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April 28, 2015

HomeGrown Reviews: Mia madre

Cristina Vezzaro

Titolo: Mia madre.

Regista: Nanni Moretti.

Di cosa parla: Margherita (Buy) è una regista che sta girando un film in una fabbrica particolarmente colpita dalla crisi economica, dove un nuovo acquirente, l’attore Barry (John Turturro), fatica a imporre le proprie idee (e si dimostra particolarmente negato a fare l’attore). Il suo lavoro sul set è però distratto dalla vita privata: la madre (Giulia Lazzarini, che molti avranno visto in scena al Piccolo di Milano) sta morendo in ospedale, e Margherita si affanna per gestire le emozioni che la sconvolgono, tra critiche dure (l’ex fidanzato), dubbi di inadeguatezza rispetto al lavoro e nella vita privata (la madre le rivela cose sulla figlia che lei non sospettava) e il sostegno di sempre (da parte del fratello, Nanni Moretti).

Cosa spacca: L’occhio ironico, distaccato, che Moretti posa su se stesso affidando a Margherita Buy il ruolo della regista, l’uomo che emerge accanto al regista, la capacità di narrare una storia in modo semplice, con le cose importanti e le cose del tutto casuali (e perfino inutili) che si intrecciano, come nella vita vera.

Cosa fa schifo: Alcune gag con Turturro sono simpatiche (la scena della macchina!) ma dopo un po’ stufano.

Menzione speciale: Margherita Buy, che pure recita un ruolo drammatico, per una volta sembra divertirsi davvero in questo ruolo, alter ego del regista che sa interpretare con leggerezza. (“Tu oltre a interpretare il tuo personaggio, devi stargli accanto” ribadisce imperterrita Buy – Moretti ai suoi attori sul set, senza capire davvero nemmeno lei cosa intenda dire)
Consigliato a chi: A chi riconosce alle emozioni quel posto che nella vita quotidiana si prendono da sole. A chi è pronto a lasciare andare un certo Moretti per accoglierne uno nuovo.

Voto ponderato: “Mia madre” è un film sincero, dove il dolore diventa credibile e l’assurdità della vita anche.

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