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November 26, 2014

Romeo e Giulietta, ancora e per sempre

Anna Quinz
Parte lunedì 1 dicembre la stagione di danza della Fondazione Teatro Comunale di Bolzano con un classico dei classici: Romeo e Giulietta. Nella rilettura contemporanea del coreografo Mauro Candia.

Sono davvero poche le storie che hanno avuto tante riletture e interpretazione quante quella di Romeo e Giulietta. La più celebre vicenda d’amore di tutti i tempi ha ispirato fin dalla sua nascita dalla penna di William Shakespeare migliaia di musicisti, artisti, coreografi, registi. Una storia che è diventata una sorta d patrimonio dell’umanità, un racconto iconico delle questioni d’amore, la più mitologica rappresentazione del sentimento più grande del mondo. Chiunque conosce le vicende dei Montecchi e Capuleti, chiunque ha sognato nel proprio intimo di trovarsi sopra o sotto a un balcone a parlare di rose e di albe che non vorrebbe mai veder arrivare, chiunque si è sentito un po’ Romeo e un po’ Giulietta quando per amore ha sofferto, combattuto, lottato.

Eppure, nonostante tutto, la storia dei due amanti veronesi, non smette mai di emozionare e di conseguenza di essere riproposta in nuove riletture e interpretazioni. Come quella che – in danza –porterà a Bolzano al Teatro Comunale lunedì 1 dicembre (ore 20) la Osnabrück Dance Company nello spettacolo “Romeo e Giulietta” con la coreografia di Mauro De Candia, che per consegnare al mondo la  sua storia veronese, è partito dalla celeberrima partitura originale di Sergej Prokof’ev, analizzando lo spartito insieme a Martin Räpple che ha curato le rielaborazioni musicali in chiave contemporanea innestate sull’originale.

Dunque, da un lato il lavoro sulla musica, dall’altra la messa in risalto dei grandi temi universali trattati da Shakespeare nella sua più celebre tragedia: l’amore, l’odio, il conflitto. In questo senso, la rilettura di Candia si muove allargando questi temi in uno spettro più ampio, che va al di là della “contingente questione Montecchi vs Capuleti”. Il coreografo infatti fa della vicenda veronese uno spunto per allargare il suo discorso: dai macro temi del “sempre” all’attualità dell’incomunicabilità tra sessi e del conflitto generazionale.

Dieci danzatori, 80 minuti e una partitura coreografica che alterna passi a due e momenti corali, per farci entrare ancora una volta nel mondo di Romeo e Giulietta, che è poi, in realtà, il nostro mondo.  

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