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October 8, 2014

HomeGrown Reviews: “La Trattativa” di Sabina Guzzanti. Chi è stato?

Andrea Beggio

Titolo originale: La trattativa

Regia: Sabina Guzzanti

Di cosa parla:
Il tema trattato e contenuto nel titolo è appunto la discussa trattativa fra stato e Mafia (o fra mafia e Stato, in effetti su questo tema le ombre assumono diverse forme in base al punto di vista dal quale osserviamo il fenomeno). I fatti salienti fanno parte della cronaca italiana degli ultimi decenni mentre gli scenari che da questi fatti emergono hanno a che fare con l’intelligenza di chi questi fatti analizza e mette in relazione. Tutto ciò che viene messo in scena dal gruppo di lavoratori dello spettacolo, come li definisce Sabina Guzzanti, non è una novità; buona parte di ciò che si narra è contenuto nello spettacolo di Travaglio “è Stato la Mafia”. 

In entrambi i lavori, il concetto di trattativa viene contestualizzato e interpretato quindi non solamente rispetto ad eventuali accordi fra parti dello Stato e criminalità organizzata ma, al contrario, fa discendere da ciò una precisa politica di coabitazione che ha determinato gli equilibri politici prima e dopo il periodo stragista (pre e post forza italia).

La tesi forte sia dello spettacolo di Travaglio che della “Trattativa” è che gli accordi Stato-Mafia siano stati una diretta condanna a morte per tutti coloro che in vario modo erano impegnati contro la criminalità. Forse uno dei pochi che di queste torbide connessioni aveva intuito l’esistenza e la pericolosità fu proprio Borsellino. L’alleggerimento delle norme riguardanti l’isolamento dei boss mafiosi, norma voluta da Falcone per indebolire l’organizzazione criminale, diviene quindi merce di scambio utile a far cessare le stragi da un lato ma a ipotecare lo Stato dall’altra.

Cosa spacca:
E’ complicato descrivere “la trattativa”. Innanzitutto mescola personaggi veri e interpretati e a volte, per fortuna, le due dimensioni si sovrappongono. Di base è un documentario ma conserva l’espressività e in questo caso la qualità, in particolare per quanto riguarda la fotografia, è quella di una buona fiction. Vengono proposti molti momenti di tipo televisivo con bruschi passaggi dal realismo della scena all’artificiosità del set televisivo. Se Sorrentino dovesse mai fare un documentario penso che potrebbe assomigliare a questo bel lavoro della Guzzanti.

Cosa fa schifo:  
Non posso dire che fanno schifo ma le musiche di Piovani non brillano per originalità e ricoprono il tutto con quel sottile strato polveroso di “atmosfera da cinema italiano” di cui questo innovativo esperimento cinematografico non ha alcun bisogno.

Menzione speciale:  
Questo film, che potremmo definire pasoliniano, ci parla con coraggio, intelligenza e capacità di analisi, qualità che nel panorama culturale – politico italiano sono un’assoluta eccezione. 

Consigliato a chi: Dovrebbero proiettarlo in tutte le scuole.

Voto ponderato: 8.

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