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January 19, 2015

Con Bergonzoni abbiamo fatto un sacco di nessi

Miriam Marzura

Venerdì 16 gennaio, grazie all’Accademia dell’arte della diversità “Teatro la Ribalta”, è andato in scena Nessi di e con Alessandro Bergonzoni al Teatro di Gries.

Assistere ad uno spettacolo di Bergonzoni è un po’ come partecipare ad una danza, ci conduce ad un ritmo sostenuto in piroette linguistiche e giravolte letterarie che a fine spettacolo… non vi dico il mal di testa. E la prossima volta che vi capita l’occasione andate direttamente a vedere “Lo Schiaccianoci”.

Appena terminato lo show mi sentivo ubriaca di risate… e non ricordavo quasi nessuna battuta o doppio senso. Eh sì, dovevo essere proprio ubriaca… ubriaca di riso, senza aver abusato di sake. Ma oltre a me ce n’erano tanti altri che erano proprio morti dalle risate, mi chiedo come mai questo spettacolo sia ancora così gettonato, visti i risultati. Alla fine a me è andata pure bene che ero solo ubriaca. Che poi di morte si parla proprio durante lo spettacolo…

Si può morire di sete, colpiti da una pistola ad acqua… e allora forse ti salvi. Si può morire guardando la morte in faccia o vedendo solo il braccio della morte. Si può morire a teatro e so anche i nomi, ma non li faccio.”

Dopo non dite che non eravate state avvisati.

“Fate nesso”, invece è un invito… un invito a fare rete, ma non quella di cui si parla sempre. È il primo comandamento, il comandamento zero, ovvero quello di collegarci con chi ci sta attorno e di farlo nei luoghi più impensabili, con chiunque e senza precauzioni. Per ricordarsi di questa connessione Alessandro porta una fascia bianca e nera (è juventino dichiarato) sul braccio, da cui nasce il movimento “Le vite in fasce”. Non è un movimento calcistico, ma un conteggio tenuto  suo sito delle persone che nascono e muoiono: i morti sono amici che avevo, i nuovi arrivati sono amici che avrò.

Tanti applausi ad un comico eccezionale che ci ha salutati (nel senso che era finito lo spettacolo) così:

Bolzano siete dei…

… siete dèi. Direi che è un bel complimento.”

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