Lodenwelt: oltre il muro conHeiner Oberrauch
Una fiorente zona produttiva e ricettiva, una ingombrante barriera stradale, un’idea, un concorso, una soluzione che a novembre diventerà realtà creativa.
L’imprenditoria in generale, la moda più marcatamente, vivono della loro capacità di precorrere i tempi, cogliendo le occasioni e guardando lontano. Se però costruiscono un muro davanti al tuo laboratorio, al tuo locale, o al tuo negozio, la faccenda si complica… Solo l’imprenditore coraggioso vedrà in quel muro una sfida da vincere e non un’ostacolo invalicabile. Solo l’imprenditore creativo troverà in questa barriera un varco per raggiungere altri mondi, quali sono l’arte e il design.
Fuori di metafora, a oscurare il sole della Lodenwelt – area produttiva legata al noto tessuto verde nella val Pusteria – ci ha pensato una barriera antirumore lunga un chilometro.
Parliamo con l’imprenditore Heiner Oberrauch di problemi e soluzioni…
Una barriera anti rumore oscura una vivace area produttiva. Un problema diventa una sfida e forse un’opportunità. Come nasce l’idea di indire un concorso come “Kunst am Bau”?
Ci siamo trovati a dover prendere una decisione importante per la nostra area produttiva, avevamo avuto un crollo delle entrate di quasi il 50%. In momenti come questi, un imprenditore si trova davanti a due sole opzioni: chiudere, oppure prendere il toro per le corna e fare qualcosa di buono. Assieme agli altri imprenditori dell’area ci siamo detti che questa barriera era anche brutta e che dunque avremmo potuto sfruttarla in qualche modo.
Da un’opera anonima a qualcosa di caratterizzato, dunque?
Chi costruisce qualcosa nello spazio pubblico ha sempre una responsabilità verso la comunità. Il caso della sede di Salewa, alle porte di Bolzano, è stato significativo: la nostra struttura è diventata un simbolo per l’industria di Bolzano. Sulla scorta di quell’esperienza abbiamo pensato di promuovere un concorso, anche perché le idee migliori non si hanno sempre da soli… Da qui il coinvolgimento del mondo dell’arte e del design.
Cosa vi ha fatto scegliere il progetto proposto da DOC -office for communication and design?
Sono due gli aspetti che ci hanno positivamente colpito e riguardano il colore e la forma. La Lodenwelt è una realtà ormai conosciuta: la gente non sa dove si trova Vandoies, ma tutti sanno dove si trova la Lodenwelt. Che una vallata abbia il suo tessuto è un valore in se stesso, DOC ha interpretato bene il verde del Loden e allo stesso tempo il verde della Val Pusteria, che con i suoi prati e i suoi boschi è forse l’area più verde – appunto – d’Italia.
Ci è poi piaciuta la linearità e la semplicità di questa struttura, che la rendono chiaramente leggibile da tutti e allo stesso tempo in dialogo con il territorio.Oltre alla “necessità” di dover inventare una soluzione che arginasse le perdita economica, crede che questa sia stata un’occasione per mettere in contatto le realtà della Lodenwelt con l’arte e il design?
Chi fa vestiti è sempre vicino all’arte, la creatività e la personalità si esprimono tanto attraverso l’abbigliamento quanto attraverso l’opera artistica. Entrambi questi mondi si assomigliano anche nella capacità di cogliere lo Zetgeist, lo spirito dei tempi, di capirlo ed intercettarlo. Questa indole comune al nostro mondo e a quello dell’arte permette il dialogo e ci rende aperti e curiosi.
Credi che se la vostra area fosse stata puramente turistica gli amministratori avrebbero impiegato più attenzione all’impatto creato da questa barriera?
Non credo. Ci era stato promesso che questa barriera non sarebbe stata costruita e secondo le norme in materia non era nemmeno prevista. Ci ha spiazzato il fatto che la promessa non si stata mantenuta, questo modo di agire non può funzionare. Di fronte a ciò, la politica ci ha però dato la possibilità di rendere al meglio questa barriera. La soluzione adottata credo porterà beneficio sia alla Lodenwelt che alla vallata.
Come imprenditore di successo, pensando ai giovani che leggeranno le tue parole, ti chiedo che ruolo riveste nel tuo lavoro la creatività e la capacità di percorrere nuove strade.
Sono curioso per natura e credo che questo sia fondamentale nel mio lavoro. Altrettanto importante è avere il coraggio di sbagliare e imparare dai propri errori. Sono interessato al nuovo e per questo, quando qualcosa funziona, io mollo per dare ad altri la libertà di portare avanti il lavoro. Il mio compito consiste nel capire cosa succederà tra venticinque anni, sono dunque più orientato a immaginare il futuro che ad amministrare il presente.
Ci sono tante aziende che funzionano bene in cui il presidente si occupa principalmente di amministrazione, il caso del gruppo Oberalp è un po’ singolare, perché sono più quello delle idee, che dell’organizzazione. Bisogna sempre sapere cosa non si sa fare così bene, lasciandolo ad altri che lo sanno fare meglio. La bravura di un imprenditore sta nel riconoscere le buone idee, prendendo le decisioni giuste. Come imprenditore ho il compito di creare una cultura all’interno dell’azienda che permetta alla gente di ottenere successi.
Foto: Lodenwelt, doc