meneghel

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#10YearsOn, 10 anni museion, andrea pallaver, arte contemporanea, bolzano, Museion, philipp glass
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