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March 20, 2017

Qollezione:
ripensare la tradizione e poi indossarla

Mauro Sperandio
Ogni abito ha la sua storia, ogni storia può essere evocata da un abito: Anna e Fabio, con la loro Qollezione, attingono ad un racconto antico, per vestire il moderno...

Una riflessione sulle proprie passioni, sulla propria terra di nascita, sulle sue tradizioni, i suoi usi e, appunto, i suoi costumi: è questo l’humus su cui è germogliata Qollezione, nuovo fashion label frutto della creatività di Anna Quinz, co-fondatrice di franzmagazine ed art director, e del marito Fabio Dalvit, che si occupa di comunicazione scientifica all’Eurac.

In attesa della presentazione ufficiale di Qollezione e della partecipazione di questo label al Fuorisalone 2017, rovistiamo tra le idee e il guardaroba di Anna e Fabio…

Visto che parliamo di moda, usiamo un’immagine familiare a tutti: quella del cartellino che solitamente spunta dal collo dei capispalla. Cominciamo con il brand:”Qollezione”.

Anna: Qollezione è prima di tutto una riflessione sul concetto di collezionismo. Da qui il nome, che funziona anche nel contesto della moda, organizzata appunto per “collezioni”. Infine, il cambio di iniziale,  con la Q del mio cognome, dà un tocco personale,
Quella del collezionare è un’“azione” che ci appartiene molto. Da sempre, sia Fabio che io, collezioniamo oggetti di vario tipo, lui, per esempio colleziona fumetti. Io, invece “mirabilia” tirolesi, dei quali mi affascina l’aspetto estetico. Ad un certo punto, ci siamo chiesti cosa stesse dietro a questo istinto, quali bisogni, slanci, emozioni. Una prima risposta che ci siamo dati – anche grazie a un pensiero illuminante di Hans Ulrich Obrist – è che collezionare è un modo per produrre conoscenza. Si colleziona mossi dalla curiosità, dal desiderio di approfondire, imparare e conoscere. Storie, materie, luoghi… Partendo da questo pensiero, è nata Qollezione. Un progetto che declina in formato “moda” queste riflessioni e che vuole creare, nel tempo, una “collezione di tradizioni” del nostro territorio – l’Alto Adige – riproposte e ripensate, appunto sotto forma di abiti.

Qollezione-square-MV-5795 copiaLe immagini parlano più di ogni descrizione, ma io sono curioso di vedere anche ciò che non si vede. Quali sono gli “ingredienti” che rendono unici gli abiti di questa prima Qollezione? Cosa ispira il vostro lavoro?

Fabio: In generale, Qollezione, di volta in volta, di collezione in collezione, prende ispirazione dall’Alto Adige e dalle sue tradizioni, dalle pratiche artigianali, dai materiali tipici, dalle storie e dai suoi immaginari. In questa prima collezione, siamo partiti dal blauer Schurz, l’inconfondibile grembiule blu dei contadini altoatesini. Qui, lo Schurz è da sempre parte integrante degli abiti da lavoro, segno identitario di un orgoglio antico, simbolo della locale vita rurale, icona senza tempo di una terra densa di tradizioni. Oltre a essere un compagno imprescindibile della vita rurale, oggi lo Schurz è anche un simbolo del territorio e un souvenir da portare a casa dopo un viaggio in Alto Adige. Partendo da questa forte identità, con Qollezione_01 volevamo portare in superficie la densità di questo oggetto, utilizzandone l’inconfondibile tessuto per costruire degli abiti contemporanei che permettessero di indossare – non solo in campagna o in cucina – questa icona altoatesina. Il blu dello Schurz è perfetto per essere indossato e il tessuto così resistente, eppure mutevole nel tempo, regala ai capi una vestibilità ideale. Abbiamo anche scoperto che, in origine, i ricami che caratterizzano gli Schurz erano fatti a mano dalle donne del maso, con disegni, simboli e “messaggi” per il proprio uomo. Assecondando questo rituale intimo e privato, abbiamo deciso di ricamare i nostri abiti. I disegni, creati da Massimiliano Mariz direttore creativo di Studio Typeklang, riprendono con gesti contemporanei una pratica artigianale antica e si inseriscono sui capi – tono su tono – come una collezione spontanea e organica di suggestioni che derivano da immagini, simboli, segni, elementi naturali, decori, strumenti di lavoro tipicamente altoatesini.

