Music

August 7, 2016

Di festival e pianisti: ritorno alle origini

Alessandro Tommasi

Mi mancava scrivere per franz.

Raramente si può essere così liberi, così diretti, così tranquilli e scanzonati, sospendendo per qualche momento i criteri, gli stili e la correttezza a favore di un più istintivo “scrivere come si parla”, come quando si scrive per franz. Ed io mancavo a queste pagine di blog culturale da ben un anno. 

E’ dunque con grande gioia e tripudio che scrivo questo breve pezzo dedicato (ma quando mai?) al Bolzano Festival Bozen. Nello specifico al Festival Busoni (altra grande sorpresa…) e ancor più nello specifico al concerto di Giovedì 4 Agosto, tenutosi presso l’Auditorium Haydn in via Dante 15, Bolzano BZ 39100 Italia.

E’ iniziato il BFB. Come ogni anno l’agosto bolzanino si trasforma in un formicaio di artisti, fra concerti, prove, lezioni, incontri e così via. Già diversi concerti si sono tenuti, ma il grosso deve ancora arrivare, fra EUYO, Gustav Mahler Jugendorchester, grandi pianisti, grandi barocchismi e poi, ovviamente, Preselezioni del Busoni a fine mese.

Il concerto di cui vi narrerò ha a che fare con il Festival Pianistico Ferruccio Busoni, di cui è stato l’inaugurazione, in collaborazione con il Südtirol Jazz Festival Alto Adige. L’artista sul palco è stato dunque un pianista jazz, perfetta sintesi tra un festival pianistico ed uno jazz, e nello specifico il pianista cubano Gonzalo Rubalcaba.
Per me è un’esperienza nuova, scrivere di un concerto jazz, un genere di cui conosco troppo poco e di cui non ho esperienza pratica, ma è un’esperienza che volevo fare, anche per offrire ai lettori di franz un qualcosa di diverso dai concerti di cui normalmente mi occupo.

Andiamo subito al sodo: il concerto è stato bello.

Visto che le mie competenze sul jazz sono ancora molto limitate, sfrutterò principalmente le mie competenze pianistiche e pianisticamente Rubalcaba sa decisamente il fatto suo.
La fama del suo virtuosismo lo precede nelle recensioni e nei curriculum, ma non è immotivata. Non di solo virtuosismo digitale si tratta, però. Nel senso, quando c’ha da menare le mani veloce sulla tastiera e fare tante note le fa. Un altro virtuosismo viene meno pubblicizzato ed è probabilmente ancora più stupefacente ed è quello timbrico. Il pianoforte, si sa, è uno strumento particolare. I pianisti non agiscono direttamente sulle corde del loro strumento, dunque affidano tutto ai tasti, che muovono una meccanica molto complessa, che infine permette ad un martelletto di percuotere la corda. Ottenere effetti timbrici è dunque possibile solo attraverso la variazione della velocità del martelletto, un lavoro delicato e indiretto che è il cruccio di molti pianisti ed una delle caratteristiche di certo pianismo che a volte richiede una vita di studio. Gonzalo Rubalcaba possiede una capacità timbrica davvero notevole ed ha saputo dimostrarlo allo strumento grazie a numerosi effetti, un utilizzo di tutti e tre i pedali splendido e un approccio allo strumento naturale e totalizzante. A tratti l’effetto ricreato dava l’impressione di una corda di nylon di una chitarra, con un forte rumore di martelletto pur nel pianissimo. Incredibili poi le agilità sulla tastiera con un’uniformità di suono pressocchè perfetta.
Il controllo dello strumento raggiunto dal cinquantatreenne pianista è eccellente, una vera dimostrazione di pianismo.

Per quanto io mantenga comunque un certo scetticismo nei confronti del dare il concerto di inaugurazione di un festival pianistico classico ad un pianista jazz, la collaborazione con il Jazz Festival ha sempre dato i suoi frutti e ha offerto una diversa visione dello strumento che ogni anno si è dimostrata valida. Questa validità è stata nuovamente confermata dall’indiscutibile alto livello di Gonzalo Rubalcaba.

Ma il Bolzano Festival Bozen prosegue e per chiunque abbia voglia di esperire un arcobaleno di esperienza musicali, vi lascio alla consultazione del suo sito per il programma completo: www.bolzanofestivalbozen.it

Foto courtesy of Umbria Jazz

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