Music

June 28, 2017

Alessandro Fongaro: quattro corde, infiniti pensieri in musica

Mauro Sperandio
Mercoledì 5 luglio, alle ore 22:30, presso l'Hotel Four Points by Sheraton di Bolzano, il Südtirol Jazzfestival Alto Adige presenta Clod!, interessante formazione guidata da Alessandro Fongaro.

Alessandro Fongaro è un giovane e promettente contrabbassista e bassista elettrico italiano. Trasferitosi in Olanda per studio ha scelto questo paese per proseguire la sua attività. Con Clod!, formazione da lui guidata, Alessandro porta in Alto Adige la sua musica. Parliamo con lui del suo lavoro…

Cos’è “CLOD!” ?

CLOD! è un gruppo nato dall’esigenza personale di cambiare suono ed approccio. Quando per la prima volta due anni fa, un collega chitarrista mi chiamò per suonare il basso elettrico (e non il contrabbasso) nel suo gruppo, capii che quella sarebbe stata la chiave che mi avrebbe dato accesso ad una serie di nuove possibilità musicali, per me ancora inesplorate. Fu così che decisi di creare un nuovo progetto che mi distanziasse dal quintetto acustico che guidavo in precedenza, in modo da ritrovare ispirazione e freschezza nel comporre e nel fare musica, anche riallacciandomi a le sonorità più rock che mi portarono a diventare musicista quand’ero più giovane.

Chi sono i tuoi compagni di avventura in questa formazione? Un aggettivo per definirli.

I compagni di viaggi sono: Nicolò Francesco Ricci al sax tenore, Dario Trapani alla chitarra, Koen Schalkwijk al wurlitzer e Mark Schilders alla batteria. Mi è difficile trovare un aggettivo per ognuno di loro, ma voglio sottolineare come questo progetto non potrebbe esistere se anche solo uno di loro non ne facesse parte. Ognuno di loro è eclettico a modo suo e tutti non si fanno il minimo problema ad imporre la propria artisticità in quello che scrivo. Per me, questa è una qualità fondamentale. Trovo che sia una delle cose in assoluto più stimolanti il fatto di collaborare con dei musicisti che siano a loro volta compositori ed ideatori di altri progetti, in quanto ognuno poi diventa parte integrante del processo di creazione e di conseguenza le direzioni che possono essere prese in musica diventano pressochè illimitate.

CLOD!

Si parla spesso di “fuga di cervelli” all’estero. Anche tu, come non pochi giovani musicisti italiani, hai scelto di emigrare per il tuo lavoro. Quali sono gli ostacoli e le opportunità che hai riscontrato in Italia e in Olanda?

In realtà, la scelta di emigrare in Olanda è stata meno conscia di quanto si possa pensare. Tutto è iniziato prendendo parte al Progetto Erasmus che mi diede la possibilità di studiare al Codarts (conservatorio di Rotterdam) per un semestre. Al termine di quell’esperienza mi fu chiesto di rimanere (i contrabbassisti mancano un po’ ovunque, non solo in Italia) e così decisi di restare per terminare il bachelor a Rotterdam per poi spostarmi ad Amsterdam per il master. Per quanto mi riguarda non penso di poter dire di essermene andato alla ricerca di qualcosa di meglio visto che in quel momento non ero ancora maturo o preparato musicalmente abbastanza da poter capire cosa mi mancasse in Italia. Quel che è certo è che in Olanda ho trovato un ambiente estremamente stimolante che mi ha fatto progredire e maturare velocemente, anche al di fuori dell’ambito musicale.

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Oltre all’attività in formazioni da te guidate, sei molto attivo come session-man. Cosa credi ti renda così richiesto? Cosa ti piace di questa parte del tuo lavoro?

Non sono sicuro di cosa mi renda richiesto come side-man, ma penso sia connesso con quello che mi piace di questo lato del mio lavoro. Mi ha sempre affascinato il fatto di poter mettere me stesso nella musica di qualcun altro, sia tramite il mio approccio nel suonarla e sia tramite le idee/opinioni che posso dare a chi è alla guida del progetto. Questa cosa mi stimola e mi arricchisce moltissimo dato che il più delle volte reinventare e interpretare musica scritta da altri musicisti sembra attivare nuovi modi di vedere le cose, che posso poi applicare alla musica che scrivo per i miei progetti.

 

 Di che musica hai bisogno in questa fase della tua vita?

La musica di cui ho bisogno cambia di continuo. Io, personalmente, ho la cattiva (o buona?) abitudine di fissarmi su delle cose in particolare. Se trovo un disco o un’artista che mi piace mi ci butto dentro con tutto me stesso ascoltando nient’altro che quello per per un bel po’ di tempo. In questo preciso istante gli artisti ai quali dedico quasi tutto il mio tempo da ascoltatore sono Mac DeMarco, Big Thief e Kneebody.

Che musica ti auguri di poter fare nel futuro?

Bella domanda! Innanzitutto mi auguro di poter continuare a fare musica nel futuro! Non so che musica mi auguro di poter fare, spero buona musica! Comunque sia, non nego che mi piacerebbe mettere piede nel mondo indie/pop.

In questa stagione le radio ci molestano e ci assillano con “i tormentoni dell’estate”. Puoi suggerirci tre brani che ci salvino le orecchie e rinfreschino i pensieri?

Visto che in questo momento sto ascoltando per lo più questi tre artisti, direi: My Kind of Woman – Mac DeMarco, Vegas – Big Thief, Still Play – Kneebody.

Foto: Clod; (3) Karen van Gilst

 

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