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January 20, 2016

The Medium is. La parola come opera d’arte al Mart di Rovereto

Allegra Baggio Corradi
The Medium is, visitabile nel Foyer dell’Archivio del ‘900 al Mart di Rovereto fino al 19 febbraio,

The Medium is, visitabile nel Foyer dell’Archivio del ‘900 al Mart di Rovereto fino al 14 febbraio, presenta numerosi documenti del fondo librario Denza. Collegate da una propensione allo sconfinamento, all’eterogeneità e al libero utilizzo dei mezzi espressivi, le opere in mostra testimoniano delle ricerche verbo-visuali condotte da artisti internazionali durante gli anni Sessanta e Settanta nell’ambito della Poesia visiva e concreta. Abbiamo intervistato Duccio Dogheria, curatore della mostra e archivista presso l’Archivio del ’900, per approfondire la conoscenza dei materiali esposti.

L’archivio Denza in deposito al Mart dal 2008 riunisce una delle più significative raccolte di Poesia concreta e visiva. Quale é la sua storia e quale il suo potenziale artistico futuro?

La collezione dell’Archivio Denza si è formata tra il 1969 e i primissimi anni Settanta, ed è in queste date che è racchiusa gran parte della sua importanza: si tratte di opere che documentano alcuni degli anni più fecondi della ricerca tra parola e immagine, il tutto con una straordinaria apertura internazionale. La storia della collezione, oltre a quella della collezionista Tullia Ghidini Denza che l’ha raccolta, è strettamente legata a uno dei massimi poeti visivi italiani, Isaia Mabellini in arte Sarenco. Fu infatti Sarenco, che oltre all’attività artistica aveva al tempo affiancato quella di gallerista sperimentale (Galleria Sincron, 1967; Galleria Amodulo, 1970; Studio Brescia, 1972), a procurare alla collezionista buona parte delle opere, come attestano del resto moltre tracce d’archivio. L’Archivio Denza, comprendente non solo la collezione di opere ma anche la biblioteca e l’archivio di Tullia Denza, è conservato dal 2007 al Mart.

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Quali sono i rapporti ideologici ed estetici tra l’esoeditoria degli anni Sessanta e Settanta in mostra e le neo-avanguardie di inizio secolo rappresentate dalle collezioni permanenti del Mart?

Parte delle neoavanguardie verbovisuali del secondo Novecento ripresero ed evolsero le sperimentazioni tipografiche futuriste; in alcuni casi -si pensi a Carlo Belloli-  figure di futuristi vengono a coincidere con quelle di poeti concreti. Alcuni artisti, come il sopracitato Sarenco, hanno reso esplicitamente omaggio in alcune delle loro opere a Marinetti.

Si può parlare di un movimento coeso e unitario di Poesia concreta a livello internazionale o si tratta piuttosto di un’affinità culturale che lega personalità sostanzialmente indipendenti?

Direi che sono documentati entrambi i casi: piccoli gruppi sostanzialmente coesi, come il fiorentino Gruppo 70, e moltissime collaborazioni nate e concluse su singoli progetti, senza altre implicazioni.

Quali sono le implicazioni politiche della Poesia concreta, visiva e sonora?

Non essendo movimenti unitari, non ci sono implicazioni politiche unitarie. Ci sono certamente molti poeti visivi politicamente impegnati, da Sarenco agli Oberto, ma questo non implica un’identificazione di questi movimenti con i moti di contestazione.

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In che modo riescono i libri d’artista, i menabò, i dischi, le cartoline o i telegrammi a costituire negli anni ’60 e ’70 un’alternativa artisticamente d’impatto storico rispetto alla produzione artistica istituzionalizzata o commerciale contemporanea?

L’esoeditoria, termine coniato in occasione di un convegno che si tenne proprio qui a Trento nel 1971, fu un utopico tentativo di superare l’editoria industriale e culturale dal basso, attraverso un mare di autoproduzioni che attendono ora di essere ancora degnamente studiate e valorizzate. Non fu un alternativa d’impatto, ma sicuramente un’alternativa possibile.

Vi sono rapporti di continuità tra la diffusione della pubblicità e il design e la produzione artistica dei movimenti di Arte concreta e visiva?

Certamente, la pubblicità al solito attinge dalle avanguardie artistiche per modernizzare il proprio linguaggio espressivo. Ma in tale operazione spesso svilisce lo spirito originario, normalizzandolo in un’avanguardia grafica predigerita destinata alle masse. Un discorso diverso riguarda il graphic design, nel quale si assiste da tempo a un ritorno d’interesse per lo studio del lettering e della sua composizione, riprendendo in ciò pratiche legate alla Poesia concreta.

Immagini:
1. Luciano Ori
Fotografie relative alla performance Intervento visivo sullo spazio urbano – comunicazione alternativa murale, Zafferana Etnea,    1970, Mart, Archivio del ‘900, Fondo Denza, Den.I.79
2.Fotografia relativa alla performance Madrid public poem, 1969, Mart, Archivio del ‘900, Fondo Denza, Den.I.4
3.Jirí Valoch
Fotografie relative alla performance White line, 1970, Mart, Archivio del ‘900, Fondo Denza, Den.I.95

 
1. Luciano Ori
Fotografie relative alla performance Intervento visivo sullo spazio urbano – comunicazione alternativa murale, Zafferana Etnea,    1970, Mart, Archivio del ‘900, Fondo Denza, Den.I.79
2.Fotografia relativa alla performance Madrid public poem, 1969, Mart, Archivio del ‘900, Fondo Denza, Den.I.4
3.Jirí Valoch
Fotografie relative alla performance White line, 1970, Mart, Archivio del ‘900, Fondo Denza, Den.I.95

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