People + Views > Portraits

August 2, 2016

Doris Ghetta. Il contemporaneo come esperienza umana

Allegra Baggio Corradi

Seduti al tavolo lo sguardo corre alla finestra: tra tetti, antenne e cortili spuntano le montagne a due passi che incorniciano il paesaggio. Siamo nell’ufficio della galleria Doris Ghetta a Pontives. Due piani, 202 metri quadri, un grande spazio per l’arte tra le vette più alte delle Dolomiti e anche quelle più irraggiungibili del contemporaneo.

E’ in corso l’allestimento della mostra Contemporary Now mentre incontriamo Doris Ghetta. L’atmosfera è quella frenetica che precede ogni mostra, animata da imprevisti dell’ultimo minuto, corse contro il tempo e la convinzione che alla fine tutto andrà per il meglio. Doris è una presenza discreta, positiva che trasmette la sua passione per l’arte e la sua consapevolezza che essere una gallerista non è un mestiere qualunque. Molto si basa sui rapporti personali che lei coltiva con particolare attenzione e poi, a suo dire, interviene il caso che negli ultimi tre anni sembra esserle stato piuttosto amico… 

Come è nata l’idea di aprire una galleria d’arte contemporanea in Val Gardena? 

L’idea di aprire una galleria d’arte nasce già nel 2001 quando ho fatto un viaggio nel New Mexico con mio marito. Il luogo sembrava ancora una riserva degli indiani con case di argilla, ma ricchissima di artisti. Così entusiasta di questa energia ho deciso di fare dell’arte il mio mestiere e ho iniziato a lavorare in questo senso. 
L’ambiente artistico ha sempre fatto parte della mia vita. Mio nonno era uno scultore ed è stato tra i fondatori del circolo artistico della Val Gardena. Da bambina ho visitato regolarmente mostre e musei con la mia famiglia che aveva un negozio di cornici a Ortisei. Da sempre ho familiarità con acquerelli e stampe venduti da noi in negozio.
Nel 2010 ho incontrato Marco Rossi di ArteContemporanea a Milano con il quale ho collaborato per un periodo. Questo lavoro però non mi permetteva di avere alcun contatto diretto con gli artisti, l’aspetto del mestiere di gallerista che preferisco. Casualmente ho poi trovato degli spazi vuoti a Pontives nell’ex fabbrica di gatti delle nevi Prinoth e mi sono trasferita nel 2013. Alla fine del 2014 ho chiuso definitivamente la galleria che avevo avviato a Ortisei per dedicarmi interamente a questa nuova avventura. 

Come è avvenuta inizialmente la ricerca degli artisti da rappresentare? Sapevi già cosa cercare? 

Aprire una galleria d’arte non è un’impresa semplice. Sapevo di dover impostare diversamente il mio lavoro rispetto a quanto avevo fatto nella mia piccola galleria a Ortisei. Grazie alla consulenza di un esperto del settore che mi ha consigliata nel primo periodo di attività, ho capito che la priorità era guadagnare la fiducia degli artisti. Il fatto di trovarmi in provincia poteva rappresentare un ostacolo, ma ho cercato di dimostrare agli artisti che nonostante la nostra posizione e gli spazi ridotti la galleria poteva ottenere un riscontro a livello internazionale. Ho, quindi, partecipato a due fiere di arte contemporanea negli Stati Uniti, a Miami e New York dove ho iniziato a tessere una rete di contatti. 
La partecipazione a queste fiere è stata molto importante e ha convinto numerosi artisti ad accettare il mio invito; alcuni si sono addirittura proposti. 

Come avviene la partecipazione di una giovane galleria ad una fiera internazionale? 

Sicuramente come giovane galleria il percorso è in salita dato che l’accesso alle fiere principali si può guadagnare solamente avendo già alle spalle un curriculum consistente.
Gioca un ruolo importante anche la fortuna che nel mio caso mi ha permesso di partecipare a Context a Miami e di imbastire i miei primi rapporti  nel mondo dell’arte contemporanea.
Ora, per guadagnarmi l’accesso alle mostre principali come Art Basel ho deciso di impostare un solido programma di mostre di qualità in galleria. Organizziamo cinque mostre ogni anno con artisti rappresentati da noi e nuovi volti così da rendere varia la proposta. 

