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June 8, 2018

Rintocchi nel silenzio: OHT e Orchestra Haydn a Centrale Fies, in scena con l’opera musicale contemporanea “Graun/Curon”

Maria Quinz

Inaugura martedì 12 giugno a Centrale Fies, Supercontinent², la 38esima edizione di Drodesera (dal 20 al 28 luglio), con l’opera Graun/Curon come preview del festival di performing art.

L’opera di teatro musicale contemporaneo, senza persone e voci, vede la regia di Filippo Andreatta per OHT (Office for a Human Theatre) e l’esecuzione dell’Orchestra Haydn di Trento e Bolzano, su musiche di Arvo Pärt.

Siamo nel 1950. Nonostante la veemente opposizione degli abitanti, il piccolo paese di Curon viene sommerso dalle acque, per lasciare il posto a una diga artificiale. Solo il campanile della chiesa di Sant’Anna sopravvive all’allagamento coatto, che spazza via e sommerge inesorabilmente la storia di tanta gente, che in quel luogo era nata è vissuta.

Con il carattere evocativo dei suoi rintocchi nel silenzio, il campanile resiste alla drammaticità dei fatti come vestigia, simbolo e memento di un mondo scomparso, ma ancora in grado di far vibrare il passato e l’anima di un luogo, attraverso la forza del teatro.

Intervistiamo il regista e autore dell’opera Filippo Andreatta.

05-©OHT-CuronGraun-ph_FilippoAndreatta-2017Filippo, come nasce l’opera Curon/Graun?

Il progetto nasce da una parte, a seguito del concorso indetto dalla Fondazione Haydn nel 2017: abbiamo avuto il privilegio di vincere il bando OPER.A 20/21 Fringe per la realizzazione di un progetto di teatro musicale contemporaneo. Dall’altra, dalla pratica consolidata di OHT di lavorare in direzione della ricerca artistica e teatrale sul tema del paesaggio. Dal punto di vista della drammaturgia, questo è un tema che ci interessa molto – ha origini lontane e storiche, come negli studi di Gertrud Stein, che ha teorizzato una visione del teatro non come luogo della narrazione ma come spazio aperto e paesaggio – e che da tempo connota e indirizza profondamente il nostro lavoro.

In occasione del concorso abbiamo deciso di lavorare partendo in particolare da due diverse suggestioni: il suono delle campane e il paesaggio alpino. Due elementi che si sono uniti nel contesto della Val Venosta e nella vicenda storica del campanile della chiesa di Curon e del lago di Resia. Il notevole potere evocativo del suono delle campane e i cosiddetti “tintinnabuli”, che contraddistinguono le musiche di Arvo Pärt, scelte per la nostra opera, ci hanno spinto a portare in scena il campanile quale unico protagonista assieme alla magia dei suoi rintocchi. Non ci sono infatti attori o cantanti nel nostro allestimento, se non l’orchestra: presenza decisamente “importante” all’atto della realizzazione scenica.

09-©OHT-CuronGraun-Still_from_Video-2017Come è stato lavorare con una realtà musicale di livello internazionale come l’Orchestra Haydn?

É stata un’esperienza di collaborazione molto bella, oltre che molto semplice e naturale su più fronti. Lavorare con persone come il direttore Matthias Lošek e il primo violino Stefano Ferrario, che si è occupato della direzione musicale, è stato uno scambio molto proficuo per suggerimenti e confronti sulla materia artistica. Trovo importante segnalare, da un punto di vista istituzionale, che – grazie a Matthias Lošek e Barbara Boninsegna, direttrice artistica di Centrale Fies – per la prima volta in assoluto, attraverso questo nostro progetto, l’Orchestra Haydn suonerà in un contesto a lei del tutto inusuale, come Centrale Fies, deputato abitualmente a manifestazioni artistiche tra le più contemporanee e sperimentali del panorama performativo altoatesino.

Cosa ha significato per voi allestire l’opera in un contesto così particolare come Centrale Fies?

L’opera è nata espressamente per altri spazi, quelli del Teatro Sociale di Trento, sulla base delle richieste del bando di concorso indetto da fondazione Haydn. Ha visto quindi in quella sede il suo debutto a febbraio. Poi a seguito della collaborazione con Barbara Boninsegna è stato avviato l’allestimento per lo spettacolo a Centrale Fies, in un contesto scenico diverso, meno tradizionale e più ampio del solito, in cui saranno coinvolti gli spazi di entrambe le turbine. Ci saranno degli adattamenti rispetto allo spettacolo di Trento inevitabilmente. Del resto altri cambiamenti scenici verranno apportati anche in funzione dello spettacolo che andrà in scena successivamente a Roma, nel Parco della Musica in un auditorium molto bello, il 17 novembre, all’interno del cartellone del Festival Roma Europa.

10-©OHT-CuronGraun-Still_from_Video-2017Per concludere, quali aspetti hanno caratterizzato il tuo lavoro con la scenografa, Paola Villani, nell’allestimento di Curon-Graun?

Sono tanti anni che io e Paola lavoriamo insieme su progetti di diversa natura e devo dire che non abbiamo mai stabilito tra noi una netta separazione dei ruoli o una gerarchia. Il nostro processo creativo avviene tramite il continuo confronto e le ricerche fatte insieme, in parallelo. Per l’allestimento di questo spettacolo, in particolare, in cui la scena – con video e luci – costituisce la materia principale, oltre naturalmente alla musica, il rapporto di collaborazione tra noi è stato ancora più stretto e sinergico, direi quasi osmotico.

Foto: OHT 

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