Spinnradl: non fidatevi dei lupi, seguite le pecore
Spinrradl è un posto speciale, una bottega in cui le pecore diventano nuvole, le nuvole diventano filo ed il filo splendidi capi . Divertente? Certo, perché tutto è fatto con serietà, onestà e passione.

Satoshi, un mio caro amico giapponese, mi vide come un mago quando gli mostrai il prodigio della caffettiera che trasformava polvere nera e acqua in caffè bollente.
Sarebbe stato disonesto non svelare “il trucco”, millantando poteri magici o doti sovrannaturali. Preparare il caffè non ha nulla di originale: è piacevole, per molti essenziale, ma non straordinario.
Il mercato (l’insieme di domanda ed offerta) è pieno di specchietti per le allodole e di allodole che, più o meno consapevolmente, si fanno impallinare. Recentemente ho comprato uno splendido pelapatate, tanto bello, quanto inutile: se funzionasse, infatti, lo userei per scorticare il designer che lo ha ideato.
“Marketing e design” sono come “accetta e albergo”: puoi startene in albergo davanti al camino, oppure puoi farti inseguire da Jack Nicholson che vuole “destrutturarti”…
Trovare una “bottega” (è una parola importante: i grandi artisti del passato avevano botteghe, non studi) che produca qualcosa con un capo ed una coda è quasi commovente in un mondo che spalanca la bocca per ogni banalità ben presentata. Un posto onesto, in cui si producono cose belle e fatte bene, l’ho trovato a San Leonardo, in Val Passiria e si chiama Spinnradl.
Cosa fa la famiglia Haller nel suo Spinnradl? Magia vera! Da una porta entrano le pecore e da un’altra escono i vestiti! Prodigioso, non trovate?
Visto che però che da Spinnradl non si vendono slogan o ammiccanti etichette, meritano rispetto e serietà e dunque…
Dovete sapere che gli Haller lavorano con la lana dal 1948, raccogliendo la materia prima (il vello tosato) dagli allevatori delle zone vicine, lavorandola prima come filato, quindi come tessuto e poi confezionando gli abiti. Franz, figlio del fondatore, per prima cosa mi porta nel laboratorio del seminterrato; i macchinari, l’atmosfera sono quelli di sessant’anni fa. Ma non c’è polvere su queste strane macchine che uncinano, carezzano, filano come zucchero e poi torcono le fibre della lana.
Il laboratorio funziona a pieno regime e qui arrivano -non proprio le pecore- ma le balle di lana greggia, che gli allevatori portano agli Haller.
Dopo che queste nuvole bianche, grigie, marroni e nere sono trasformate in caldo e robusto filo, il lavoro si sposta al piano di sopra.
Qui, con l’arte che fu di Penelope, il filo si trasforma in tessuto, il tessuto in abito. Che abiti? I classici: giacche come il Sarner e gilet, e poi i modelli nuovi -riconoscenti nei confronti della tradizione- ma dalle linee moderne e giusti per tutte le occasioni.
Se la qualità dei prodotti era caratteristica già consolidata di Spinnradl, la realizzazione delle nuove linee è frutto del gusto e della creatività di Franziska, figlia di Franz e nipote di Alois, che il mestiere lo ha imparato non solo guardando, ma anche studiando, perché la moda è divertente se fatta con serietà e competenza.
Non vi bastano i capispalla e volete coprirvi anche la testa? Ci sono i cappelli! Volete un caldo abbraccio? Prendetevi una sciarpa! E per i piedi? Calze, pantofole, o tappeti, tutti rigorosamente di lana.
Siete dei creativi e le cose vi piace farvele? Sferruzzare vi rilassa più dello yoga? Spinnradl ha gomitoli di lana multicolore, feltro e attrezzi per lavorarli in quantità.
Se da qui partono ogni giorno pacchi e pacchetti per tutta Europa, più di un perché ci deve essere. Fate un salto a San Leonardo in Passiria, troverete di sicuro qualcosa di vero, fatto bene e con una storia da raccontare.