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December 17, 2015

Settenove: educare al rispetto reciproco e alle pari opportunità

Veronica Saggiorato

Nel Settembre del 2013 a Cagli, nelle Marche, nasce la casa editrice Settenove, fondata e diretta da Monica Martinelli.
Settenove è il primo programma in Italia interamente dedicato alla prevenzione della discriminazione e della violenza di genere, temi che affronta con differenti punti di vista attraverso diversi generi letterari: dai saggi per adulti ai libri per l’infanzia.
Particolare attenzione è posta alla narrativa per bambini, con la quale si propone una selezione dei principali titoli della letteratura infantile europea e si sostiene il progetto di prevenzione e rottura degli stereotipi di genere, rilanciando modelli di educazione paritaria basati sul rispetto reciproco tra generi e sulla rimozione degli ostacoli culturali e sociali attraverso un approccio pedagogico e culturale sia a scuola che in famiglia.

Risale al 1979 l’adozione da parte delle Nazioni Unite della CEDAW, la convenzione Onu sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione, anche e soprattutto nei confronti delle donne. Non a caso Settenove prende il nome da quell’anno così fondamentale.
L’enorme successo che sta avendo questa emergente casa editrice è accentuata dai numerosi riconoscimenti che ha ottenuto quest’anno, tra cui la Menzione del Premio nazionale di editoria per ragazzi EditoRE 2015 per la qualità della produzione rivolta al superamento degli stereotipi di genere, il patrocinio dell’Unicef per il libro “Cosa faremo da grandi? Prontuario di mestieri per bambine e bambini” di Irene Biemmi e Lorenzo Terranera e il premio Andersen 2015, nella categoria Miglior libro fatto ad arte, per il libro “Io sono così” di Fulvia Degl’Innocenti con illustrazioni di Antonio Ferrara.

Il 10 dicembre a Rovereto e l’11 dicembre a Trento Monica Martinelli e Giulia Mirandola, esperta di illustrazione, hanno incontrato insegnanti e genitori per spiegare e motivare la scelta editoriale di obiettivi così innovativi.
L’idea centrale è quella di sconfiggere la violenza, che trova radici nella stessa società, partendo dall’educazione dei più piccini, più pronti ad amare e ad accettare le differenze di quanto lo siano gli adulti, e di distruggere una volta per tutte gli stereotipi di genere, che dividono l’uomo virile, forte, severo e autoritario dalla donna di casa, debole, dolce, ingenua e alle volte anche provocante.settenoveAttraverso una corposa serie di diapositive Monica ha sottolineato come la società e la cultura in cui viviamo metta in scena un circolo vizioso senza fine: pubblicità, programmi televisivi, mass media, etichette, lavori che assumono aspetti gerarchici e sessisti condizionano le nostre vite, il nostro modo di pensare e in qualche modo anche l’idea che ci facciamo di giusto e di sbagliato, portando, ahimè, anche a risultati poco piacevoli ed estremizzati, come la violenza, come quella verso il gentilsesso, di cui si è spesso sentito parlare, e quella domestica, ancora viva nel nostro quotidiano.

Uno studio di Irene Biemmi del 2011, in cui sono stati analizzati i sussidiari per le scuole elementari, ha dimostrato come si possa facilmente interagire con i bambini attraverso le immagini dei libri e come queste possano imprimersi nella loro mente influenzando le loro aspettative, le loro scelte e i loro sogni. In questi sussidiari i personaggi coraggiosi e forti sono bambini, quelli timidi e spaventati bambine; 60 sono gli esempi di uomini adulti lavoratori mentre solo 15 quelli di donne adulte, tra cui rientrano pure le figure della casalinga, della mamma e della strega.
Un’educazione come questa è affiancata dalla televisione, dove belle donne si atteggiano in abiti costosi e succinti e uomini di carisma e dai muscoli spesso marmorei le affiancano, proponendo la bellezza come portata principale del simposio della Vita.
Si cerca sempre più di insegnare ai giovani di oggi ad accettare sé stessi, a cercare di realizzare i propri sogni per quanto essi siano grandi, ma tutto quello che passa è, in verità, quanto per la nostra società sia importante essere belli, sciocchi e vestiti alla moda.

Ciò che questo progetto si propone di fare è molto ambizioso: contestare e distruggere dei modelli così saldamente radicati nelle società. La diffusione di tali forme di pensiero e la loro appropriazione fa suonare quasi impossibile ogni volontà di cambiamento. Ma Monica Martinelli è ispirata, ha quella luce particolare negli occhi che solo chi ci crede veramente può avere.
È vero, non è facile opporsi quando tutti dicono sì e rimboccarsi le maniche per riuscire in quello che si vuole realizzare, proprio per questo il mondo in cui viviamo ha davvero bisogno di gente come Monica, pronta a dedicare il suo lavoro, per quanto di nicchia, ad un impegno come questo.
Tutto quello che si chiede agli adulti è di riscoprire sé stessi e ai bambini di rimanere sempre un po’ tali, poiché solo i bambini hanno la capacità di non fare distinzioni di genere, di razza o di religione, ma di amare incondizionatamente, tutti.
L’ultimo libro della collezione di quest’anno, Storia di Giulia che aveva un’ombra da bambino, parla proprio dell’amore verso sé stessi e verso gli altri. Attraverso gli occhi di una bambina un po’ particolare viene raccontato come ci si sente quando altre persone, anche quelle molto care, non ti accettano per quello che sei davvero e lo sforzo che si fa prima per accettare sé stessi, riconoscere coloro che hanno la stessa difficoltà di accettazione e farsi amare così come si è.

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