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January 26, 2015

Altri Percorsi.bz: parte la rassegna “altra”
del Teatro Stabile che questa volta
parla proprio di noi

Franz
Per l'ultima volta prima del cambio di direzione, Marco Bernardi firma la rassegna "Altri Percorsi" del Teatro Stabile di Bolzano. Che da e per il Trentino Alto Adige, vuole essere una festa teatrale per il nostro tribolato, felice, complicato, bellissimo territorio.

Ogni anno, più o meno a quest’ora, arrivano a Bolzano gli Altri Percorsi del Teatro Stabile.
Una rassegna che guarda all’”altro” che il teatro contemporaneo può offrire, accanto a quella che qui a Bolzano si chiama la “Grande Prosa”. Le parole, i nomi, i titoli, già raccontano tutto, quello che conta però è guardare un po’ più in là e scoprire, anno dopo anno, dove ci guida il direttore Marco Bernardi, in quali meandri dell’arte teatrale ci conduce. E quest’anno conta ancora un po’ di più, visto che questi Altri Percorsi in partenza venerdì 30 gennaio, saranno gli ultimi firmati Bernardi, che lascerà dalla stagione prossima la direzione del TSB a Walter Zambaldi.

Dunque, cosa di “altro” ci propone il direttore quest’anno? Uno sguardo al territorio, un omaggio a questo Trentino Alto Adige (“Vorrei che Altri Percorsi.bz fosse una festa del teatro della nostra terra” dichiara Bernardi) che con tutte i suoi problemi e le sue bellezze, ha al suo interno anche una vena teatrale che fa scorrere sangue e anima di più o meno giovani compagnie.

Si parte dunque venerdì e sabato, con i Cababoz e “Stabile 50“, giovanissima compagnia bolzanina che con ironia racconta personaggi e storie del nostro Alto Adige, “prendendole in giro” quanto serve e quanto basta.
Ancora uno spettacolo che parla di noi, con una profonda riflessione su passato e futuro di questa terra: Alto Fragile, di Maura Pettorruso, Stefano Pietro Detassis, Flora Sarrubbo e Christian Mair, che andrà in scena l’8 febbraio. La compagnia composta da attori trentini e altoatesini racconterà la storia della complessa eredità lasciata alla nostra terra dopo la fine della Prima Guerra Mondiale, portando in scena proprio la dialettica tra due lingue e quindi tra due culture e due mondi che, seppur lontani, sono tenuti a parlarsi e a trovare modi e forme di comunicare per convivere.

E avanti, con un San Valentino (14 febbraio, per chi avesse dubbi) non convenzionale da passare a teatro, in compagnia de “Gli ultimi giorni di Frank Wedekind”, un testo scritto dallo studioso di teatro Michele Flaim. Un omaggio alla figura anticonformista e innovatrice del drammaturgo Frank Wedekind che rivivrà grazie allo stretto dialogo tra parole e musica. Sul palco, accanto a Peter Schorn nel ruolo del drammaturgo, tre musicisti del gruppoNachtcafé: Gabriele Muscolino alla chitarra, Matteo Facchin alla fisarmonica e Marco Stagni al contrabbasso, interpreteranno alcune canzoni scritte da Wedekind che, affrontando senza reticenze le tematiche ipocritamente bandite dal discorso pubblico del tempo, hanno fatto la storia del cabaret tedesco.

Il 20 febbraio arrivano le “Voci nella Tempesta”, piecé scritta e diretta da Elena Marino e interpretata da Silvia Furlan, Silvia Libardi e Chiara Superbi per la compagnia Teatrincorso – Spazio 14. Lo spettacolo rilegge dal punto di vista femminile l’esodo forzato dei trentini in Austria all’entrata in guerra dell’Italia nel 1915. Sul palco i destini e le storie di tre donne si intrecciano, così come le loro differenti reazioni di fronte alla tragedia della guerra e dell’esilio. 

Infine, il 25 marzo, “Le due vite” del compositore Marcello Fera è un melologo, vale a dire una composizione musicale in cui il testo viene rigorosamente integrato nella partitura, ispirato all´Autobiografia della leggera di Danilo Montaldi. Un libro importante pubblicato nel 1961 in cui l´autore, sensibile interprete del cambiamento sociale del secondo dopoguerra, raccolse i memoriali di cinque figure marginali del Cremonese, tra piccola criminalità e precarietà lavorativa. L´attrice Johanna Porcheddu è l´interprete di questa narrazione in prima persona; la sua voce è il quarto strumento di una partitura che impegna il Trio Conductus, trio d’archi formato da Marcello Fera al violino, Nathan Chizzali al violoncello e Silvio Gabardi al contrabbasso. 

Illustrazione dalla locandina di “Alto Fragile”, di Felix Lalù

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