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January 8, 2015

Trip con Marco Bolognesi fino alla fine del futuro: ci vediamo a Sendai City

Kunigunde Weissenegger
"Sendai City. To the end of the future" di Marco Bolognesi, a cura di Valerio Dehò, è in mostra fino al 11 gennaio 2015 a Merano Arte. In seguito, la mostra si trasferisce a Bologna nello spazio ABC (17/1–15/2) e successivamente al PAN di Napoli. L'artista che vive tra Londra e Roma nell'intervista ci racconta la città del futuro che sta mettendo al mondo. – Fino ad ora ci ha mostrato solo una parte ed ha ancora molto da "confessare".

Si dice che l’inizio di un nuovo anno sia sempre un buon momento per pensare al futuro. L’artista Marco Bolognesi, nato a Bologna e attivo tra Londra e Roma, con Sendai City si è creato il suo mondo del futuro: Da elementi pop e science fiction ha costruito un nonluogo ossia una città dove “vivono” degli organismi cibernetici (e tante donne forti, orgogliose, aggressive e poco vestite), governano delle multinazionali e l’intelligenza artificiale è creatore e distruttore allo stesso momento. Le metropoli sono un collage di immaginari infantili del futuro e profezie visionare, paura dell’immobilità e insignificanza del singolo.

La storia della sua città mondo è tutta nella testa di Marco Bolognesi – ed è lì che aspetta di poter uscire ed essere raccontata con immagini, parole ed anche installazioni che sta man mano realizzando e svelando al pubblico. Della mostra mi colpiscono e impressionano soprattutto i concetti e i pensieri che l’artista ha maturato e che stanno dietro l’ampio e complesso progetto.Essi possono stimolare le nostre proprie idee e riflessioni su un futuro vicino – o lontano – e renderci testimoni della nascita di un nuovo mondo. Osservando la mostra a Merano mi sono sorte alcune domande, che ho proposto a  Marco Bolognesi.Marco Bolognesi - Sendai City 02 Metropolis 1927 vs. Sendai City – come è cambiata la nostra o la tua idea/visione del futuro?

Marco Bolognesi: Fritz Lang con il suo film ci fornì uno scorcio su un futuro possibile, visto con gli occhi di allora. Poi la sua metropoli è diventata un elemento iconografico, tramutandosi nel tempo nell’omonima città in cui è ambientato Superman, ma anche nella Gotham City di Batman. La città narrata da Lang è stata indiscutibilmente il punto di partenza per sviluppare l’idea di città del futuro e per questo la mia Sendai City è per molti versi figlia di quell’immaginario.
Sicuramente con il tempo si è generata una consapevolezza più profonda del futuro, eliminando l’equazione futuro = modernizzazione, e la fantascienza ha avuto un ruolo fondamentale in questo passaggio; è stato soprattutto grazie ad essa che si è sviluppata un’analisi delle profonde problematiche connesse all’uso della tecnologia e quindi del nostro mondo in generale. 
Per questo motivo ho deciso di far ricorso alla fantascienza, e nello specifico ad una visione distopica di futuro, per utilizzare Sendai City come una piattaforma attraverso cui prendere in esame problematiche contemporanee.

Quanto tempo ci hai messo a sviluppare la città del futuro? Se ricordo bene hai iniziato nel 2003, sono passati quindi più di 10 anni, è giunto già il momento di rivedere il progetto con occhi nuovi, contemporanei? O serve altro per rimanere visionari?

Ho cominciato a creare il mio mondo nel 2003 con il progetto Woodland, e da allora ho continuato a lavorare intorno a quell’idea, sperimentandola in molti ambiti diversi. Ne è nato un elaborato sistema di forme e significati che sedimentandosi uno sull’altro ha generato Sendai City, la mia città mondo.
Fino ad ora ne ho mostrato solo una parte, e sicuramente ho la possibilità di continuare a realizzare e a descriverne luoghi diversi, senza dover pensare ad altri mondi. C’è ancora molto da raccontare!Marco Bolognesi - Sendai City 05Se ė vero che il futuro è già iniziato o passato, viviamo in un eterno inseguimento

Il futuro è stato spesso immaginato come portatore di nuove e grandi speranze; un miglioramento della vita, un momento di pace e prosperità. Ho sempre trovato quest’idea infantile. Grazie anche al lavoro portato avanti dal cyberpunk negli anni 80 ci troviamo adesso in un momento di grandi interrogativi: Quanto la quotidianità si trasforma a causa del progresso? In cosa ci stiamo trasformando? La fine del futuro, sottotitolo della mia mostra a Merano Arte, sta a significare proprio questo.

