Music

May 31, 2016

Noirêve: Trento–Londra a suon di folktronica

Claudia Gelati

Noirêve, all’anagrafe Janet Dappiano, parteciperà alla finale di UploadSounds il prossimo 3 giugno a Merano. Pochi giorni fa si è esibita insieme a Holly Herndon, una delle icone dell’elettronica contemporanea, al festival Distretto 38 a Rovereto, il 10 giugno uscirà il suo singolo, presto suonerà anche al Sónar Festival a Barcellona e andrà in tour con una grande artista italiana (ancora segreta). Serve altro? Facciamo due chiacchiere con l’artista trentina, che per amore della musica, è volata oltremanica per formarsi artisticamente.

Noirêve, da dove viene il tuo nome, ma sopratutto cosa significa? 

Cercavo un nome che comunicasse la dimensione onirica ma anche un po’ dark della mia musica, e così mi è venuto in mente di combinare i termini francesi noir (nero) e rêve (sogno), formando noirêve – che, se ve lo state chiedendo, si pronuncia nuarèv.

Quando è avvenuto il tuo primo contatto con la musica?

Con la musica in generale non ricordo, ero piccolissima, forse attorno ai tre anni. Avevo una pianola tutta rotta a casa con degli effetti trashissimi che poi però mia mamma ha buttato a tradimento. A cinque anni mi ero fissata che volevo suonare il violino, poi è stata la volta delle percussioni; alle medie invece  ho cominciato a studiare chitarra classica, poi ho provato a cantare ma non faceva per me. Finché non ho scoperto il mondo delle produzioni, in cui sguazzo tutt’ora. 

Ho letto che hai studiato a Londra. Raccontaci la tua esperienza oltremanica. Com’è la scena musicale inglese e cosa ti manca di più dell’isola che ha dato i natali ad alcuni dei più grandi musicisti e gruppi di sempre?

Ho deciso di andare a studiare Popular music in UK perché sapevo sarebbe stato difficile emergere in questo campo, e ho quindi provato ad entrare nelle scuole migliori. Mi è andata bene, e in effetti l’offerta formativa è stata eccellente. 
Non è come in italia, che nei conservatori se fai pop devi fare proprio pop; lì intendono la popular music in maniera molto più vasta, ovvero tutto ciò che non è classica o elettroacustica. Quindi scegli tu il genere che vuoi fare, e a partire da quello gli insegnanti ti consigliano e indirizzano. È stata un’esperienza che mi ha cambiato totalmente a livello musicale e che anche a distanza di anni continua a plasmare le mie composizioni.
Sono stata contenta di rientrare, perché la qualità della vita è molto migliore qui, però la scena musicale inglese è più varia e in media anche più valida di quella italiana. C’è più apertura, e anche più considerazione per le discipline musicali nella formazione. Ovviamente questo rende l’ambiente molto più competitivo, ci sarebbe un discorso lunghissimo da fare sulla scena inglese, ma ve lo risparmio per un’altra occasione. 
Quello che mi manca di più, invece, è avere dei professori che ne sapevano a valanghe su quello che faccio io, ai quali potevo rivolgermi per problemi, feedback o altro. I prof con cui ho studiato qui sono bravissimi, ma usano software differenti applicati a generi musicali diversi, quindi ogni tanto mi manca l’avere una figura di riferimento.

Come definiresti il tuo genere musicale? Quali sono le tue influenza e come nasce la tua musica?

Ah beh, questa è una domanda a cui non so rispondere. Nell’elettronica le influenze sono talmente tante che è spesso difficile inserirsi in un genere solo. Oltretutto, il mio set è abbastanza vario quindi le classificazioni di genere diventerebbero fuorvianti. Forse folktronica è quello che ci sia avvicina di più. Non ho delle vere e proprie influenze dirette, penso che tutta la musica che ascolti in qualche modo si ripercuota su ciò che crei, e del resto ti potrei dire artisti che ascolto e ammiro tantissimo ma in cui non ritroveresti elementi affini: è sempre un interscambio tra musica esterna ed interna a te, e da questo processo di rimescolamento non sai mai cosa possa uscire!Noireve

Come è stata la tua recente esperienza ad UploadSounds e quali sono le tue aspettative, dato che tra poco approderai sul palco della Finale a Merano?

È il secondo anno che prendo volentieri parte ad Upload. Quest’anno ho suonato in apertura a The KVB a Innsbruck e mi fa piacere essere arrivata in finale con un brano non pop. Non ho grandi aspettative per la finale, la cosa più ganza di questo progetto è l’export, e spero che quest’anno ci saranno di nuovo occasioni di suonare all’estero, magari a Londra!

Parlando di futuro: quali sono i prossimi passi? Ho letto che stai lavorando a un nuovo progetto audiovisivo che coniuga musica elettronica e musica asiatica. Prossime date in vista dell’estate? 

A giorni uscirà per INRI il mio primo singolo, contenente un inedito e un remix. Dopodiché a giugno suonerò al Sónar Festival di Barcellona e andrò in tour con una grande artista italiana, che però non posso ancora svelare, mentre a inizio luglio torno in trentino per gli ultimi concerti dell’estate, prima di andare in vacanza. Il progetto audiovisivo è stato presentato al conservatorio di Trento a fine aprile, potete trovare la registrazione del live su Soundcloud. Attualmente con quel progetto siamo fermi perché la cantante è in dolce attesa, ma l’anno prossimo contiamo di tornare operativi e calcare qualche palco. 

Un saluto a franzmagazine. 

Cià!

Foto: Alvise Grancelli

Print

Like + Share

Comments

Current day month ye@r *

Discussion+

There are no comments for this article.

Archive > Music