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October 19, 2016

Come i mesi l’anno: un’occasione per conoscere Anita Pichler

Mauro Sperandio

Il momento che svela a me, veneziano in Sud Tirolo, Anita Pichler è uno strano ottobre, troppo freddo per essere solo l’inizio d’autunno. Precoce come questo inverno è stata la morte di questa scrittrice, che fu la prima a farsi conoscere ed apprezzare fuori dai confini di questa regione di confine.

Giovinetta tra Scena, Merano e Solda, liceale nella romantica (in senso letterario) Trieste, studentessa universitaria nella bifronte Venezia, ricercatrice nella cruda Berlino Est, Anita ha vissuto i suoi neanche cinquant’anni come un pellegrinaggio di ricerca, approfondimento ed esperienza umana.

L’occasione per scoprire la sua opera mi è data dalla ristampa di “Wie die Monate das Jahr”, “Come i mesi l’anno”. Tradotto da Valentina di Rosa e pubblicato nel 1991 da Marsilio, il romanzo viene ora ristampato da Edizioni Alpha Beta Verlag. Incantato dalla scrittura, incuriosito dall’autrice, per onestà e riconoscenza nei confronti di lei, non voglio correre il rischio di considerare autobiografico ciò che magari non è. A Sabine Gruber e Renate Mumelter, amiche di Anita e custodi della sua eredità letteraria, chiedo di raccontarmi della donna e dell’autrice.

Chi è, nel vostro ricordo, Anita Pichler?

Anita innanzitutto è un’amica. Abbiamo condiviso con lei, ognuna di noi nel suo ambito, molti interessi comuni, come quello per la scrittura, ovviamente, e quello per il riconoscimento della scrittura lettararia come professione. A quel tempo, in Alto Adige non esisteva la figura dello scrittore o della scrittrice minimamente retribuiti per il loro lavoro, era addirittura difficile farsi pagare le serate di lettura. Insieme ad altri eravamo impegnate nel Südtiroler Autorenvereinigung SAV, che era ed è tuttora, oltre ad un’associazione di autrici ed autori, anche una specie di rappresentenza sindacale. Con Anita condividevamo un certo modo di vedere il mondo e la voglia di vivere. E quando Anita si ammalò, abbiamo condiviso il suo dolore per dover lasciare questo mondo, accompagnandola insieme a molti altri amici negli ultimi anni di vita.

Spesso la morte e il passare del tempo distorgono ricordi ed immagini. Chi non è stata Anita Pichler?

Bah, non saprei cosa rispondere. Era una persona che amava la vita, le lingue, la scrittura, le montagne e le sue città, che erano Venezia, Vienna, Berlino, Merano e alla fine Bolzano. Amava fotografare, amava viaggiare ed osservare il mondo, amava le belle cose.

Anita Pichler

Quali sono state le circostanze che vi hanno portato alla riedizione di “Come i mesi dell’anno”? Quali le difficoltà?

“Come i mesi l’anno” era stato pubblicato nel 1989 da Suhrkamp. Nel 1991, Marsilio pubblico la traduzione in lingua italiana di Valentina Di Rosa, una traduzione autorizzata dalla stessa Anita Pichler. Da anni il libro non era più disponibile. Siccome noi come curatrici del lascito letterario di Anita Pichler riteniamo doveroso rendere reperibili – in vita, praticamente – i suoi testi, puntammo prima su una riedizione con Marsilio, ma per motivi interni alla casa editrice questo tentativo non andò a buon fine. Riuscimmo però a coinvolgere le edizioni Alpha Beta Verlag. Cesare De Michelis, di Marsilio, e la traduttrice non ebbero niente in contrario. Il finanziamento è stato possibile grazie alle nuove regole provinciali che riguardano le traduzioni di testi letterari, secondo le quali l’assessorato alla Cultura Tedesca finanzia traduzioni di testi di autori locali tedeschi in italiano, e viceversa per quanto riguarda gli autori di lingua italiana.

Il libro ci fa incontrare tre personaggi ben definiti: Miriam, la protagonista fragile ed ostinata; Max, l’amato sfuggevole; Oswald von Wolkenstein, avventuriero e letterato. Cosa ci svelano di Anita questi personaggi?

Di Anita questi personaggi non ci svelano un bel niente. Lei teneva ben separata la sua scrittura dalla sua biografia. Per scrivere questo racconto, Anita si è fermata a Bolzano quasi un’anno, portando avanti le ricerche che accompagnavano la stesura del testo.  

Tanto nel libro, quanto nella vita di tutti i giorno, quali circostanze, stagioni o luoghi vi rievocano la presenza di Anita?

Anita c’è sempre, come tra l’altro tante altre persone che hanno avuto un ruolo nella nostra vita e non ci sono più. Ovviamente ci sono delle ricorrenze, come il compleanno il 28 gennaio o la giornata della sua morte il 6 aprile, in cui Anita è ancora più presente. Ma Anita c’è comunque, non solo perchè ci sono delle foto o degli oggetti tenuti come ricordo, ma perchè i suoi libri stanno nei nostri scaffali, e le sue parole, idee e convinzioni hanno trovato uno spazio nelle nostre teste e ogni tanto vengono a galla.

Cosa rende meritevole la conservazione e la diffusione dell’opera di Anita? In che modo il suo lavoro si mantiene interessante?

Anita Pichler fu la prima scrittrice altoatesina del dopoguerra le cui opere furono accolte con grande interesse nel mondo letterario tedesco (Austria, Germania, Svizzera). I testi che ci ha lasciato sono pochi, ma meritano di essere letti oggi, domani e dopodomani. Essi chiedono un’attenzione particolare ed hanno il pregio di poter essere letti molte volte, perchè ad ogni lettura c’è da scoprire qualcosa di nuovo. A Bolzano, nel quartiere Casanova, sta nascendo una piazza intitolata ad Anita Pichler. Grazie alla reperibilità dei testi di Anita, e grazie ad altre future traduzioni (in cui confidiamo), sarà possibile anche per le nuove generazioni conoscere la persona che dà il nome a questa nuova piazza.
Nel 2017, in occasione del ventesimo anniversario della sua morte, ricorderemo Anita in due momenti particolari: uno avrà luogo proprio il 6 aprile e l’altro, di respiro internazionale, a giugno, in occasione del festival letterario WeinLesen nell’abbazia di Novacella (8–11 giugno 2017). In quest’occasione gli autori Katja Lange-Müller e Robert Schindel parleranno dell’opera di Anita.

Anita Pichler, Come i mesi l’anno,  ed. Alpha Beta Verlag , Merano 2016.

Foto: (1) © Jeannine Biel; (2)  Anita Pichler

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