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May 23, 2016

Frèl. La purificazione della materia

Allegra Baggio Corradi

10 artisti. 3 minuti ciascuno. 1 unico ambiente. 1 antico arnese. Questi sono i numeri di Frèl, la mostra che si è svolta al Centro d’Arte Contemporanea di Cavalese e che presto si sposterà per essere trasferita in altre zone di montagna (tenetevi aggiornati sulle prossime destinazioni ai seguenti link 1 e 2).
Il progetto intende riflettere sulla possibile coabitazione tra arte contemporanea e turismo di massa nelle zone di montagna. Frèl è un invito a purificare dal superfluo le mete di visitatori che non producono cultura, ma che sempre più ne richiedono. Un invito alla creazione di nuove tradizioni sperimentali che passino soprattutto attraverso il filtro dell’arte. Direttamente dal curatore della mostra, Pierangelo Giacomuzzi, una lettura approfondita delle mostra.

Partiamo dal nome, Frél. Cosa significa e in che modo è legato al contenuto della mostra?

Frèl è un termine ladino traducibile in italiano come Correggiato e in tedesco come Dreschflegel che indica un arnese in legno, anticamente utilizzato per la trebbiatura del frumento e altri cereali tramite battitura. Letteralmente “frelada” significa violenta picchiatura allo scopo di purificare, solitamente chicchi di grano o leguminose, dalla pula.

Perché, quindi, portare un frèl dal Museo Etnografico a quello di Arte Contemporanea?

Portare il frèl al Museo d’Arte Contemporanea significa purificare ideologicamente e materialmente la montagna dallo stupro inflittole dal turismo di massa. Con il frèl si può separare metaforicamente la sostanza buona (l’autenticità culturale rinnovata attraverso visioni contemporanee della vita di montagna) da quella cattiva (la gestione del patrimonio culturale ed etnografico nelle zone alpine da parte degli enti turistici). Un arnese agricolo diventa, così, metafora dell’immediato fungendo da strumento d’azione per un abbattimento della mitologia creata intorno alla vita di montagna, ai suoi ritmi, alle sue tradizioni.

Cosa intendi esattamente con mitologia della montagna?

Sempre più spesso viene offerta una lettura antichizzata dei luoghi di montagna, presentati ai turisti come arcaici avamposti di tradizioni e pratiche culturali rimaste immutate nel tempo. Lo scopo di Frèl è proprio quello di proporre una visione della montagna più onesta, al fine di creare nuove tradizioni piuttosto che rifugiarsi in fiabe mitologiche ormai anacronistiche. 

Quali le opere in mostra e come sono state selezionate?

Le opere della mostra sono 10, selezionate in base alla qualità e specificità dei loro contenuti. Gli artisti o “freladores” sono tutti originari di zone alpine, dunque familiari con la cultura di montagna e le problematiche ad essa legate. Per la Francia partecipano Florian Vecchione, Thomas Bourdis, Caroline Domergue, Martin de Coudenhove e Colin Laubry. Per l’Alto Adige Puttega, artista di Fié allo Sciliar e Fabian Feichter della Val Badia. Da Primiero, Trentino parteciperanno Gianluigi Zeni e Nicola Degiampietro mentre dalla Val de Fascia Bruno Amplatz. Per l’Austria Lois Hechenblaikner e per la Val Gardena Philipp Messner. Dalla Svizzera Nino Baumgartner e dalla Slovenia il gruppo Carniolus. Dalla Valtellina Domenico Buzzetti . Ogni artista o gruppo di artisti presenta un video della durata non superiore ai 3 minuti, medium scelto per la sua economicità, immediatezza e possibilità di essere visto contemporaneamente in più spazi espositivi.

Come si è sviluppava la mostra all’interno degli spazi del museo?

La mostra offre la possibilità di un compendio transitivo tra la tradizione e il futuro culturale della montagna. Le cinque stanze del museo in cui verranno proiettati i 10 video saranno infatti “abitate” da elementi d’arredo legati alla cultura contadina del luogo come lenzuola per la raccolta del fieno su cui sedersi per la visione dei filmati. All’entrata un video introduttivo spiegava in modo più approfondito il contenuto della mostra.

Sono programmati eventi collaterali oltre al percorso museale?

Si sono svolti fino ad ora tre eventi collaterali: un colloquio con il geologo Thomas Zanoner, che ha analizzato la situazione della montagna nell’immediato futuro accompagnato dalla visione sucessiva del video “ALPI” di Armin Linke, video proiettato in collaborazione col Trento Film Festival della Montagna, una serata aperitivo in collaborazione con un ristorante del luogo e un concerto musicale del gruppo veneziano “Waterproof” che ha lavorato anch’esso sulla purificazione dei suoni appositamente per la serata.
In concomitanza alla mostra di fronte al palazzo storico che ha ospitato l’evento é stato creato, grazie alla collaborazione con TERRE ALTRE (una cooperativa agricola sociale del posto), e il Comune di Cavalese, un campo urbano didattico che ha visto la semina di 7 sementi antiche autoctone recuperate da contadini locali: orzo, miglio frumento, grano saraceno, mais, segale, avena. L’eliminazione di 4-5 parcheggi dal centro ha permesso la creazione di una zona verde; una provocazione che ha inizialmente creato malumori, ma che ora é stata accettata dagli abitanti del 
Sabato 21 maggio si è svolto l’ultimo evento “Cool tura vs Cul tura”, un dibattito aperto al pubblico che ha indagato le differenze tra cultura di qualità e cultura di massa nelle zone alpine. Erano presenti alla serata direttori di musei, antropologi, artisti, contadini, rappresentanti delle apt locali ed esperti di comunicazione.

Foto: franzmagazine

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