Culture + Arts > Cinema

February 20, 2016

Un’altra manciata di film

Cristina Vezzaro

Mentre mancano poche ore al verdetto della giuria, passiamo brevemente in rassegna alcuni film in competizione.

L’Avenir, di Mia Hansen-Løve: Isabelle Huppert (davvero convincente in questo film) è Natalie, un’insegnante di filosofia cinquantenne con i figli già grandi che il marito, anch’egli insegnante di filosofia, lascia per una giovane amante. Natalie si concentra allora sul lavoro, ma anche i suoi manuali di filosofia non se la passano particolarmente bene sul mercato, e inizia a frequentare una sorta di comune anarchica che un suo pupillo (Roman Kolinka) oramai dottorando in filosofia ha fondato in un posto sperduto in montagna. La sua difficoltà a riadattarsi alla vita non manca della forza e dell’ironia che una donna della sua tempra riesce a tirare fuori.

Quand on a 17 ans, di André Téchiné: Due giovani diciassettenni frequentano la stessa scuola ma provengono da due realtà molto diverse: Damien è figlio di un militare in missione e di una madre medico (un’ottima Sandrine Kiberlain), mentre Thomas (Corentin Fila) è il figlio adottivo di una coppia di allevatori. Dall’odio iniziale tra i due si sviluppa nel corso della narrazione un amore combattuto ma tenero che le sofferenze reciproche aiutano a rinsaldare. Una menzione particolare per Kacey Mottet Klein (Damien), che dopo essere già stato protagonista di un controverso film sull’aborto al Torino Film Festival (Keeper), ora si trova ad affrontare anche il tema della scoperta dell’omosessualità.

Decisamente meno riuscito invece Alone in Berlin, di Vincent Perez, nonostante un cast stellare che comprende Emma Thompson (estremamente intelligente e ironica soprattutto in conferenza stampa), Daniel Brühl e Brendan Gleeson, che narra la storia di una coppia tedesca nella Germania nazista il cui figlio muore durante i combattimenti e che si oppone come può al regime, iniziando a seminare in città volantini contro Hitler e contro il regime. Saranno scoperti e puniti per il tradimento. La scelta dell’inglese come lingua franca nella Berlino nazista degli anni 40 convince poco, tanto più se arbitrariamente abbinata a appellativi in tedesco e se spinta addirittura al punto da far recitare in inglese attori tedeschi. In conferenza stampa Perez ammette che la scelta è stata fatta intenzionalmente per elevare a un livello internazionale il film, scelta davvero discutibile.

Inhebbek Hedi, di Mohammed Ben Attia, è la storia (non troppo appassionante) di un uomo tunisino prossimo al matrimonio che scopre per la prima volta l’amore (per un’altra donna).

Mahana (The Patriarch), di Lee Tamahori, è invece una bella storia che racconta la vita di una famiglia maori negli anni Cinquanta guidata da un patriarca despota fino alla ribellione di un giovane discendente. La recitazione è potente e la fotografia davvero notevole.

L’atteso Midnight Special di Jeff Nichols, con Michael Shannon, Joel Edgerton e Kirsten Dunst è la storia di un ragazzino con poteri speciali che una setta religiosa reclama per sé fino a quando il padre lo rapina e in una fuga rocambolesca accetta di lascialo tornare alla vita che gli appartiene. Interessante solo per gli amanti del genere.

Mort à Sarajevo di Danis Tanović si svolge simbolicamente su diversi piani (vita vissuta, ideologie) e concretamente in diversi piani dell’“Hotel Europa”, la pièce di Bernard-Henry Lévy che diventa un albergo al centro di Sarajevo, dove una giornalista intervista esponenti della cultura bosniaca in merito all’omicidio che fu all’origine della Prima guerra mondiale interrogandosi sulle successive vicissitudini dei Balcani. Parallelamente, il direttore dell’albergo è alle prese con una minaccia di sciopero nel momento in cui l’albergo per la prima volta da mesi riprende vita. Nel migliore dei corsi e ricorsi storici non manca la miccia che farà esplodere la situazione. Se l’idea non è affatto malvagia e il ritmo tiene anche piuttosto bene, l’unico appunto che si può forse fare a questo film è l’eccessiva verbosità che lo rende a tratti un po’ didascalico.

Print

Like + Share

Comments

Current day month ye@r *

Discussion+

There are no comments for this article.

Related Articles