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November 22, 2017

Energy Free Tree: Gianni Pettena racconta il suo albero di Natale

Mauro Sperandio
Dal 23 novembre 2017 all'8 gennaio 2018 l' Energy Free Tree di Gianni Pettena svetterà davanti al MUSEION di Bolzano. Parliamone con l'artista.

Volendo prendermi un “cazzotto d’artista” potrei presentare Gianni Pettena come un simbolo dell’architettura italiana, monumento vivente e ispiratore di tante “rivoluzioni” dell’architettura. Conquistato il mio occhio nero, che ben potrebbe integrarsi nell’economia della mia faccia, mi troverei a dover ricominciare, dicendo che: Gianni Pettena, architetto, artista e storico dell’architettura, a settantasette anni continua a demolire, inventare e costruire architettura, ma non solo, design, ma non solo, costruzioni di parole e idee che mutano e non mutuano.

Gianni Pettena, quello di Wearable Chairs, l’anarchitetto del saggio omonimo, il “contaminatore” di materiali, forme e colori, inaugura domani 23 novembre, il suo Energy Free Tree, rivisitazione dell’iconico albero natalizio, che svetterà fino all’8 gennaio 2018 nel piazzale antistante MUSEION.

Mentre l’albero metallico vede le ultime fasi del suo allestimento, incontriamo l’ironico e pungente artista:

Pensando alla sua ricerca nell’ambito non posso non chiederle come considera una città come Bolzano, fatta di pietra e cemento, ma circondata da un florido e caratteristico paesaggio naturale…

La scelta dei materiali costruttivi impiegati nella città di Bolzano è cambiata nel corso del tempo: all’inizio della sua esistenza era predominante l’uso della pietra più o meno a vista. Con il tempo è subentrato l’uso di materiali diversi, rimanendo quelli più pregiati appannaggio degli edifici più importanti, mentre la scelta di materiali di minor pregio toccava alle costruzioni che avevano meno da raccontare dello status di chi li faceva costruire o delle istituzioni che dovevano ospitare. Oggi, in particolar modo, l’impiego di materiali poveri la fa da padrone, perché la costruzione degli edifici segue logiche che riguardano l’investimento di capitali. La capacità degli edifici di far rendere tali investimenti si collega alla deperibilità delle strutture, che porta alla demolizione di queste non appena esse hanno finito di fruttare, lasciando così spazio a nuove costruzioni. A riguardo, si pensi a cosa sta succedendo nell’area intorno all’Hotel Alpi e alla stazione delle corriere…

Gianni Pettena

Un albero di Natale fatto con marmitte e rottami di automobili: oggetti sporchi e “meccanici”, lontani dall’idea di un Natale candido e romantico…

Si tratta di parti di ex automobili, macchine sinistrate ormai inservibili. Ho scelto di impiegare questi materiali per introdurre dei concetti anti-consumistici in queste festività che si contraddistinguono, ormai, per una grande kermesse di acquisti e consumismo disperato. Credo che questo periodo dell’anno potrebbe essere vissuto in modo un po’ più consapevole, riflettendo, ad esempio, sui cambiamenti climatici. L’atteggiamento ambientalista contemporaneo nacque a cavallo degli anni ‘50 e i ‘60, soprattutto grazie alle teorizzazioni dell’americano Richard Buckminster Fuller, che vedeva il nostro pianeta come un’astronave bisognosa di calcolare la propria rotta e il senso della propria missione, badando, tra l’altro, al riciclo dei rifiuti. Poco se ne parla, ma la pipì degli astronauti – dopo essere stata adeguatamente filtrata tanto da tornare acqua – viene da loro bevuta. Questo atteggiamento ambientalista è dunque penetrato sino nelle strategie spaziali, ma nella vita comune sembra non essere ancora ben recepito…
Il mio strano albero di Natale, che si chiama Energy Free Tree, è un’opera per la realizzazione della quale non è stata impiegata ulteriore energia fossile, oltre a quella che era stata utilizzata per la produzione delle auto da cui i pezzi sono stati ricavati. Già gli hippies americani utilizzavano questo approccio nel costruire i loro villaggi, impiegando con materiali provenienti dalle autodemolizioni o dalle demolizioni di vecchi edifici.

Il Natale è un simbolo e la sua storia professionale la vede in lotta con simboli e posizioni preconcette. In che modo questa sua critica continua ad interessarla?

Penso che tutto debba essere ricondotto al divenire di una cultura. Si pensi a come, in democrazia, i rapporti di giusto equilibrio tra persone, anche di diversa origine, debbano essere rielaborati quotidianamente, per dare soluzione la più giusta e umana possibile ai nuovi problemi e alle nuove necessità che sorgono. Tra le cose memorabili degli anni ‘60 c’è senz’altro il movimento dei giovani americani che si rifiutano di andare a combattere una guerra decisa dai loro padri contro dei “diversi” come i Comunisti, quelli che mangiano i bambini e hanno tre narici. Questi giovani, che si vedevano costretti ad interrompere i loro studi per andare ad uccidere e farsi uccidere, rifiutarono di  assecondare il pensiero dei loro padri, che erano cresciuti con l’idea che la violenza potesse essere uno strumento risolutivo ed un atteggiamento giusto anche anche nei confronti della natura. La capacità di andare contro ciò che viene dato come immutabile continua ad interessarmi perché è motore del cambiamento.

02_Museion_Pettena_Baustelle_Foto Museion

Torniamo al simbolo all’albero natalizio, non il suo, ma quello tradizionale: con cosa sostituirebbe le tradizionali sfere di vetro?

Ho settantasette anni da poco e alla mia età sono scandalizzato e stanco di come i politici, in generale, non abbiano ancora imparato che è troppo trasparente il tipo di bugie che raccontano. Non hanno più vergogna di quello che dicono e, come mostra wikileaks, il modo in cui prendono in giro i governati è scandaloso. Le cose che ci sentiamo dire suonano come le più vecchie dette dai vecchi politici. Chi si presenta come “rottamatore” ci faccia la cortesia di utilizzare parole e bugie nuove.
All’albero dunque, con una corda, io attaccherei questa genia di politici. Non uccidendoli, si badi, ma cercando di renderli inoffensivi.
Credo che smetterò di arrabbiarmi per queste cose solo quando sarò morto, perché l’arrabbiatura mi fa sentire vivo.

Foto ©: 1) Gianni Pettena, ritratto (courtesy of the artist); 2) Museion, Foto del cantiere durante l’allestimento dell’albero di Gianni Pettena, Foto Museion; 3) Gianni Pettena, Energy Free Tree, disegno preparatorio, 2017.

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