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February 2, 2015

Alto Fragile.
Frauen und uomini sul palco del Comunale

Mauro Sperandio

Debutta al Teatro Comunale di Bolzano “Alto Fragile”, progetto di TrentoSpettacoli, una riflessione sulla storia del Trentino-Alto Adige, uno sguardo ai quasi cento anni di convivenza tra realtà di lingua e cultura diverse. Emozioni e vicende di persone che la Storia -di un tempo, di oggi- ha voluto nello stesso posto, una narrazione che fisiologicamente tocca la storia di chi la porta in scena. Di questo intrico ho parlato con Maura Pettorruso, attrice torinese trapiantata a Trento, “straniera in terra di stranieri”.
© MoniQue foto - Monica Condini 2014

Alto Fragile affronta le vicende storiche di un secolo che ha profondamente segnato questa terra e la sua gente, ridisegnando confini materiali ed immateriali. Cosa traspare -non detto- dalle testimonianze raccolte?

Il nostro lavoro si è confrontato con un’ampia componente irrazionale, abbiamo trasferito quanto appreso dallo studio degli eventi storici in un testo che parla di storie personali. Abbiamo fatto tutto questo senza esprimere un giudizio, non c’è chi ha torto e chi ha ragione. Accomuna tutte le realtà il permanere di una componente culturale che sembra tramandata per via genetica, che non appartiene più alla storia attuale, ma incide in maniera istintiva nei rapporti con l’altro.
© MoniQue foto - Monica Condini 2014

Il vostro lavoro ha comportato una fase di ricerca storica-razionale sugli eventi storici, e sociologico-emozionale sulla percezione di questi fatti. Immagino che affrontare questi argomenti abbia coinvolto anche il vostro vissuto personale in una sorta di auto-analisi…
“Auto analisi” rende bene l’idea… volevamo creare un gruppo che rappresentasse le varie componenti linguistiche. Io, torinese che vive in Trentino, porto in scena il personaggio di una recente immigrata; Stefano, trentino, fa da ponte tra la cultura italiana e quella sudtirolese; Flora bolzanina di madrelingua italiana, porta in scena anche la questione sloveno-triestina; Christian, di madrelingua tedesca chiude la “gamma identitaria” degli abitanti di questa regione.
Oltre a quanto ricavato dalla lunga ricerca storica, abbiamo portato in scena la nostra personale esperienza, confrontandoci parola per parola nella realizzazione del testo.
Siamo partiti dal “contenitore Trentino -Alto Adige” per arrivare alle individualità identitarie – il vissuto dei singoli individui- muovendo da queste per giungere infine ad interrogarci su cosa rimane all’essere umano per identificarsi.
© MoniQue foto - Monica Condini 2014

L’Alto Adige viene spesso portato come esempio di convivenza amichevole tra popoli linguisticamente e culturalmente diversi. Alla luce della vostra ricerca ed esperienza personale, ritenete sia veramente così?
Alto Fragile è una riflessione drammaturgico-tatrale, ma ritengo che in questa terra, rispetto a molte altre zone di conflitto, la contrapposizione si sia sostanzialmente superata. Permangono dei disaccordi e forse ne rimarranno sempre come in tutti i rapporti di “vicinato”, ma credo che si sia creata una situazione di stabilità, che dalla diversità ha saputo ricavare un valore aggiunto.

foto: © MoniQue – Monica Condini 2014

Teatro Comunale (Teatro Studio) domenica 8 febbraio h.20.30,
di e con Maura Pettorruso, Stefano Pietro Detassis, Flora Sarrubbo, Christian Mair

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