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August 18, 2016

“Qui, come sulla terra, il cibo è sacro”

Claudia Gelati

Per esplorare lo spazio inesplorato, non abbiamo bisogno solo di bei macchinari, una preparazione solida ed efficiente, tutine argentate e un gran Karma. Qui, come sulla terra, il cibo è sacro.
 Ma non per la storia della massaia che prepara il pranzo allo scoccare della campana del mezzodì. Proprio per la funzione vitale del cibo. Mangiare per vivere o vivere per mangiare?

Ah, me la ricordo la mia nonna vè… che quando la campana suonava, correva dritta in casa a buttare la pasta. Sembrava un giocoliere con tutte queste pentole in mano.
 Pim, pum, pam il pranzo è servito. E, all’epoca, mica si poteva dire “mi mangio un panino al volo” o “giusto uno yogurt per stare in linea” … La pasta, il contorno, il secondo, la frutta, il caffettino e pure l’ammazza caffè.

Oggi le cose sono – diciamo così – molto più fluide. E vi dirò che le pappette che presto mi troverò a mangiare, guardando il mondo da un oblò, come cantava qualcuno, non mi scandalizzano più di tanto. Somigliano un po’ alle minestre in polvere che mi preparo la sera, nella mia routine da uomo single.

Certo non si può dire che siano belli. Ve lo posso assicurare, parola di quasi astronauta.
 Un contatto con questi cibi del futuro, lo abbiamo già avuto. Bisogna familiarizzare velocemente, altrimenti quando poi arriverà l’ora della cena spaziale, dispersi chissà dove, rimarremo di sasso.
E piangeremo. E ci mancherà la mamma. Solo per due minuti, sia chiaro. Stata leggendo parole di astronauti tutti d’un pezzo.
 Allora questi cibi sono tutti impacchettati, sottovuoto e con colorini che variano dal beige, al marrone, fino a un delizioso grigio fogna. Vi avevo avvertito sulla loro bruttezza.
 Però, d’altronde, è l’unica soluzione possibile: negli shuttle non si possono utilizzare fiamme libere, e dunque non è possibile cucinare nel vero senso della parola. Dunque, per ridurre al massimo peso ed ingombro, tutti i cibi vengono precotti e confezionati sottovuoto. Così l’unica cosa da fare, sarà “sedersi” a tavola, aggiungere acqua calda o fredda e puff … come per magia, il piatto lieviterà e tornerà allo stato normale. Alcuni sono addirittura confezionati in tubetti argentati, a metà via tra la pasta d’acciughe, il dentifricio e la pomata per gli ematomi.
 L’assenza di gravità poi gioca brutti scherzi: ci priva dell’olfatto e del gusto, così tutte queste pappette vengono condite con salse e salsine per esaltarne il gusto.
 Il processo di disidratazione degli alimenti e la sterilizzazione a freddo alla quale sono sottoposti, li priva delle vitamine e delle proteine: ecco perché la mattina ci spetta la nostra razione di pastiglie, tutte belle colorate, per integrare la dieta. La mia preferita è quella celestina-rosapallido; non so di cosa si tratti… ma è davvero deliziosa e caruccia.
 Pensate che negli anni ’70, alcuni nostri colleghi, avevano a disposizione un vassoio super tecnologico per l’epoca che permetteva di scaldare i cibi. Dalle foto sembrava quasi la cucina di mia sorella. No, non quella vera… quella giocattolo che hanno tutte le bambine. Qualcuno prima o poi dovrà spiegarmela questa mania per le cucine e la pseudo vita domestica delle bambine. Comunque… 
 colorini a parte, non possiamo lamentarci. C’è l’estratto di carne, il pane disidratato, uno strano liquido denso che spacciano per uova, gallette, frutta disidratata, succo d’ananas, noccioline, maionese, formaggio e pure la pasta! Da non crederci! Eh ci sono pure i vassoi con le posate… attaccate con una calamita, tipo. Altrimenti volerebbero coltelli. Altro che Circo, ci scapperebbe il morto.
 Assolutamente vietati sono, però i cibi che creano briciole, perché queste, data l’assenza di gravità, rimarrebbero nell’aria per giorni e gli astronauti, potrebbero ammalarsi o addirittura soffocarsi, respirandole. Banditi quindi crackers e biscotti … questa si che è una nota dolente. Tutti i cibi vengono sterilizzati a freddo e poi confezionati, ma alcuni vengono trattati con il calore per evitare la proliferazioni di batteri, con un processo che si chiama termostabiliz… qualcosa così. Una delle cose che mi ha più impressionato sono le bevande. Tutte impacchettate d’argento, sembrano più confezioni di prosciutto che roba da bere. Poi hanno tutte queste strane cannucce.

ISSSpaceFoodsAssortment

Rovistando tra le confezioni si trovano succhi d’ananas, acqua, the… No questo è davvero troppo. No, davvero non fatemelo dire.
 No, No e NO.

Anche il caffè è d’argento vestito. Roba da farci un crociata spaziale.
 Io, italiano, figlio di una cultura millenaria del caffè, pugnalato così a morte. Ah, che vita ingrata. Dio, la zia Maria e la Mamma mia mi perdonino.

Mi sa che ora devo andare… dovrebbe esserci un’esercitazione di qualcosa a breve.
 Ma una cosa è certa: quando metterò di nuovo piede sul suolo terrestre mi precipiterò a casa. E mangerò cose vere che profumano e fanno cric croc sotto i denti.
 Una bella carbonara, magari. Mmm, sento già il rumore della pancetta che scricchiola nell’olio. Una bistecca, due canederli e della bella verdura fresc….” 

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