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May 18, 2015
Bagasch: dialogo con una volpe che si crede una borsa
Miriam Marzura
In gita a Vienna me ne giravo beata con la mia franz-bag alla scoperta di nuovi posti, profumi e sapori…passeggiavo fiera del mio accessorio ultra-fashion fino a quando una mia amica non se ne esce con a tracolla una borsa da urlo. Senza tanti convenevoli le chiedo: “Dove hai preso questa bellezza?” e lei: “Le fa un mio amico”. Capirete che da lì ad incontrare Winfried Weiss, sarebbe passato pochissimo tempo . Winnie, alto-atesino attualmente residente a Vienna, mi ha raccontato come è nato Bagasch e mentre curiosavo nel suo progetto pensavo a quanto fosse piccolo il mondo..così piccolo che quasi-quasi ci sta tutto dentro una borsa. Non quella di Mary Poppins.
Volete vedere queste meraviglie con i vostri occhi? Nelle prossime righe vi dico dove trovarle…
Ciao Winnie, raccontami come nasce il progetto Bagasch?
Vuoi la versione ufficiale o quella non ufficiale?
Tutte e due…
Quella ufficiale è che ho cominciato una mattina quando mi è arrivato il desiderio irresistibile di fare una borsa. Una volta iniziato non potevo più smettere di cucire e poco dopo il mio appartamento si è riempito di borse. I miei amici hanno iniziato a preoccuparsi per me perché davvero era diventata una forma ossessiva e mi hanno consigliato di farmi visitare da uno psicologo. Così ho fatto, per guarire definitivamente il medico mi ha suggerito di iniziare a venderle. Grazie a questa prescrizione medica è nato il commercio di Bagasch.
Ok. E quella non ufficiale?
Volevo realizzare una borsa per me e così ne ho fatta una. Dopo averla realizzata i miei amici hanno iniziato a chiedermi dove l’avessi comprata, così mi sono deciso ad allargare i miei orizzonti. Ma questa storia è simile a tante altre, preferisco quindi raccontare un po’ di finzione al posto della realtà.
Come nasce il design di queste borse?
Volevo un oggetto che fosse personale, un prodotto unico e vistoso. Ho cercato stoffe che fossero in linea con il mio pensiero per queste borse. Il lavoro più lungo me lo richiede appunto la ricerca delle stoffe, anche perché essendo dei modelli unici, voglio che ci siano pochi pezzi per ogni modello, una sorta di limited-edition.
Perché il nome Bagasch?
Mi piace perché contiene la parola bag e in tedesco significa “gentaccia”, “gente fuori dalla società”…che è un po’ il target a cui mi rivolgo. Le persone che indossano Bagasch sono persone creative, artisti e persone libere che amano i colori.
Come mai hai scelto come logo una volpe?
Vengo dall’Alto-Adige e sono abituato da sempre a vedere animali imbalsamati. Così a Vienna ne ho comprato uno: una volpe. È la mia compagna di stanza, non parla molto ma comunichiamo a livello metafisico. Un giorno, guardandoci negli occhi, la volpe mi fatto capire che meritava di più che starsene su un mobile, così l’ho coinvolta nel progetto ed è diventata il logo di Bagasch. Mi piace inoltre perchè è un animale solitario e indipendente, un po’ come il target di Bagasch.
Che materiali usi?
Uso quasi solo cotone, perché mi piacciono molto i materiali naturali. Ma ora sto provando il waxed cotton, che dà un effetto vintage molto interessante.
Le borse le realizzi tu?
Ho iniziato facendole io, ma con la crescente richiesta ho dovuto trovare dei sarti che le realizzassero. Ho mantenuto comunque la produzione in Europa, vicino a Vienna, affidando il lavoro solo a piccoli artigiani. Voglio mantenere il concetto di hand-made e conoscere le persone che realizzano le mie borse. In questo modo io posso occuparmi della selezione delle stoffe e del commercio.
Esiste un solo modello di Bagasch?
Sì è un modello unico, per maschi e femmine. La forma si ispira al modello della Sporttasche nella quale i bambini mettevano le cose per fare ginnastica. Io ho ripreso il modello ma l’ho decontestualizzato. Bagasch vuole essere una borsa per tutti i giorni e soprattutto per tutta la notte, utile per mettere i libri ed il lap-top…ma assolutamente non per fare sport!
Dove si può trovare la Bagasch?
A Vienna lavoro nei mercatini con altri designers, c’è poi il mercato online su cui punto molto. Collaboro anche con alcuni negozi, ma che non trattano solo abbigliamento. Cerco sempre shop con un pensiero simile al mio per design e concetto. Ho lavorato con un’artista che ha creato un particolare pattern per una Bagasch e sono sempre alla ricerca di collaborazioni che stimolino la realizzazione delle mie borse. Dalla questa settimana, potrete trovare le Bagasch esposte anche alla Weight Station in piazza del Grano.
Hai mai pensato di realizzare altri modelli o di espandere la vendita ad altri oggetti?
Sto pensando di realizzare uno zaino…per ora è tutto nella mia testa e penso che a breve lo metterò in opera.
Com’è il tuo rapporto con l’Alto Adige?
Mi piace sempre tornare, ho un sacco di amici che abitano lì e la mia famiglia. Ultimamente vedo l’Alto Adige più ricco sotto l’aspetto culturale e mi fa piacere. Penso che sia Vienna che Bolzano siano due ottime piattaforme in cui sviluppare progetti ed eventi interessanti.
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