Anna: C’è un’altra particolarità nella Qollezione_01, che avvicina la moda al mondo dell’arte, da noi molto amato. Abbiamo chiesto a 5 artisti del Trentino Alto Adige di riflettere sul concetto di “vita rurale”. Luca Coser, Arnold Mario Dall’O, Federico Lanaro, Gabriela Oberkofler e Paul Thuile: ognuno di loro ci ha regalato una propria personale interpretazione. Da questi disegni, verranno realizzate – su ordinazione e in edizione limitata e numerata da 1 a 5 – delle pettorine (da indossare sui capi iconici di Qollezione_01, la tuta e l’abito, che riprendono la forma lineare del grembiule) ricamate a mano dalle sapienti mani di Silvia Della Giacoma di internodiciotto.

qollezione_01 dress 2Sempre scorrendo il nostro cartellino, vediamo, in senso figurato, la taglia della vostra impresa: che obiettivi avete? Quante ampie saranno le vostre collezioni e come saranno commercializzate?

Anna: Per prima cosa, presenteremo ufficialmente Qollezione al fuorisalone 2017 a Milano. In uno spazio nel quartiere di Brera, insieme ad altri 5 designer del Trentino Alto Adige, metteremo per la prima volta i nostri abiti blu tra le mani delle donne che verranno a trovarci. Poi, da fine aprile saremo presenti da Oberrauch Zitt a Bolzano, dove si potrà acquistare la collezione completa. Stiamo anche cercando altri punti vendita in Italia e, ovviamente, stiamo lavorando molto sulla comunicazione, per raccontare – dentro e fuori dall’Alto Adige – la storia bella dello Schurz.

Fabio: Una caratteristica specifica di Qollezione è che i capi – anche grazie alle linee essenziali e all’uso di materie locali di qualità – sono pensati per durare nel tempo e per dare vita a una collezione in continua evoluzione, che non segue le stagionalità della moda, ma piuttosto la ciclicità della natura di montagna. Le singole capsule collection, composte da pochi capi ciascuna, sono contrassegnate semplicemente da un numero progressivo: 01, 02… E ogni collezione è concepita per poter essere abbinata alla precedente, alla successiva e via dicendo. Questo permette, anche, una distribuzione e commercializzazione continuativa, che non fa “scadere” una collezione al termine di una specifica stagione. E in più, ogni capo diventa così un pezzo insostituibile, e mai fuori tempo, di una collezione personale di tradizioni altoatesine che ogni cliente può costruire nel proprio guardaroba.

qollezione_01 jacket copiaCome avete organizzato il vostro lavoro in Qollezione?

Anna: Premetto che né io né Fabio siamo fashion designer. Il nostro lavoro è prima di tutto quello di direzione creativa e concettuale del progetto. Noi costruiamo l’immaginario complessivo di Qollezione e gli immaginari delle singole collezioni, cerchiamo ispirazioni e suggestioni, raccogliamo idee e cerchiamo di creare un mondo di riferimento che poi trasportiamo nei capi, ma anche nello storytelling che ruota loro intorno. Siamo sempre noi due ad occuparci anche degli aspetti più strettamente imprenditoriali e manageriali. I ruoli tra noi due sono fluidi. Ogni giorno, da un anno a questa parte, dopo il lavoro “curricolare” ci incontriamo e – durante un aperitivo o una cena al tavolo di casa nostra – ci confrontiamo su quel che abbiamo fatto, pensato e osservato durante la giornata. Siamo complementari, ma anche molto in sintonia, per questo riusciamo, come coppia e come partner in questa nuova avventura imprenditoriale, a dialogare in profondità e a trovare sempre il punto di accordo tra noi, sia pratico che creativo.

