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December 20, 2014

Lo Schiaccianoci di Jeroen Verbuggen: a short review

Lucia Munaro

Quando si dice “less is more”. Togliete dalla partitura il divertissement e dalla scena le decorazioni che rimandano al Natale e il racconto dello Schiaccianoci danzato sulla musica di Čajkovskij che ne risulta, se il coreografo è il giovane Jeroen Verbuggen, diventa un festoso e fastoso inno alla gioventù e ai misteri del passaggio all’età adulta della protagonista Clara. Perché il mondo dei grandi nel balletto Lo schiaccianoci della compagnia di danza Ballet du Grand Théâtre de Genève andato in scena al Comunale di Bolzano in prima nazionale, rimane solo un’appendice del favoloso mondo animato in cui hanno accesso i bambini coi loro giocattoli e sogni e chi forse riesce a restare bambino anche in età adulta. Accattivanti i passi di danza e i movimenti coreografici dei danzatori in scena che rimandano al balletto classico reinterpretandolo e arricchendolo di trovate originali. Il tutto esaltato dai costumi riuscitissimi della maison francese On aura tout vu. E a dare un tocco di magico al mondo degli adulti coi loro balli e regole di società ai quali l’adolescente Clara fatica ad adattarsi un enorme lampadario barocco riempie la scena. Ancor più magico il cielo stellato sul cui sfondo avvengono le trasformazioni del giocattolo in principe e del principe in uomo con muscoli, pelle, ossa e cuore come suggerisce l’originale costume. Finché la favola ha il suo corso e la protagonista trova il proprio linguaggio. A dimostrare che anche una favola o un balletto possono essere lezione di vita.

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