Music

June 16, 2016

treibgut: nelle parole di Fabian Lanzmaier una guida alle sue composizioni

Mauro Sperandio

In occasione della sua esibizione all’Heart of Noise di Innsbuck e della presentazione del suo ultimo album intitolato Atlas, abbiamo incontrato Fabian Lanzmaier. Le sue parole ci guidino nei meandri delle sue composizioni…

Fabian Lanzmaier in arte treibgut. Da dove viene questo nome?

treibgut è la parola tedesca che identifica il materiale che galleggia alla deriva, come pezzi di plastica o di legno.

Nel tuo lavoro, utilizzi “macchine perfette” per produrre “musica con errori” [glitch n.d.r). Che rapporto hai con gli errori e la fallibilità?

Sono primariamente interessato al suono in sè. Un glitch -una forma d’onda errata e non prevedibile – suona come qualcosa che si rompe o scoppia. Questi suoni bene si adattano alle storie che voglio raccontare con la mia musica.
La seconda cosa che mi attira è la possibilità di causare un errore, ma di non essere in grado di controllarlo. Nascoste all’interno di questi esiti imprevedibili ci sono figure ritmiche e suoni meravigliosi che mi piace scoprire.

ATLAS_Treibgut

Cosa mi dici riguardo gli scenari musicali che descrivi con la tua musica?

Non penso tanto alla mia musica come alla descrizione di paesaggi, la penso piuttosto attraverso termini quali spazio, tensione, decadimento, piccole esplosioni, meteoriti, radioattività, fratture, mutazioni e suoni di piccoli animali…
Se dovessi descrivere il mio lavoro per immagini, direi che si tratta di paesaggi che mutano molto velocemente. Una volta che si pensa di averne colto compiutamente le caratteristiche, si è già scaraventati altrove. In questi luoghi poi, accadono cose strane, che non rispettano le regole della fisica, un po’ come nel libro di fantascienza “Picnic sul ciglio della strada“, di Arkadij e Boris Strugackij.

Da dove trai l’ispirazione per le tue composizioni?

Le mie principali fonti d’ispirazione sono i film e i libri. Amo molto le saghe di argomento scientifico, anche se questo interesse si può riscontrare più nei titoli che nella musica stessa. Solitamente, quando inizio un nuovo lavoro, non penso troppo a ciò che sto facendo. Sono interessato all’esperienza sonora in sè. Cerco di trovare suoni che siano unici e di trovare un contesto in cui inserirli, suoni che mi diano una certa sensazione o immagine. La connessione ad un libro o ad un film o a qualsiasi altra cosa avviene durante il processo creativo oppure alla fine di esso. È tutta una questione di produrre qualcosa di emotivamente stimolante.

Foto: Courtesy of Fabian Lanzmaier

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