Fabio: Accanto e insieme a noi lavorano molti talentuosi professionisti che si occupano ciascuno di un aspetto diverso del progetto. Ines Ivkovich di Studio Babai ha realizzato il nostro logo; la nostra assistente Ylenia Steiner ci sta aiutando su più fronti; Massimiliano Mariz che abbiamo già citato ha realizzato i disegni dei ricami. Poi c’è naturalmente la produzione vera e propria: un modellista ha creato i modelli, sulla base delle nostre indicazioni e del moodboard, un laboratorio produce i capi, un altro i ricami… infine, ci sono molte altre persone coinvolte: Matteo Vegetti che ha fotografato il contadino Johann Weissenegger, Annelie Bortolotti che ha ritratto me e Anna, Allegra Baggio Corradi che ha scritto i testi inglesi del sito… Insomma, Qollezione è anche una “collezione” di persone creative e visionarie che collaborano con noi.

qollezione_01 skirt 2 copiaImmancabile, sempre nella nostra etichetta, è la composizione dei capi e il luogo di produzione. Che materiali prediligete? Dove saranno prodotti i vostri capi?

Fabio: Dello Schurz abbiamo già parlato. In futuro, il processo intorno alla materia sarà il medesimo: cercheremo tessuti e materiali significativi e iconici dell’Alto Adige, ma andremo anche a cercare pratiche artigianali antiche e tramandate di padre in figlio, storici complementi d’arredo, costumi del folklore, elementi decorativi o architettonici, forme e colori di un particolare contesto naturale e ambientale… ogni dettaglio che caratterizza l’estetica altoatesina potrà diventare ispirazione e punto di partenza per una nuova Qollezione.

Anna: Teniamo molto alla qualità dei nostri pezzi. Curiamo ogni piccolo dettaglio, nella vestibilità, nella produzione, nell’estetica. Per questo la nostra produzione è rigorosamente made in Italy. Lavoriamo con piccoli laboratori, per mantenere una dimensione di dialogo aperto e di scambio di competenze. Stiamo imparando molto dai nostri partner, è una lezione preziosa per noi che per la prima volta ci confrontiamo con la produzione di moda.  
 
ritocco_2.jpgModa e gossip stanno bene assieme, per questo motivo non posso esimermi dal rovistare in casa Dalvit-Quinz… Cosa non troverò mai nel vostro guardaroba? Cosa, al contrario, ritenete immancabile?

Anna: io amo la moda da sempre. Non solo in quanto “abiti belli da collezionare nel guardaroba”, ma anche e soprattutto come materia di studio e lavoro. Mi interessano gli aspetti concettuali e creativi che stanno dietro e dentro una collezione. Per questo, cerco anche di acquistare capi di qualità che abbiano una personalità, che siano frutto di una ricerca profonda, che raccontino una storia e che – naturalmente – si adattino al mio gusto e alla mia personalità. Difficile dire cosa non mancherà mai e cosa mai ci sarà. Sono volatile e volubile. Mi innamoro di cose sempre diverse, e in modo istintivo. Amo i capi del passato familiare, di mia madre e mia nonna. Amo il blu a sostituire pian piano il nero. Amo i tacchi alti ma porto quasi sempre scarpe basse… Insomma, il mio guardaroba è un po’ la mia Wunderkammer, una collezione personale e spontanea di grandi e inseparabili amori, fatti di stoffa.

Fabio: Se Anna spazia tra forme e colori sempre diversi, io tendo a essere più conservatore. Quando mi innamoro di un capo, ne acquisto più di uno, in varie tonalità. Oppure, ci sono periodi in cui ad affascinarmi è un colore specifico e neanche a farlo apposta, nell’ultimo periodo ad entrare nel mio guardaroba sono stati quasi esclusivamente pezzi blu. Non troverete mai nel mio armadio abbigliamento sportivo e colorato, immancabili invece sono i maglioni inglesi in lana merino, le giacche sartoriali e le scarpe marchigiane fatte a mano.

Foto: Qollezione/Matteo Vegetti

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