Lavorare a stretto contatto con gli artisti è un aspetto importante del tuo lavoro. Come sono i rapporti tra gli artisti e la galleria?

Credo che il mio lavoro sia principalmente basato sulla coltivazione dei rapporti personali con gli artisti, come d’altronde la vita di tutti noi. Naturalmente l’intuito è importante nella scelta delle mie collaborazioni, ma interviene anche il caso che gioca un ruolo importante nella mia attività di gallerista. 
Non scelgo mai di collaborare con un artista basandomi su un catalogo perché credo sia importante conoscere la persona, dialogarci, mangiarci insieme, trascorrerci del tempo. Gli artisti hanno molte esigenze e quindi è importante familiarizzare con loro per comprendere fino in fondo che tipo di persone sono.  

Come è avvenuta l’integrazione di una galleria di arte contemporanea in una zona ad altissima concentrazione di laboratori tradizionali di scultura in legno? 

Quella della scultura in legno prodotta su scala massificata è un’industria piuttosto recente mentre qui in Gardena abbiamo una tradizione di più di 300 anni. Il fatto che in mezzo ad attività artigianali come quelle che si trovano qui a Pontives ci sia la nostra galleria, non costituisce assolutamente un problema. 
Il livello qualitativo della manodopera altoatesina ha convinto anche degli artisti internazionali a collaborare con artigiani locali che non operano solamente con materiali e tecniche tradizionali, ma si servono anche di tecnologie all’avanguardia. La stampa di sculture in 3D ad esempio offre un’interessante possibilità di collaborazione con artisti stranieri e locali come dimostra il caso di Aron Demetz.

Quale è stata la risposta da parte del pubblico locale?

La risposta del pubblico altoatesino è stata molto positiva. Fin dalla prima mostra nel 2013 siamo riusciti a richiamare un vasto pubblico per le inaugurazioni delle mostre. Normalmente partecipano 200 persone, ma l’anno scorso a dicembre siamo arrivati fino a 500.  
Abbiamo anche una clientela di collezionisti che vengono appositamente dall’estero per partecipare agli eventi inaugurali e per confrontarsi direttamente con gli artisti.  

Dunque il fatto di trovarsi in provincia non costituisce un problema…

La nostra fortuna é di essere in Alto Adige, una meta turistica ambita da molti. Lo svantaggio della provincia diventa un vantaggio nel momento in cui, ad esempio in periodi di grande afflusso turistico, la galleria ha molti più visitatori. Le persone apprezzano la presenza di eventi in galleria a cui partecipare, soprattutto d’estate quando l’offerta locale è meno ricca. 

Quale è, invece, il rapporto tra la galleria e l’ambiente culturale locale e nazionale? 

Come dicevo prima i rapporti interpersonali sono di fondamentale importanza nel mio mestiere quindi il successo della galleria dipende anche dalla coltivazione dei miei contatti. 
Denis Isaia ad esempio che è ora curatore al Mart di Rovereto, ha collaborato con noi per la prima e la seconda mostra che abbiamo organizzato in galleria nel 2013. I nostri rapporti ora sono meno frequenti, ma non ci perdiamo mai definitivamente di vista. Anche con Letizia Ragaglia siamo in buoni rapporti.
Ora stiamo collaborando anche con Adam Budak, uno dei 50 curatori di arte contemporanea più importanti a livello internazionale che con noi si occupa della Biennale della Val Gardena che aprirà quest’estate a luglio. Attualmente ci sentiamo tutti i giorni e i nostri rapporti sono ottimi. Il luogo gli è piaciuto molto e speriamo in una collaborazione futura anche con contatti che sicuramente si verranno a consolidare attraverso di lui.  

La gestione della galleria è complessa. Si serve dell’aiuto di collaboratori o lei è una donna bionica?
Collaboro per quanto riguarda la curatela, con Eva von Ingram Harpf, ma il mio lavoro è anche amichevole collaborazione con il mio vicino architetto che mi aiuta con gli allestimenti e naturalmente mio marito, anche lui scultore.  

Cosa fa Doris Ghetta nel suo –ridotto– tempo libero?

Sono un’appassionata della natura. Faccio fuori pista e passo più tempo che posso con mio marito che non sempre è felice del fatto che sono molto impegnata… 

Foto: Doris Ghetta

Print

Like + Share

Comments

Current day month ye@r *

Discussion+

There are no comments for this article.