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October 20, 2015

Alois Kuperion: La condensazione del paesaggio umano in pittura

Allegra Baggio Corradi

E’ in mostra fino al 10 gennaio 2016 la personale che KunstMeranoArte dedica al pittore venostano Alois Kuperion in occasione del 50^ anniversario della sua morte. Grazie al contributo di 40 collezionisti privati e un’accurata ricerca archivistica, la mostra offre una vasta panoramica sulla vita e le opere del pittore rivelandone le certezze e le insicurezze, le capacita’ e i limiti. Abbiamo intervistato la curatrice Ursula Schnitzer per approfondire la conoscenza di questo artista ancora troppo poco noto.

Alois Kuperion non ha mai avuto una formazione accademica, si puo’ dire fosse un autodidatta. Ci sono testimonianze del tempo o ricordi di familiari che attestino la nascita della sua attivita’ pittorica?

Sì, dire che fosse un autodidatta è corretto. I pochi mesi di frequentazione dell’Istituto Agricolo a Rotholz e d’iscrizione alla Fernakademie Paul Linke di Karlsruhe nel 1957 (all’epoca aveva giá 66 anni) non sono paragonabili a una vera e propria formazione accademica. Il periodo a Rotholz e i disegni in carboncino del padre hanno dato il via al suo interesse per il disegno e la pittura. Nei successivi decenni la sua espressione artistica é nata da un’incontenibile voglia di dipingere e dallo studio di altre opere d’arte che aveva visto durante i tanti viaggi.

Kuperion era figlio unico, dopo la morte della madre, il secondo matrimonio del padre nel 1913 e la nascita di 12 fratellastri, ha lasciato la famiglia. Non ha mai avuto una moglie o dei figli, perciò non sono rimasti parenti diretti. Ma in almeno tre versioni di autobiografie scritte a mano fra il 1951 e il 1955, ci ha lasciato testimonianza del suo amore per la pittura, di come nacque in lui e maturò nel corso dei suoi viaggi.

3Come si e’ svolto il lavoro di ricerca per l’assembramento delle opere e come e’ avvenuto quello della critica storico-artistica? Cosa esattamente ha catalizzato l’interesse sull’opera di Kuperion?

Per la ricerca delle opere siamo partiti dagli elenchi stilati nel 1986 da Roland Kristanell e Paul Preims in occasione della monografia ARUNDA24 e della mostra svoltasi in quell’occasione. Per il resto della selezione abbiamo ricercato e visionato quanti più quadri possibili.

Solo dopo mesi di ricerca, studi e confronti, è nata l’idea per l’allestimento della mostra e la scelta delle opere da esporre. La ricerca, la visione delle opere in originale, in combinazione con tantissime testimonianze e aneddoti, hanno fatto crescere enormemente il mio interesse nel tempo. Tuttora la ricerca continua e il puzzle della vita di Kuperion e del rapporto con altri artisti locali si sta facendo più ampio.

Si conoscono le fonti visive che Kuperion poteva aver avuto a disposizione nel suo studio, ad esempio cataloghi di mostre o semplicemente riproduzioni di dipinti di altri artisti -anche stranieri?

Kuperion stesso ci parla delle città e dei musei che ha visitato. Dalla documentazione disponibile riusciamo a farci un’idea dei maestri che ha osservato ma anche delle posizioni contemporanee che ha potuto conoscere, ad esempio Manet, Klee e Picasso.

Sulle attività in alcune città, come per esempio Innsbruck durante l’occupazione francese nel secondo dopoguerra, bisognerebbe comunque ancora andare più a fondo.

2La pittura di Kuperion e’ al tempo stesso singolare e riconducibile ad un preciso stilema stilistico del primo Novecento. Ci sono testimonianze scritte del pittore -magari un diario- che esplicitino le sue intenzioni o che raccontino le sue riflessioni?

Grazie alle tre biografie di Kuperion, che tra di loro in parte raccontano le stesse cose, mentre in alcuni casi mettono in luce aspetti diversi, e un’intervista audio, disponiamo di molto materiale primario. Comunque non dobbiamo immaginare che a Kuperion importasse sviluppare uno stile pittorico determinato. Lui voleva solo dipingere, condensare su un supporto qualsiasi il paesaggio che lo circondava. Non era in grado di spiegare le sue scelte, aveva capito quali erano le sue capacità e i suoi limiti. Era conscio che una formazione accademica che andasse oltre quello che sapeva già fare, gli avrebbe aperto le porte anche verso altri soggetti, come per esempio il nudo e il ritratto. E questo nel 1966 lo ha spinto a frequentare un corso per ritratto a Karlsruhe.

Le opere in mostra sono il frutto di prestiti di collezionisti privati. Mentre era attivo a Merano, Kuperion ha mai esposto le sue opere in mostre o collettivi per essere riuscito a venderne un così considerevole numero? 

La mostra personale che avevano organizzato i suoi amici meranesi assieme all’Azienda di soggiorno, ha incrementato notevolmente la vendita di quadri in città. Con le mostre di Lugano e Milano l’interesse é stato ulteriormente ampliato. Ancora negli anni Settanta c’era parecchia richiesta per i quadri di Kuperion da parte di collezionisti italiani.

Il paesaggio e’ il soggetto piu’ ricorrente nelle opere di Kuperion cosi’ come in quelle della maggior parte degli artisti locali. Come giudica questo aspetto della produzione artistica altoatesina a dispetto della differenza culturale di differenti epoche storiche? Crede sia un lascito della cultura romantica del ‘700 tedesco oppure un elemento di particolare distinzione geografica?

Non credo che sia un lascito della cultura romantica del ‘700 e non credo nemmeno che il paesaggio contraddistingua in maniera particolare la produzione locale rispetto ad altri contesti. In ogni luogo in cui il paesaggio e la natura hanno un ruolo così importante nella vita dei suoi abitanti e dove è presente la coscienza del valore di un territorio così ricco di risorse naturali, c’è una produzione artistica storica e contemporanea che lo rispecchia.

Esistono casi simili a quello di Kuperion in Alto Adige? Molti artisti locali sembrano essere dei solitari quindi non sarebbe un fatto anomalo.

Il caso di Kuperion è un caso particolare. La sua vita, le due guerre mondiali vissute in Austria, la solitudine (mentre tanti altri almeno una famiglia anche solo piccola la avevano) fanno sì che la sua vita e pittura rimangano un caso senza paragoni nella storia artistica locale.

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