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May 8, 2017

5. Trienala Ladina: 6 artisti ladini e la dualità tra cultura locale e suggestioni globali

Franz

Tra i 44 artisti che hanno fatto domanda per partecipare alla quinta edizione della Trienala Ladina, una giuria internazionale ne ha selezionati sei: fino all’11 giugno 2017 [gio-sab 15-19 H] la mostra d’arte ladina intitolata “High Five” presenta negli spazi del Museum Ladin a San Martino in Badia, le opere di Gabriele Grones, Hubert Kostner, Nessi (Vanessa Layher), Notta Caflisch, Simon Perathoner e Andreas Senoner. Katharina Moling, collaboratrice del Museo badiota e coordinatrice della Trienala Ladina 2013 e il 2016, ci racconta qualcosa in più della triennale e dei lavori attualmente in mostra.

La Trienala Ladina è nata 13 anni fa. Chi ha dato inizio al progetto e come si è sviluppato nel tempo? 

La Trienala Ladina nasce nel 2004 su iniziativa del direttore del Museum Ladin Stefan Planker. Quest’anno siamo giunti alla sua quinta edizione. La Trienala è nata come iniziativa per dare visibilità agli artisti delle valli ladine. Nella sua prima edizione era un progetto curato ed organizzato internamente dal Museum Ladin. Alla sua terza edizione è stato poi deciso di invitare un curatore internazionale: nel 2010 Adam Budak che oggi è il curatore della National Gallery di Praga, nel 2013 Alfredo Cramerotti, direttore del Mostyn in Galles e nel 2016 Karin Pernegger, direttrice del Kunstraum di Innsbruck.   

Gli artisti coinvolti fino ad ora provengono da aree di cultura ladina su scala mittel-europea. Che forme assume il sentire comune presente tra queste geografie culturali differenti e tuttavia simili

La Trienala Ladina è un concorso aperto a tutti gli artisti residenti nelle cinque valli ladine (Val Badia, Val Gardena, Val di Fassa, Livinallongo e Ampezzo), nel Cantone dei Grigioni in Svizzera e nel Friuli Venezia Giulia. Possono partecipare anche gli artisti che hanno un legame con la storia, la cultura e le tradizioni ladine. Tramite l’iniziativa s’intende valorizzare e sostenere l’attività degli artisti delle suddette zone, offrendo loro l’opportunità di farsi conoscere sia a esperti di critica d’arte nonché ad un pubblico più ampio.  

Parlare di una specificità dell’arte ladina risulta difficile quando si ha a che fare con l’arte contemporanea. Penso tuttavia, che gli artisti residenti o cresciuti in queste zone, siano accomunati da una condizione di alterità, che la dualità tra la cultura locale e le suggestioni globali sia molto presenti. La forza dell’arte contemporanea, sta a mio avviso, nel fatto che questa riesca ad andare oltre le pertinenze geografiche, etniche e storiche. C’è comunque la persistenza di tecniche e linguaggi tradizionali, basti pensare alla grande presenza di artisti ladini che fanno scultura lignea; questi rielaborano l’approccio a tale tecnica e riescono a riportarla con una sensibilità contemporanea.

Trienala Ladina Andreas Senoner, Simon Perathoner, Nessi, Hubert Kostner, coordinatrice Katharina Molin, Direteur Stefan Planker y curatrice Karin PerneggerOgni anno una giuria di esperti viene selezionata per vagliare i progetti proposti. Quali le personalità coinvolte sino ad ora e come avviene la scelta?

In quest’edizione sono stati scelti i sei artisti vincitori tra 44 candidature. La giuria era composta da: Adam Budak, capo curatore, National Gallery di Praga; Karin Pernegger, direttrice artistica, Kunstraum Innsbruck; Gianluca D’Incà Levis, direttore artistico, Dolomiti Contemporanee, Veneto; Carl Aigner, direttore e direttore drtistico del Landesmuseum Niederösterreich, St. Pölten. Nelle edizioni passate abbiamo avuto personalità come Letizia Ragaglia, direttrice del Museion di Bolzano; Frida Carazzato, curatrice del Museion, Rainer Fuchs, curatore del Mumok di Vienna e ancora molti altri. 

Ogni edizione della Trienala Ladina è incentrata su una tematica specifica. I leitmotiv sono scelti in relazione a delle specificità della cultura ladina oppure vi sono altri criteri? 

Nel 2010, quando la Trienala è stata curata da Adam Budak, il titolo era “Mirrored Stories” e nel 2013 Alfredo Cramerotti intitolò la mostra “Chaos and Order”. Infine l’edizione di quest’anno porta il titolo “High Five”, di seguito una parte del testo della curatrice Karin Pernegger: “(…) cogliamo l’occasione di inserire nella quinta edizione della Trienala Ladina l’identità regionale quale parte integrante e visiva del concetto espositivo. Il titolo High Five non si riferisce solamente al saluto tipico della gestualità americana o ai festeggiamenti per la quinta edizione della Trienala ma vuol rappresentare anche lo spazio culturale caratterizzato dagli imponenti profili delle montagne e dalle cinque vaste valli”. Questa edizione è stata pensata dunque in stretta relazione alla cultura ladina, anche l’allestimento della mostra è ispirato ai classici decori dei costumi tradizionali delle valli e il decoro del costume della Val Badia è l’immagine grafica della Trienala. 

Qualche anticipazione sulle future iniziative del Museo Ladino?

Nel 2017 ci sarà una mostra tematica dal titolo “Il misterioso mondo delle grotte nelle Dolomiti”. Faremo poi un allestimento di un’opera d’arte in alta quota, del quale vi comunicheremo a breve, poi è in atto una bella collaborazione con la Galleria Civica di Trento per una mostra sulla scultura lignea e tanto altro ancora. Forse avremo l’occasione di fare un’altra chiacchierata più avanti.  

Trienala Ladina 2016 „High Five“
Museum Ladin Ćiastel de Tor
St. Martin in Thurn, Gadertal

Vernissage: 9.9.2016, 18 H
10.9.2016–11.6.2017

Foto: (1) Blau, Nessi; (2) Opening Trienala Ladina: Andreas Senoner, Simon Perathoner, Nessi, Hubert Kostner, coordinatrice Katharina Moling, Direteur Stefan Planker y curatrice Karin Pernegger, Museum Ladin

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