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May 18, 2018

#10YearsOn Museion: Intervista a Veronica Tonidandel, Young Friend di Museion

Maria Quinz

Museion, il Museo d’arte contemporanea di Bolzano, il 24 maggio 2018 festeggia i suoi primi dieci anni di attività nella sede progettata dallo Studio KVS. Con l’evento, #10YearsOn, la Direttrice Letizia Ragaglia intende valorizzare la capacità di Museion di rimanere sempre On. Un museo sempre “acceso”: una fucina attiva e “pulsante”di vita, mostre, dibattiti, eventi culturali e artistici inediti e inconsueti, come l’edificio sempre illuminato che li accoglie.

La nostra redazione vuole condividere con Museion una ricorrenza così importante, proponendo su franzmagazine uno spazio di riflessione e confronto con diverse personalità di rilievo provenienti da molteplici ambiti professionali, artistici e culturali, che in qualche modo abbiano intrecciato, nei dieci anni passati, interrelazioni e legami con Museion.

Oggi intervistiamo la giovanissima Veronica Tonidandel, classe 1995 che ha svolto un tirocinio professionale presso l’ufficio comunicazione e marketing di Museion, dove ha potuto respirare l’ambiente frizzante, culturalmente stimolante e formativo del museo. Con Museion ha partecipato al progetto europeo “Museum as Toolbox” e fa parte con altri giovani appassionati, del gruppo Young Friends di Museion.

#10YearsOn Museion  – Cosa significa per te? Che sentimenti risveglia? Ti fa venire in mente qualcosa di particolare (in positivo o anche negativo …)?

Proprio qualche settimana fa, in occasione di un incontro con un gruppo di amici, tutti giovani affezionati a Museion, ci siamo chiesti cosa ci facesse sentire “on”. La mia risposta è stata “entusiasmo condiviso”: è quella particolare energia, quella curiosità, quella voglia di fare che noi Young Friends di Museion condividiamo che ci fa sentire “accesi”. Questo è ciò che significa per me #10YearsOn.

Con uno sguardo retrospettivo, quale mostra, artista o happening di Museion ti ha colpito di più e perché? E in che cosa esattamente?

La mostra che porto nel cuore è “Francesco Vezzoli MUSEO MUSEION” del 2016. Non solo perché trovo che Vezzoli sia un’artista formidabile e il progetto della mostra realizzata sbalorditivo, ma anche e soprattutto perché per la prima volta ho potuto assistere alla realizzazione di un evento di tale livello da dietro le quinte. Avevo iniziato il mio tirocinio presso il museo solo poche settimane prima dell’opening: è stata un occasione d’esordio straordinaria.

Quale “Museion Moment” ha rappresentato per te l’evento più mondano/più significativo/o più internazionale tra tutti e perché?

Il momento più significativo ed internazionale è stato per me il viaggio formativo a Graz, in Austria, che sanciva la fine del progetto europeo “Museum as Toolbox”. Due giorni di immersione nel mondo dell’arte e della cultura insieme ai partecipanti e ai team dei cinque musei europei partecipanti.

Foto Asia De LorenziIMG_6031Vorresti cambiare qualcosa di Museion? Se sì, cosa? Hai delle critiche costruttive da rivolgere a Museion? Se si, quali? E se no, puoi dirci perché?

Non ho critiche da fare. Nel museo ho avuto a che fare con persone sempre disponibili e pronte a venire incontro alle richieste. Mi riferisco in particolare alle necessità del gruppo di giovani che si è formato negli ultimi anni. Ho solo un piccolo suggerimento: sarebbe molto interessante proporre dei workshop o dei brevi corsi artistici, teorici e pratici, anche per gli adulti.

Quale luogo/ambito prediligi di Museion e perché? Hai aneddoti /esperienze/storie particolari che ti piacerebbe raccontare?

L’archivio nei sotterranei. Ho avuto occasione di visitarlo in vista dell’allestimento della mostra IDIOMA. Mi sarei fermata lì per ore. Avrei voluto curiosare in tutti gli scatoloni, in tutte le teche… Per me è il luogo più intimo e magico di tutto il museo.

Quale suono/musica assoceresti a Museion e perché? Cosa risveglia in te?

C’è una canzone ben precisa che mi fa subito pensare a Museion, ma non la posso dire… È un segreto con Sarah Greenwood.

Con chi vorresti visitare Museion e perché? Per quale motivo sarebbe importante per te mostrare Museion proprio a questa persona?

Sicuramente con i miei nonni. Non sono esperti di arte, ma tra tutti coloro che hanno visitato con me le mostre di Museion, sono stati i più entusiasti: hanno vissuto l’esperienza con più genuinità e curiosità, con uno sguardo aperto, come dei bambini. Non immaginate l’allegria di mio nonno quando ha scorto la statua raffigurante Sophia Loren di Francesco Vezzoli. Ha voluto una foto ricordo da conservare!

Ci sono artisti o mostre che vorresti vedere a Museion in futuro? Ti sembra manchino un settore artistico o un orientamento che vorresti fossero assolutamente rappresentati? Perché? Oppure, per esempio, un gruppo musicale o un certo tipo di pubblico che vorresti vedere più spesso a Museion? In sostanza cosa manca secondo te?

Non ho richieste. Preferisco gli artisti che ancora non conosco e di cui non ho mai sentito parlare, così da poter approfondire e ampliare le mie conoscenze. Posso dire che apprezzo molto le mostre interattive, che richiedono delle azioni da parte dei visitatori.  Ci tengo a dire che trovo la proposta di mediazione “Nuove culture” offerta da Museion di enorme valore. Trovo molto stimolante sapere che tra i visitatori ci siano persone provenienti da diversi paesi e culture.

Cosa ti auguri per Museion e cosa no? Quale direzione dovrebbe intraprendere Museion e quale strada seguire in futuro?

Il mio desiderio per il futuro di Museion è che il gruppo Young Friend cresca sempre di più e che coinvolga ragazzi e ragazze di ogni lingua e provenienza.

 

Foto: Asia De Lorenzi

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