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July 8, 2017

Anita QuattroEver #22: Vasco per el bocia

Felix Lalù

Se Anita/Bonucci  fosse nata maschio (sul perché Anita è anche chiamata Bonucci leggasi qui) la volevo chiamare Vasco.

Me l’han bocciato quasi tutti. Alcuni perché non gli piace il nome Vasco. Altri perché non gli piace proprio Vasco. Il mio motivo preferito era quello della Fra. Poi quando Vasco muore tutti chiameranno i loro figli Vasco, così nostro figlio si trova in un mondo popolato di soli Vasco e quando lo chiamiamo si girano quaranta bambini. Non si può condannare un bocia aquesto supplizio.

La prima motivazione è comprensibile, la seconda condivisibile, ma anche frutto di ignoranza. E’ il Vasco di oggi che imbruttisce il suo stesso nome. Tu guardi Vasco oggi e vedi un vecchio bruciato e dallo sguardo vacuo che biascica e fatica con le frasi lunghe ma riempie ancora gli stadi e i parchi pur non facendo una canzone decente dai tempi de Gli Spari Sopra (c’è chi dice prima) (alcuni obiettano eh, però, Sally…) (Ok allora, salviamo Sally, ma solo lei).

Tu dici Vasco e pensi a quel Vasco lì che canta “Eh già/sono ancora qua”, che poi è la canzone più lucida che ha scritto negli ultimi trent’anni. Pensavate che sarei stato già morto nel 2011 eh? E invece ci sono ancora. E comunque no, Vasco, noi non lo pensavamo, noi ci speravamo. Stiamo ancora qui a pensare che Cobain fosse un genio. Lo era, caro Vasco, ma secondo me sarebbe finito come te. Anzi secondo me si sarebbe pure convertito a Scientology o ai cibi sani a un certo punto. E invece è morto sparato per risparmiarci di vederlo diventare come te. E ce lo ricordiamo ancora come un figo. E invece te sei invecchiato. Male. Molto male.

Io dico Vasco e penso al Vasco del quindicennio 1978–1992. In quei quindici anni lì hai riscritto le regole del cantautorato, buttando fuori dischi bellissimi e pezzi universali. Robe semplici ma mai banali. Robe profonde ma non pallose. In quegli anni lì hai spazzato via tutto il cantautorato impegnato e cittadino e pure quello di Sanremo e hai innalzato in cielo dalla provincia un dito medio mastodontico che sparava cuori e saette. Perché si De Andrè ci ha fatto riflettere sulla guerra, sui trans e sulle puttane, Paolo Conte ci ha immerso in mondi vintage e tutti gli altri cantautori hanno detto tante belle cose e raccontato tante belle storie. Ma Vasco te sei l’unico che ha scritto una canzone per ogni miseria umana: quando ti lasciano, quando lasci, quando sei innamorato, quando non lo sei più, quando è solo sesso, quando ti stanno usando, quando quella che lumavi torna a casa col negro, quando rimpiangi, quando sei strafatto o stralunato, quando sogni, quando sei incazzato col mondo, quando sei bello in pista, quando c’hai l’hangover, quando ti senti parte di una schiera di reietti che in qualche modo formano una comunità di cui sentirsi parte, quando cominci a invecchiare, anche quando per sei vecchio e bollito e la gente ti sperava morto tanto tempo fa. Ogni momento di forza o di debolezza ha una canzone di Vasco a celebrarlo. Alla fine le canzoni che la gente sa a memoria son quelle lì.

Per questo mi sarebbe piaciuto chiamarlo Vasco. Perché Vasco è prima di tutto quel Vasco lì, quello che ha un verso o un ritornello per ogni momento della tua vita. 
Poi è venuta femmina. 
Diciamocelo. In tanti hanno tirato un sospiro di sollievo. Anch’io. Son sempre andato più d’accordo con le donne che coi maschi.

Per questo ho composto per la mia figlia femmina (e per tutti i figli della gente che gli piace quel Vasco lì) questa playlist che ho chiamato VASCO PER EL BOCIA (vi do pure il link per scendervela, se me lo chiedete in privato).

Contiene le migliori canzoni di Vasco che non solo un bocia può capire, ma da cui può anche trarre degli insegnamenti importanti sulla vita. Anzi ne potrà trarre degli altri anche quando sarà adulto.
1. Che ironia riassume perfettamente il rapporto padre/figlia.
2. Non l’hai mica capito lo dice l’altra parte del ritornello.
3. Susanna parla di una bambina tutta colorata.
4. La strega parla di una tipa che se la tira senza motivo. La questione è che proprio tirarsela è senza motivo. Nel suo mondo di donna ne troverà un tot.
5. Va bè (se proprio te lo devo dire) parla del voler bene alle persone per come sono, non per come loro vogliono farsi vedere.
6. Vado al massimo è una canzone divertente che parla di scappare.
7. Splendida giornata è quello che pensi alla fine di una giornata faticosa ma, appunto, splendida.
8. Bollicine parla della CocaCola ed è molto divertente.
9. T’immagini è un volo della fantasia.
10. Cosa succede in città perché “quando c’ho il mal di stomaco/ce l’ho io mica te? O no” è una massima che andrebbe incisa sulle Dolomiti come Hollywood.
11. Domani sì, adesso no non è la meglio del lotto, ma è una roba che mi rigiocherò quando tenderà a procrastinare come fanno mamma e papà.
12. (Per quello che ho da fare) Faccio il militare è una canzone che parla dell’inutilità della guerra.
13. Walzer di gomma è una canzone del 1983, che è finita per essere l’ultima canzone de Gli Spari Sopra, ergo l’ultima canzone dell’ultimo disco figo di Vasco. “Corre la gioventù/Corre e non torna più/Passano gli anni e poi/Non passan più”.

Foto: Felix Lalù

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