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February 19, 2016

Generazione Kplus. Un giovane critico alla Berlinale 2016 #03

Alessandro Finetto

Jamais Contente è una storia di adolescenti, per adolescenti, diretta da Emilie Deleuze. Aurore (Léna Magnien) è una tredicenne francese. Nel mondo tutto le sembra perfetto per gli altri, ma non per lei, come dice in un dialogo con la nonna: “Sophie è brava a scuola e la mamma è contenta. Jessica è fidanzata ed è comunque lei. E io? Io non sono niente.” Non è brava a scuola, non è fidanzata… Questo è il mondo che si è costruita attorno, e che le impedisce di vedere la verità, la sua vita. 

Tra ragazzi preferiti, amicizie rotte e riunite, insegnanti amici, feste pazze e prove di una band traballante ma unita, Aurore riesce a distruggere il mondo falso che la circonda e ad avvicinare a lei tutte le persone che si erano allontanate per via della sua incapacità di comprendere il mondo reale. 

La regista rende il mondo grigio, come in una Coketown di Dickens, monocromo in tutti i suoi aspetti, nelle persone, negli edifici, nelle situazioni, e poi la rivelazione, la luce, i colori che si riversano nella confusione di una festa, di un concerto. È per questo che mi piace questo film. Per questo che lo consiglierei a tutti quelli che hanno intorno questo mondo, surreale e inutile, che gli impedisce di vivere la vita.

Foto: Berlinale

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