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January 31, 2017

Circondati dal profumo del legno a Palazzo Roccabruna

Francesca Fattinger

Luci ed ombre del legno…una mostra che viaggia” è il titolo di un’esposizione itinerante che ha trovato al Palazzo Roccabruna di Trento la sua prima tappa, per poi spostarsi a Borgo Valsugana, Silandro, Dozza città d’arte e arrivare fino al Mezzogiorno in una piccola comunità in provincia di Salerno. La storia alle sue spalle è però molto più lunga: si tratta dell’undicesima edizione del “più bel simposio di scultura in legno d’Italia”, secondo le parole di chi questi simposi li frequenta e li conosce dall’interno. Questo simposio, infatti, partito da una piccola città come Castel Tesino nel 2012, si è poi trasformato e ha oltrepassato le barriere provinciali e nazionali per assumere un carattere internazionale, divenendo in poco tempo un punto di riferimento per molti artisti. La magia del legno, grazie a questo appuntamento annuale, richiama l’attenzione delle città in cui è ospitato, mostrando scultori italiani e stranieri. A Palazzo Roccabruna, edificio cinquecentesco divenuto sede della Camera di Commercio di Trento, si dà spazio a iniziative di promozione vinicola e agroalimentare, ma anche a eventi culturali e artistici.

sala alexandrescu 2È in questo contesto che si inseriscono le opere dei cinque artisti del legno qui esposti: i finalisti del simposio tenutosi l’ultima settimana di luglio dell’anno scorso a Castel Tesino. A ogni artista, come da tradizione del simposio, è stato consegnato un tronco, lungo 170 cm e largo 40/50 cm, e in assenza di una precisa tematica è stato chiesto loro di trasformarlo secondo il loro stile e la loro ispirazione. Nelle sale del Palazzo Roccabruna sono esposte le opere finaliste e altre opere degli stessi scultori, al fine di mostrare chiaramente il loro modo di lavorare e la loro estetica. Martin Demetz, il primo artista che si incontra accedendo alle sale dell’esposizione, mostra con asciutta eleganza figure che tendono all’astrazione, come nel caso di “Pesci” in cui il traforo del legno dà un senso di leggerezza, tanto da dare l’impressione che quei pesci scolpiti nel legno di cirmolo possano a un certo punto staccarsi per muoversi nell’aria che li circonda. Si passa poi a Ionel Alexandrescu, artista rumeno che scolpisce figure femminili mistiche e sensuali, ne descrive le vesti e le movenze con mistero e attrazione: sono muse che sembrano tutt’uno con il vento che le circonda e le anima, o è forse il contrario?

alexandrescuIl legno si fa occasione di giochi di contrasti, tra pieni e vuoti, tra forme lineari e sinuose, tra zone in ombra e giochi di luce nelle sculture di Gianangelo Longhini, in cui le forme sembrano espandersi gradualmente e accompagnano l’occhio in un gioco di torsioni.

L’astrazione della forma lascia poi spazio agli ultimi due artisti che dal legno fanno nascere figure antropomorfe. Le opere in legno policromo di Matthias Sieff sembrano esseri leggendari e primitivi, simbolo della forza della natura, possenti ed enigmatici nelle loro pose ieratiche e nei loro sguardi fissi interrogativi e scaltri. Conclude la mostra l’opera di Mario Iral, in cui dal tronco emerge una donna  di reminiscenza classica e due visi che, l’ uno irato e l’altro sorridente, rappresentano forse i ricordi che si perdono nel flusso della sua memoria.

Una mostra che è un’occasione per immergersi nel profumo del legno e fantasticare sulle forme che questi artisti hanno fatto emergere da semplici tronchi modellando la materia come forma viva e dotata di un’anima nascosta.

Foto: Luci ed ombre del legno

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