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December 6, 2016

“Siate analogici”: intervista a Vincenzo Mancuso, ideatore del festival dedicato ai feticisti della pellicola

Claudia Gelati

Analogica è un festival + piattaforma per veri nerd della pellicola. Niente vibes nostalgiche-romantiche, solo una grande dedizione ed interesse per tecniche di produzione artistica che rischiano di essere dimenticate, in un epoca di esasperazione tecnologica. Abbiamo fatto quattro chiacchiere con Vincenzo Mancuso, ideatore del progetto, Roma–Bolzano non stop.

Hallo! Ciao! Io mi chiamo franz e sono nato il 2 Marzo 2010 e tu chi sei?

Ciao, io mi chiamo Analogica e sono un festival nato nel 2011, ma stavo già in giro dal 2007, diciamo più in incognito, organizzando proiezioni in pellicola e dj set di vinile nel quartiere del Pigneto a Roma.

Che cos’è Analogica? Da chi è partita l’idea e chi è che, anno dopo anno, rende possibile questa cosa? Ho letto che le prime edizioni si sono svolte a Roma. Perché il Südtirol adesso?

Analogica è un festival annuale ed una piattaforma dove incontrare e vedere ciò che viene prodotto oggi utilizzando ancora il film e la pellicola e per sostenere chi continua questo tipo di produzione. Con lo stesso principio sostiene i progetti di performance che mettono al centro l’uso di strumentazione analogica. Durante il festival si organizzano incontri per presentare delle tecniche o dei progetti legati alla produzione analogica e dei workshop per incoraggiare a riscoprire l’uso della pellicola. Analogica è un’idea di Vincenzo Mancuso, documentarista formatosi a Bolzano, e nasce con la collaborazione e il coinvolgimento di diverse persone vicine e lontane, su tutte il gruppo storico di via Brennero. Il festival ha avuto le sue prime due edizioni a Roma, ma l’idea da sempre era realizzarlo in terra sudtirolese per un legame naturale che buona parte di chi è Analogica ha con questa terra e anche per creare un evento in un territorio meno centrale, qualcosa che bisogna un po’ andare a cercare perché se ne sente il bisogno. 


Ok, abbiamo capito cos’è Analogica. Ma franz è ancora più curioso: dove, come e perché è nata questa idea? Anche tu nella schiera dei romantici/nostalgici analogici? Che poi adesso tra gli hipster va abbastanza di moda essere analogici/vintage? (provocazione, ndr)

Non c’è nulla di romantico o di nostalgico, ma più un senso di conservazione di tecniche di produzione artistica che rischiano di scomparire o di essere dimenticate, ma che hanno ancora tantissime possibilità.
Analogica sostiene innanzitutto la creatività, e nasce per promuovere e diffondere l’utilizzo della pellicola, soprattutto, sia in ambito filmico che fotografico. Questa è la motivazione principale che ha dato vita al festival e alla piattaforma.
Un modo per collegarsi e restare collegati a tutte le realtà che ancora lavorano con queste tecniche, e avere la possibilità di conoscersi e condividere programmi e risorse tecniche.
 Negli anni Analogica ha sviluppato una fitta rete di collaborazioni con laboratori indipendenti europei e americani, e dopo le quattro giornate del festival la Selezione Analogica, una raccolta di 20 cortometraggi prodotti in pellicola e selezionata ogni anno attraverso una call internazionale, viaggia in un tour internazionale che parte da Milano e arriva a San Francisco, passando da Roma, Napoli, Barcellona, Londra e New York.
Cosa piaccia agli hipster non ci interessa molto, ma siamo sempre molto contenti quando le persone vogliono riscoprire l’uso della pellicola. E’ un modo diverso di vedere le immagini, e di realizzarle. Diciamo che il film tende a farti “consumare” meno le immagini (si realizzano meno immagini compulsive ecco) e a viverle un po’ di più.

In un periodo di esasperazione tecnologica, smartphone e instagram, la fotografia analogica conserva sempre il suo fascino. Cosa ne pensi  di questi social per pseudo-fotografi-della-domenica? (che poi li usiamo tutti, io per prima)

Instagram all’inizio, prima di virare la sua scala cromatica verso l’arcobaleno del trash, vendeva questa idea di fotografia digitale e immediata con il feeling però della fotografia su rullino, con tutti i suoi bei filtri che riprendevano, se non sbaglio, i filtri di correzione dei fotografi. Credo che i social siano importanti mezzi di condivisione, e che alla fine sono le persone che decidono che utilizzo farne. Analogica le sue prime proiezioni le ha organizzate attraverso myspace, che oggi probabile pochi se lo ricordano ancora, ma per noi è stato un primo importante mezzo di aggregazione. Attraverso questo social abbiamo conosciuto molti film makers e artisti con cui abbiamo collaborato e continuiamo a collaborare e abbiamo organizzato la nostra prima proiezione a Brooklyn nel 2010.
Instagram è nato proprio riprendendo il concetto della foto instantanea, e infatti sia il logo che i filtri inseriti si ispiravano alla polaroid inventata nel ’48. E anche il formato, quadrato, è quello tipico della polaroid. Credo che instagram, eyeem e anche flickr (anche se in modo molto meno evidente) siano più strumenti di condivisione che non di creazione. Io li ho sempre visti così, mai pensato che fossero strumenti per realizzare fotografie.

Tra le fila dell’analogico non c’è solo la pellicola fotografica-cinematografica. Ecco la domanda da un milione di dollari. Sei pronto? Spotify, CD o vinile? (Io vinile, tutta la vita)

Si bello il vinile, nessun dubbio. Ma se viaggio, ascolto la musica nel modo più pratico possibile.

Disco, libro, film, regista, fotografo preferito?

Analogica non può che dire tutti quei film makers che lavorano sul linguaggio partendo dalla materia stessa. Per fare un esempio, Bill Morrison, di cui abbiamo ospitato una delle prime retrospettive in Italia nel 2012. Per la fotografia il discorso è lo stesso. Per fare un nome direi Vivian Maier, non solo per la qualità di quello che ha fatto, ma per il valore simbolico della sua scoperta e del suo successo. In un mondo digitale probabilmente le sue foto non sarebbe mai state trovate e mai sarebbero state apprezzate. Il libro preferito di Analogica non può che essere The Super 8 Book di Lenny Lipton. Il disco è uno a caso del progetto Thisquietarmy, che abbiamo appena ospitato all’ultima edizione di Analogica e quindi ci teniamo a promuovere e poi lui è davvero molto bravo.

Un saluto ai lettori di franz, grazie.

Un saluto a tutti voi! E siate analogici, quando potete.

 

Foto: Analogica

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