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May 31, 2016

Nel Segno di Buddha, ma anche di Steve Jobs: Korakrit Arunanondchai dalla Thailandia a Museion

Allegra Baggio Corradi

Aprirà mercoledì 1 giugno e sarà visitabile fino all’11 settembre “Painting with History 3 or two thousand five hundred and fifty nine years to figure stuff out”, mostra che Museion dedica a Korakrit Arunanondchai, giovane artista tailandese di stanza a New York. Quella di Bolzano sarà la prima personale dedicata a Korakrit in Italia a continuazione delle recenti collettive internazionali che lo hanno visto protagonista al MoMa, al Palais de Tokyo e all’ICA di Londra. Al centro della ricerca dell’artista risiedono i concetti di memoria e spiritualità, indagati attraverso diversi medium, allo scopo di comprenderne la futuribilità attraverso la mediazione tecnologica.

L’intera mostra potrebbe racchiudersi nella sintetica formula che accompagna l’evento: “Nel segno di Buddha, ma anche di Steve Jobs”. Buddha come simbolo di spiritualità atavica e purezza rappresenta il timore e il tremore di un nativo digitale tailandese nato negli anni Ottanta che ha ricodificato il passato culturale del proprio paese d’origine rendendolo universale e comprensibile attraverso il linguaggio mediatico. Oltre a Buddha è giunto in soccorso a Korakrit anche Steve Jobs o meglio, il frutto della pratica archivistica consentita dai supporti da lui ideati. E’ così che le proiezioni di una spiritualità frammentaria e apparentemente distante come quella del Buddismo, vengono digitalizzate e in una certa misura preservate, attraverso l’immediatezza della video arte e il linguaggio della musica 

01_Museion_KA_Foto Luca Meneghel“Painting with History in a Room Filled with Men with Funny Names 3”, il video intorno al quale ruota l’allestimento al quarto piano di Museion, rappresenta l’epilogo della ricerca che Korakrit ha condotto a partire dal 2012 con il nome di un doppio fittizio da lui inventato, “Denim Painter”. Quasi fossero un romanzo di formazione, i filmati dell’artista affrontano, enucleandoli, differenti momenti della sua ricerca artistica e identitaria, in bilico tra le origini orientali e il mondo occidentale con il quale è entrato in contatto. La matericità di Jackson Pollock dialoga, così, con le antropometrie di Yves Klein, a loro volta mediate attraverso un’estetica che rimanda al modernismo tailandese. “Painting with History in a Room Filled with Men with Funny Names 3” in particolare, è concepito come un dialogo tra l’artista e un drone, incarnazione contemporanea dell’uomo-uccello Guruda, personaggio mitologico della tradizione tailandese. Finzione e realtà, scienza e spiritualità si intrecciano in un percorso di rinascita documentato attraverso le riprese aeree di un uccello dall’intelligenza 

In stretta relazione con il filmato dallo scopo immersivo, visibile da grandi cuscini in tela di jeans al centro dello spazio espositivo, sono installate opere, prolungamento della riflessione intorno al valore della spiritualità e della sua potenziale ricodificazione tecnologica, che l’artista ha realizzato appositamente per la mostra. “Untitled Grounds”, questo il titolo delle installazioni, consistono in pannelli verticali dal carattere fantascientifico composti da strati di materiali residui e frammenti di 

03_Museion_KA_Foto Luca MeneghelDirettamente collegabili a “Untitled Grounds” e dominanti il pian terreno del museo, si trovano tre tele concepite per essere esposte verticalmente sul suolo, ma appese come quadri al Museion che alludono alla facilità con la quale la memoria, sia storica che digitale, può oggi essere cancellata. Gli strati dell’assemblage che Korakrit ha impiegato narrano e al contempo rimuovono, il processo alla base della loro stessa produzione. Tele stinte di jeans sottostanno a stampe digitali che rappresentano una tela in un precedente stato di combustione. L’immagine del fuoco echeggia, così, i meccanismi dell’arte ai tempi di Photoshop, programma in cui è possibile far rivivere oppure ripristinare stadi passati di un procedimento o di una narrazione con un “pennello storico” o “history brush”.

La sovrapposizione, la citazione non accreditata, l’appropriazione e la reinvenzione caratterizzano l’approccio artistico di Korakrit dotandolo di sfumature multiple e di molteplici significati, alle volte oscuri. Radicate nel substrato invisibile dell’oggi, la tecnologia, le opere in mostra ambiscono a rendere manifesta l’essenza intangibile di una memoria ormai ridotta ad una dimensione digitale.

 

A corollario della mostra, Museion ha in programma i seguenti eventi:

- Mercoledì 1 giugno in accompagnamento alla mostra, Museion organizzerà a partire dalle ore 19, una serata di “street food” con cibi Thai e Hamburger (anche vegetariani) a cui seguirà, dalle 21 alle 24 “Silent Disco” con Tommy Arrow DJ.

-“Nuovi Media-arte globale” con Andreas Hapkeymer, incontro previsto per il 16 giugno alle ore 19.00.

-Visita guidata in lingua italiana con Letizia Ragaglia, direttrice di Museion e Nicolaus Schafhausen, direttore della Kunsthalle Wien, seguita da discussione in lingua tedesca, è prevista per il 23 giugno alle ore 19.00. 

-“Art meets Jazz: Peter Evans Solo”, evento musicale con visita guidata di Letizia Ragaglia, è previsto per il 30 giugno alle ore 19.00.

 Foto: Museion

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