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September 25, 2017

Qui e ora: inizia la nuova stagione del Teatro Stabile di Bolzano

Mauro Sperandio
Walter Zambaldi, direttore del Teatro Stabile di Bolzano, parla della nuova stagione teatrale.

Le buone abitudini vanno coltivate, perché non vadano perse. In questo segno il Teatro Stabile di Bolzano presenta anche quest’anno una stagione che si divide in modo equilibrato tra temi di gravità diversa, trattati sempre da professionisti di livello. Bentivoglio, Haber, Milani, Balasso, Delbono, Paolini, Rezza& Mastrella, Paravidino sono alcuni dei nomi che spiccano nel nutrito programma. I primi tre spettacoli di questa stagione sono  il curioso “Wordbox arena”; sarà qundi la volta del pirandelliano “Questa sera si recita a soggetto” e poi de “Il senso della vita di Emma”, testo inedito scritto da Fausto Paravidino per lo Stabile, da lui diretto e interpretato. Tre “personalità teatrali” che ben rappresentano la varietà dei temi e dei modi di questa stagione, intitolata significativamente “Qui ed ora”. Perché i due avverbi trovino precisa definizione, desideroso di solide, certezze incontro Walter Zambaldi, direttore del Teatro Stabile.

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Titolo e motto di questa stagione è “Qui e ora”. Diamo una definizione a questo spazio, per capire se e come esso ci coinvolga.

“Qui” è il luogo in cui sta accadendo qualcosa, il contingente dunque; che ci vede agire non in un altrove. Si tratta di un luogo in cui ci troviamo tutti, che dunque ci riguarda e ci vede protagonisti perché toccati dalle vicende che qui si svolgono. Anche a teatro non si è meri spettatori, il coinvolgimento c’è ed è tangibile, essendo il teatro un mondo nel mondo, che di quest’ultimo si occupa.

Cosa distingue e caratterizza il nostro “ora”?

Non saprei definirne i bisogni, ma posso identificarne le necessità, che passano per e interessano il teatro. Viviamo nella permanente tentazione di un altrove, si pensi a come i social media e la continua interconnessione ci portano a spostarci in continuazione su piani e luoghi immateriali diversi. Ecco, il teatro ci costringe a soffermarci e approfondire il nostro “qui”, strappandoci al chiacchiericcio che domina la nostra realtà.

Quali nuovi approcci e strade mostra la stagione 2017/2018?

Sono molte e concentriche le strade che questa stagione svela e possono essere vissute in maniera indipendente e complessiva. Predomina la drammaturgia contemporanea perché essa risponde al bisogno di trattare temi di pressante attualità: c’è una scuola che si confronta con la multiculturalismo; c’è il teatro nel teatro di Pirandello; c’è un’epopea famigliare contraddistinta da una grande assenza; un padre e la famiglia che lo circonda alle prese con una malattia invalidante; uno spettacolo che sarà scelto, tra una rosa di tre, dallo stesso pubblico.

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Tra i vari titoli “Il senso della vita di Emma” si mostra come tappa importante nella crescita dello Stabile…

Si tratta di un testo testo per dodici attori, il primo che vedrà la compagnia regionale in tournée nazionale con una nostra produzione, scritto da Fausto Paravidino. È un lavoro molto maturo, che tocca tutte le corde già fatte vibrare nei precedenti testi di questo autore, tra i più felici talenti nazionali. Al centro di questa scrittura le relazioni umane e famigliari.

Con “Wordbox arena” il pubblico potrà scegliere quale spettacolo far andare in scena. In questo meccanismo “on demand”, cosa chiederesti tu al pubblico dello Stabile?

La partecipazione del pubblico, che sicuramente è tra le cose che più posso desiderare, è massiccia e questo mi dà grande soddisfazione. Quando le cose vanno bene e l’attenzione è alta bisogna saper offrire il maggior numero di alternative, in modo da alimentare la confidenza con il teatro. In questo modo la nostra istituzione saprà diventare un riferimento importante su cui contare.

Foto: ©2 Fabio Lovino, 3Massimo Battista

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