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May 15, 2017

Arno Dejaco: Lana? Un luogo per tornare

Mauro Sperandio

Il ricco programma dell’edizione 2017 di LanaLive è dedicato alla strada che da Lana conduce alla Val di Non, attraverso il Passo delle Palade. Tra gli eventi principali della manifestazione, Enlightenment – una partizione del tempo, perfomance composta di due momenti distinti che, dopo l’esecuzione di un opera musicale nella chiesa di Santa Margherita a Lana, riempirà di musica e parole lo spazio espositivo Gampengallery, nel bunker di Passo Palade.

Tra i performer che animeranno le “profondità” della solida costruzione militare vi è il brissinese Arno Dejaco, grafico, copyrighter e musicista. A lui la parola…

Lana è un punto di incontro tra due culture, un luogo di passaggio in cui soffermarsi. Cosa è Lana?

Vivendo a Bressanone, Lana non mi sembra nè italiana, nè tedesca, nè Merano, nè periferia, nè città, nè paese… Un luogo un po’ difficile da cogliere, che sì, forse, sembra un po’ di passaggio. Da dieci anni, tuttavia, ci torno costantemente: per Jux, per le sculture, per la letteratura, per il jazz e adesso anche per LanaLive.  Altro che “luogo di passaggio”!

La strada di Passo Palade giunge idealmente fino a Milano. Chi porteresti con te in un viaggio fino a questa grande città?

Hanspeter, amico e viaggiatore incantato.

arno dejaco

Cosa porteresti in regalo, dalla tua terra, ad un amico lontano?

Con un po’ di fortuna un sacco di “good vibes” e il tempo sufficiente per trasmettergliele.

Che musica vorresti ascoltare durante questo viaggio?

La musica che sto ascoltando proprio adesso: Fela Kuti, ITT2.

Un buon libro è un buon compagno di viaggio. Che libro porteresti con te?

Un libro che ho iniziato a leggere parecchie volte: Hannah Arendt, Vom Leben des Geistes (in italiano “La vita della mente” n.d.r.). Spero di riuscire a finirlo e comprenderlo in questa vita…

Un registratore, una macchina fotografica, un taccuino con una matita: cosa scegli per i tuoi appunti di viaggio?

In viaggio porto sempre con me un taccuino. Rigorosamente bianco, senza righe o quadretti.

arno dejaco

I confini, si sa, non sono solo quelli che si vedono. Nella vita di tutti i giorni, qual è la frontiera che trovi più difficile attraversare?

Il proprio ego.

Come la partenza e il viaggio, anche il momento del ritorno a casa ha un suo fascino. Quali sensazioni ricolleghi al ritornare?

Per ritornare ci vuole tempo, è come chiudere un cerchio. Va fatto con un po’ di pazienza e sincerità.

Foto: © Maria Hilber, Frei & Zeit

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