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August 13, 2018

A Salisburgo il matrimonio tra la musica classica e l’arte contemporanea

Mariella Rossi

È Salisburgo il luogo dove musica classica e opera vanno d’accordo con l’arte contemporanea e dove il periodo del Salzburger Festspiele corrisponde con l’apertura delle più interessanti mostre d’arte contemporanea dell’anno, sancendo una sintonia assoluta e naturale tra le due sfere del contemporaneo e del classico che non sappiamo proprio innescare noi italiani e nemmeno noi trenini e sudtirolesi, uniti a Salisburgo da un legame storico risalente ai tempi del principato vescovile. Lo faceva notare in un recente articolo la brava scrittrice Januaria Piromallo, arrivata nella città austriaca già per il festival di Pasqua, ma la prima differenza di fondo che a noi salta subito all’occhio è il numero degli spazi dedicati all’arte, pubblici e privati: tantissimi in più rispetto a Bolzano e Trento in una cittadina non molto più numerosa. 

Salzburg-Balkenhol-Sphaera
In occasione del Festspiele di quest’estate hanno confermato questa tendenza la festa per i trent’anni della Rudolf Budja Gallery nel palazzo a pochi metri dal Festspielhaus e le mostre di Elizabeth Peyton e Joseph Beuys alla Galerie Thaddaeus Ropac a Villa Kast e alla Salzburg Halle quella di Gilbert & George. Il Salzburger Kunstverein ha inaugurato la collettiva giovane “20 Propositions”, mentre poco più in là lungo il fiume la galleria Ebensperger (nata a Graz, da un anno a Salisburgo e da settembre anche a Berlino) presenta nel suo secondo spazio cittadino, ex industriale, un’altra collettiva dal titolo “Played” con opere, tra gli altri, di Sigmar Polke e John Bock. Il Museum der Moderne Salzburg ha in mostra Marisa Merz, mentre l’intrigante progetto espositivo “Black Mirror” di Mario Mauroner Contemporary Art, che insieme ad autori consolidati presenta per la prima volta in galleria anche le opere della giovanissima Irina Ojovan, accoglie i visitatori nel cortile del palazzo dell’Alte Residenz con la Nike di Kendell Geers.

Timm Ulrichs,..., Mathieu Mercier, Sebastian Weissenbacher, Jonathan Meese, Oyvind Fahlströhm, Stefano Cagol, matthias HerrmannUn percorso di installazioni d’arte pubblica di nomi altisonanti è del resto una prerogativa di Salisburgo già da inizio anni Duemila: ora le 12 sculture della cosiddetta Walk of Modern Art sono concesse dalla Collezione Würth sotto forma di prestito permanente alla città di Salisburgo, con opere, tra gli altri, di Christian Boltanski, Mario Merz, Marina Abramovic, Anselm Kiefer e Erwin Wurm, mentre un parco di sculture della stessa collezione si può ammirare in città allo Schloss Arenberg. Al pubblico delle inaugurazioni si unisce poi anche il folto gruppo dei giovanissimi artisti internazionali che frequentano ogni estate la Sommerakademie für Bildende Kunst Salzburg. 

Andy Warhol, Tom Sachs, Arnold Reiterer, Gilbert&George, Hans-Peter FeldmannIn questa entusiasmante panoramica del mondo dell’arte a Salisburgo che spinge a paragonare il fervore del periodo d’inaugurazione del Festspiele con quello degli appuntamenti dell’arte contemporanea più blasonati, come i gallery weekend di capitali quali Berlino, Bruxelles e Colonia, la mostra più inaspettata è quella presso Kunst im Traklhaus dal titolo “Schilling, Mark, Dollar, Euro und….Geld in der Kunst”. È un’estesa ed estremamente intensa selezione di opere legate al denaro di autori come Alicja Kwade, Rikrit Tiravanija, Tony Oursler, Jonathan Meese, Carlos Aires, Gilbert & George, Tracey Emin. Troviamo anche due artisti del Trentino Alto Adige: un’installazione con i centesimi di Euro di Julia Bornefeld e un’opera di Stefano Cagol. Quest’ultima proviene dalla Sammlung Haupt di Berlino, principale collezione europea dedicata al binomio arte e denaro (che espone in questo momento un’altra opera di Cagol a Berlino in una mostra a cura di Peter Ungeheuer). 

Gerhard Rühm, Klaus Staeck, Joseph Beuys, Thomas Baumgärtel, Gerhard Rühm

La direttrice della galleria regionale Kunst im Traklhaus Dietgard Grimmer spiega “Questa è una mostra con un tema molto preciso: il denaro. Non le banche, non il concetto di capitale”, e chiarisce “È affrontando tematiche circoscritte che preferisco sviluppare i nostri progetti espositivi collettivi.” Prosegue entrando nel dettaglio di come ha costruito questa mostra: “Ho cominciato individuando le opere che sono importanti per questo tema, come quelle di Joseph Beuys e di Andy Warhol, icone che tutti hanno in mente quando si pensa ad arte e denaro.Di solito contatto poi gli artisti con cui abbiamo già lavorato e credo abbiano opere legate al tema: questa volta, ad esempio, c’è Carla Degenhardt con i suoi ricami su Scellini che abbiamo già esposto negli anni Novanta. Guardo inoltre sia ad artisti che sono soliti lavorare su questo tema o che lo hanno affrontato solo in alcune rare opere, come lo stesso Stefano Cagol. Infine mi soffermo sui salisburghesi. Sebbene le nostre mostre si concentrino sull’arte attuale degli ultimi decenni, ho inserito anche alcune opere storiche, provenienti dai musei del territorio, ad esempio di Honoré Daumier e Wilhelm Thöny. In questo modo è nato un grande gruppo di opere per questa mostra, che ho deciso di suddividere in base alle diverse valute. Fanno parte della mostra lavori che fanno sorridere, alcuni molto ironici e altri ancora fortemente critici e severi”. Le opere esposte sono in tutto 160 di 90 artisti. 

 

Photo Credits:
Traklhaus-Ausstellungsansicht Klinkan, Shih Li Jen, Klauke, AP
Salzburg-Balkenhol-Sphaera
Traklhaus-Ausstellungsansicht  Warhol, Sachs, Reiterer, Gilbert George, Feldmann, AP
Traklhaus-Ausstellungsansicht Rühm, Staeck, Beuys, Baumgärtel, Rühm, AP
Traklhaus-Ausstellungsansicht Ulrichs,, Mercier, Weissenbacher, Meese, Fahlströhm, Cagol, Herrmann, AP

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