Perché Sendai?

Sendai City non ha niente a che vedere con l’omonima città giapponese, resa tristemente celebre dalla tragedia di Fukushima, non è una città reale come Londra o Tokyo. Il termine Sendai viene dagli scritti di William Gibson, in cui troviamo appunto la multinazionale tecnologica giapponese Ono-Sendai. Tutto il mio lavoro si basa su una continua citazione di tutti i miei background:  letteratura, fumetto, cinema. Ed è appunto come omaggio e citazione a questo grande scrittore cyberpunk che ho scelto il nome della mia città mondoMarco Bolognesi - Sendai City 06Raccontaci un po’ la tua città: Cosa succede? Com’è  la vita quotidiana? Cosa serve per vivere? È una vita facile e tutti stanno bene?

Sinceramente non mi sono ancora posto il problema di cosa mangino e dove i miei personaggi vadano a fare la spesa, ma sospetto che neanche Ridley Scott quando ha concepito Blade Runner lo abbia pensato.
La creazione di una città permette di sviluppare molti temi ed è quello che succederà nelle fasi successive di questo lavoro, quando mi troverò a svilupparne nuove parti e ambientarvi nuove storie.

Perché hai scelto in parte un modo analogo per presentare Sendai City – una città (mezza) virtuale?

L’installazione The Place si basa sul primo assioma della filosofia cyberpunk, cioè che la realtà non esiste come concetto univoco, ma che è semplicemente una nostra percezione. In questo caso specifico solo attraverso un device la si riesce a vedere, e quindi a comprendere nella sua completezza. Comunemente si è portati a credere che quello che vediamo è reale, e in quanto tale esiste; quest’installazione invece si basa esattamente sul concetto opposto. 
Il diorama di nove metri quadrati rappresenta il pianeta Terra, un mondo popolato da shape che conducono la loro esistenza ignari dell’esistenza di Sendai City; vivono in un mondo di percezione ignorando totalmente la realtà. Per questo l’ho realizzato pensando alla nostra idea di metropoli, di modernità, utilizzando oggetti che vanno dai giocattoli all’utensileria. Racconta la nostra quotidianità attraverso gli oggetti che la popolano. Il mondo Bomar Universe, quello cioè visibile attraverso la realtà aumentata, è una città sospesa, è la realtà. Invisibile però agli occhi delle masse.Marco Bolognesi - Sendai City_Colori caldi vs. voce fredda – a me, eccetto il fatto che è  tutto  controllato (e io quindi probabilmente starei piuttosto dalla parte dei rivoluzionari), piacerebbe vivere in questa città. Il futuro ci dovrebbe spaventare?

Il futuro non ci dovrebbe spaventare perché è ineluttabile. Il presente stesso non è che un sentiero che ci porta verso il futuro e che non possiamo non percorrere. 
Io sono molto legato alla fantascienza sociale, a quella branca della fantascienza che si interroga sui problemi sociali contemporanei proiettandoli nel futuro; ed è in questo senso che faccio politica: avendo il coraggio di lavorare sulle tematiche contemporanee. Allo stesso tempo la mia è una fantascienza che prende molto dal passato, perché dal mio punto di vista è impossibile sviluppare un’idea di futuro prescindendo della storia.

Perché le donne sono forti e aggressive nel tuo futuro?  (ma con le bocche e gli occhi serrati, e se mi permetti, molto “sessualizzate” e poco vestite).  E c’è un esercito formato da solo donne. – Dove sono gli uomini? E come sono?  

Le donne sono forti e orgogliose, ostentano la loro femminilità che diventa punto di forza. Nella ricerca dell’essere che tende alla perfezione, gli scienziati hanno identificato il genere femminile come vincente. Se pensate al film Blue Unnatural, è evidente come gli uomini esistano, sono loro che creano le donne guerriere nei loro laboratori: Big Brain, il Dottor K, George Halles…
Se nel nostro mondo terrestre, le donne creano la vita, ma i riflettori sono sempre puntati sugli uomini, perché detengono il potere, a Sendai City l’icona del potere ha volto e corpo femminile, sono le donne che perlustrano e comandano di fatto la città.

Non hai paura che un giorno il nostro mondo possa cessare di esistere?  

Il mondo non può finire. È tutto un continuo divenire, quindi non sono affatto preoccupato.

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