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January 28, 2016

Ivan Lardschneider: sincero come il legno

Mauro Sperandio
Il gardenese Ivan Lardschneider vede il mondo con gli occhi di un bambino e le sue sculture fanno il giro del mondo.

Chiedo a Ivan Lardschneider di  parlarmi delle sue opere e delle  sue strane figure; con la semplicità di chi guarda la realtà e con gioioso disincanto mi racconta che…

Oltre che per le forme e lo stile, le tue opere sono riconoscibili per l’accostamento di colori vivaci e legno naturale…

Uso sempre legno di tiglio, che ha un colore chiaro, non ha nodi ed è piacevole da lavorare. Al legno naturale accosto elementi che ricordano i mattoncini delle costruzioni Lego. Questi elementi del gioco inseriscono nelle opere delle piccole provocazioni o degli elementi critici, altre volte sono dei richiami alla fanciullezza. Ho preso dai famosi mattoncini i colori vivaci: un rosso molto forte, il bianco, il verde, aggiungendoci l’oro, che non è usuale per i Lego, ma che dà importanza all’opera.

Penso che le tue sculture abbiano un che di fumettistico. Come nascono le tue opere?

Prendo le idee dai miei bambini e penso al mio punto di vista di quando ero bambino. I bambini vedono spesso noi grandi come cartoni animati. Nel momento creativo, il titolo dell’opera e l’opera in sè nascono nello stesso momento. La scultura è dunque una rappresentazione su legno di un’idea che nella mia testa ha un’immagine ed un nome.
 volo via

Come vedono i tuoi bambini le tue opere?

Credo apprezzino, anche perchè con le loro costruzioni cercano di imitare i miei lavori. Ultimamente sto lavorando ad un angelo nero; questa figura a loro non piace, senza mezzi termini hanno detto: “Papà, che brutto!”. Prendiamo ad esempio “Volo Via”: l’opera nasce dall’idea di volersene andare perchè stufi di quanto ci succede attorno. Con gli occhi dei bambini, staccandosi dalla razionalità, la persona si fa palloncino per andarsene. Ai bambini riconosco un’invidiabile capacità di esprimersi senza filtri, come fanno gli ubriachi, in un certo modo.

Credi che gli adulti mistifichino la realtà per semplificarsela?

Noi adulti non vogliamo accettare la realtà e spesso la mascheriamo dietro sovrastrutture mentali che i bambini non hanno.

Nelle tue opere è difficile distinguere caratteristiche che identifichino il genere, c’è un perchè?

Le mie figure non mostrano distinzioni tra uomini e donne. Il mio lavoro nasce dalla tradizione dell’arte sacra; i nonni e i miei genitori scolpivano figure a tema religioso. Credo che una volta morti siamo tutti uguali davanti a Dio e per questo ritraggo figure che sono “esseri umani puri”. L’unico fattore che fa la differenza tra gli esseri umani è il pensare, per il resto siamo tutti uguali. Chi guarda le mie opere, poi, non si chiede se le figure sono maschili o femminili; in questo modo tutti possono immedesimarsi nei miei soggetti.

A cosa si deve la sproporzione di teste e mani?

Quelle dimensioni sproporzionate mi servono a dare importanza a quelle parti del corpo, a enfatizzare il tema che voglio trattare.

ivan lardschneider

Esponi spesso all’estero e tutto sommato poco in Trentino – Alto adige, come mai?

Sono più noto all’Estero che in provincia, è vero. È strano per noi giovani, ma spesso è così. Lavoro con una galleria a Budapest, tre in Italia, due in America; non è facile seguire realtà così diverse, ma sono contento del mio lavoro. Il detto nemo profeta in patria lo sento particolarmente mio…

Come è vista in provincia l’eccentricità delle tue sculture?

Nel 2005 avevo esposto all’Unica alcuni miei lavori e più di qualcuno li guardava con perplessità, ora le teste grosse sono un segno che rende riconoscibili le mie opere.

Dove sarà possibile prossimamente vedere le tue opere?

A fine gennaio sarò all’Art Innsbruck, grazie – cosa curiosa – ad una galleria ungherese con cui lavoro da parecchi anni. A febbraio ci sarà una mia personale in Svizzera; in occasione della vernice incontrerò alcuni manager della Lego, vedremo cosa pensano delle mie opere…

Photo: courtesy of Ivan Lardschneider

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