Diari dal Trento Film Festival: 5 Maggio 2015

5 Maggio 2015
Ore 11:30
Casa della SAT
Trento
Si apre qui la mostra La riscoperta delle Dolomiti, a cura della SAT e della Fondazione Dolomiti UNESCO, che terrà le porte aperte fino al 12 giugno.
Lo scopo principale della mostra è quello di avvicinare professionisti e non alle splendide Alpi trentine, le Dolomiti, e far conoscere qualcosa di più della loro storia, ancora sconosciuta da molti.
L’esposizione trova infatti posto in un’accogliente sala, rivestita da bacheche che raccontano la vita di queste montagne. È un percorso che segue le tinte calde dei tramonti e delle albe trentini e che ci guida alla scoperta delle Dolomiti: da come si formarono alla prima esplorazione, dai primi racconti di viaggi sia italiani che stranieri al riconoscimento ufficiale di patrimonio naturale, dai miti ad esse legati alle vicende della Prima Guerra Mondiale.
Si aggiunge anche una sezione biblioteca dove è possibile consultare una vasta gamma di libri specifici, alcuni addirittura molto rari, sempre con l’intento di far rivivere nelle persone l’interesse per queste montagne e il desiderio di andarle ad esplorare di persona, diventando così anche luogo di incontro e di discussione tra appassionati.
Ore 16:30
Le Gallerie
Piedicastello
Trova qui posto la mostra temporanea dedicata alla Prima Guerra Mondiale, intitolata La Grande Guerra sul grande schermo, curata dalla Fondazione Museo Storico del Trentino.
La galleria nera è dedicata interamente alla produzione cinematografica sulla Prima Guerra Mondiale con la riproduzione di sketch di film prodotti dal 1914 fino agli anni più recenti. Le linee guida di questa esposizione sono due. La prima ci offre una panoramica sulle innovazioni del cinema, che si possono facilmente riscontrare nelle riprese stesse, quali il passaggio dal film in bianco e nero a quello a colori o dal film muto a quello sonoro. La seconda ci presenta come ogni lavoro cinematografico fosse attento alla rappresentazione di una determinata ideologia: le prime riprese tra il ’14 e il ’18, alcune delle quali vennero girate addirittura sul campo di guerra, avevano un intento propagandistico, quelle più recenti invece cercano di inserire tematiche contemporanee nel contesto della Grande Guerra.
La galleria bianca invece ospita un’esposizione fotografica che dapprima tratta i volontari trentini del 14-18 e successivamente affronta le guerre moderne di tutto il mondo, affiancando le foto con la descrizione delle cause che le hanno provocate.
Questa è una mostra capace di far rivivere gli eventi passati e di far riflettere il visitatore sul valore dei soldati, sull’infausto destino di tutte le vittime di guerra e sulla inutilità dei conflitti, che portano nient’altro che ferite, pianto e disperazione.
Ore 21:00
Supercinema Vittoria
Categoria: Anteprime
Produzione: 2014
Durata: 93′
DUKHTAR– prodotto dalla regista pakistana Afia Nathaniel, in collaborazione con Norvegia e Stati Uniti, questo lungometraggio di finzione racconta la storia di una madre e di una figlia. La donna, Allah Rakhi, fu costretta a sposare un uomo molto più vecchio in un matrimonio combinato e lo stesso infelice destino sembra raggiungere la figlia di circa dieci anni, secondo il volere del padre, per sanare un conflitto tra famiglie. Allah Rakhi decide così di fuggire insieme alla figlia il giorno delle nozze, scatenando una reazione a catena che porterà sulle loro tracce gli uomini del marito e del promesso genero. Durante la fuga trova l’aiuto di un camionista particolare e insieme raggiungono Lahore, città natale della donna, facendo perdere le proprie tracce. Però, quando tutto sembra concludersi per il meglio, vengono rintracciate da un cugino del marito e durane una lotta tra questo e il camionista, Allah Rakhi viene gravemente ferita. Inizia così un’altra corsa contro il tempo verso l’ospedale e solo il grande amore per la figlia riuscirà a far resistere Allah Rakhi.
Dukhtar, con una trama poco vincente, riesce tuttavia a descrivere la realtà delle tradizioni pakistane tutt’oggi presenti. L’interesse dello spettatore non è tenuto in vita da grandi colpi di scena, ma tutto segue un percorso lineare e la sola capacità degli attori di interpretare sentimenti tanto forti, quale l’amore tra madre e figlia e la paura di un destino grave, ipnotizza gli occhi e non permette loro di staccarsi dallo schermo.
Più che un film fatto di dialoghi, questo è fatto di sguardi e di volti, di emozioni che trapassano la pellicola e raggiungono lo spettatore in sala.
Foto e collage: Veronica Saggiorato