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June 11, 2016

Di “Amateurs” e di altre vite quasi parallele

Mauro Sperandio

 L’11 marzo del 1983, esce nei cinema “Acapulco, prima spiaggia… a sinistra”, regia di Sergio Martino, protagonista il duo comico formato da Andrea Roncato e Gigi Sammarchi, più comunemente noti come Gigi e Andrea. La storia racconta delle (dis)avventure erotico-amorose di due trentenni fannulloni che cercano – sicuramente con poca destrezza – di accoppiarsi con delle giovani procaci incontrate durante una vacanza sulle spiagge di Cesenatico. La storia leggera, qualche seno e svariate battute comiche di alterna felicità decretarono all’epoca un discreto successo commerciale e un perdurante gradimento tra gli amanti del genere.
Per introdurre Amateurs di Stefano Zangrando vorrei riportarvi i dialoghi di due scene del film:

Dopo che Andrea è stato picchiato dal marito geloso di un’avvenente tabaccaia, i due protagonisti si scambiano le seguenti battute:

Gigi: Andrea, tu con le donne ti comporti come un povero idiota! È per quello che ti capitano queste cose [riferendosi alla medicazione sulla fronte dell'amico n.d.r.]

Andrea: Capitano cosa…? Perché dalla tabaccaia ci sono andato da solo?

Gigi: Sì, però il bestione alla fine ha preso di petto te.

Andrea: Direi che più che di petto mi ha preso di fronte…

Gigi: Senti, lascia che te lo dica: tu la faccia dell’assatanato ce l’hai. Tu l’hai letto “il Seduttore” [Il diario di un seduttore n.d.r.] di Kierkegaard?

Andrea: Letto cosa?

Gigi: Kierkegaard!

Andrea: Ma Kir che cosa? Ma tu sei proprio matto, sei!

Gigi: Sei proprio un povero scemo, sei! Sei proprio un ignorante. Ma taci!

Andrea: Ha parlato l’intellettuale, va’ là! Che ci hai messo vent’anni per fare agraria e non sai neanche raccogliere le ciliegie…

Poco dopo i due incontrano una piacente signora e la salutano dicendo:

Andrea: La più bella mammina della spiaggia!
 
Signora: Bene alzati!

Andrea: Certo che ci siamo bene alzati…

Gigi: Così sola, così mattiniera, così naiade [ninfe dei fiumi e delle sorgenti, figlie di Giove]…


Leggendo “Amateurs”, e la mia famiglia può testimoniare che io lo abbia letto dall’inizio alla fine, mi sono ritrovato varie volte a figurarmi Valentino e Gerwin, i protagonisti del romanzo, come due trentenni infoiati a caccia di prede. Avrei potuto forse visualizzare Gigi e Andrea a passeggio per la capitale tedesca, ma alcuni elementi li rendevano poco adatti. La statura di Gerwin, il marsupio di Valentino, la scarsa prestanza del primo, l’occhio perso del secondo mentre si pregusta una certa festa “che pareva annunciare vaghe perversioni santo-inquisitorie” non rendevano adatte le figure dei due comici. La storia, alla fin fine si prestava a svariate analogie, ma dei dettagli le rendevano inaccostabili.

“Acapulco, prima spiaggia… a sinistra” è infatti capace di intrattenere il pubblico non solo con qualche forma anatomica esposta di tanto in tanto, ma anche con una prospettiva di conquista reale, un desiderio sessuale gioioso e non represso ed un linguaggio che non cerca di elevare il livello della storia grazie all’uso di citazioni dotte, pop-raffinate o attraverso l’uso di vocaboli ricercati.

Il foulard che cinge il collo di un Valentino alle prese con una forte cervicalgia è definito, ad esempio, “aulentissimo”, non profumatissimo. Non credo però che il lettore se lo possa immaginare profumato come l’amata cantata da Cielo d’Alcamo, quanto come una spruzzata di deodorante “per l’uomo che non deve chiedere mai”, o forse, e meglio, come “malizia, profumo d’intesa”. Questo forse è il profumo che si avverte in tutto il romanzo, una fragranza composita, un bouquet olfattivo che profuma di dipartimento universitario, di ascella scrupolosamente deodorata e di bidet fatto a regola d’arte “perché non si sa mai”, di sigarette e di ragazza di qualcun altro. Profumi di sempiterna gradevolezza, ma che combinati assieme diventano stucchevoli.

Il profumo “di confine”, un po’ altoatesino e un po’ sudtirolese, che viene annunciato nell’aletta della copertina non si percepisce, se non da marginali dettagli. Facendo sembrare questa dichiarazione di intenti un desiderio di far rientrare “Amateurs” tra le opere di una letteratura altoatesina che è ancora poco nutrita.

Al termine della lettura, il profumo di Amateurs lascia una persistente nota di fondo: l’odore di un rigurgito di gioventù che lascia il tempo all’età adulta, la distorsione olfattiva che si percepisce quando si viene colpiti al naso, magari da una madre che ci trova sboccati o da una porta scorrevole che non avevamo notato si stesse chiudendo.

Amateurs, Stefano Zangrando, ed. Alpha Beta Verlag, Merano 2016.

Foto: © Amèlie Losier 

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