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October 7, 2014

Oltre la facciata – Hinter der Fassade. Backstage #03 [Vivere senza dimora]

Text Sarah Trevisiol
Photography Matteo Vegetti

Questa è la storia di una persona che mi ha toccato profondamente, non solo per le difficoltà subite, ma anche per la sincerità nel raccontare le proprie debolezze e mancanze, cercando di mantenere comunque lo sguardo alto.

Auguro ogni bene a questa persona ovunque essa sia al momento, nella speranza che possa ritrovare un po’ di luce sul proprio cammino.

Sono stato un giocatore professionista di scacchi per circa vent’anni, ho viaggiato l’Europa e i Balcani girando da un torneo all’altro. Col tempo però il gioco sembrava non importare più a nessuno, il numero di tornei diminuiva e gli organizzatori non pagavano. Non avevo più soldi, non sapevo fare altro, gli scacchi erano la mia vita e senza mi sentivo perso.

Mia moglie mi ha lasciato, ha preso i nostri figli e si è trasferita in Svezia. Sono rimasto solo e, da un giorno all’altro, mi sono ritrovato per strada. Ho continuato a viaggiare in cerca di un nuovo inizio, senza successo.

In Grecia ho incontrato il mio compagno più fedele, Greco, il mio cane. Era buono e si faceva accarezzare da tutti, mi seguiva ovunque. Sapevo sempre cosa stesse pensando e ci aiutavamo a vicenda. Per chi è solo, un amico al proprio fianco vale più di ogni tesoro. Un mattino non l’ho più trovato, era sparito. Sono certo che non sia scappato, perché non l’avrebbe mai fatto. Sono sicuro che sia stata la polizia greca a portarmelo via perché spesso cerca di catturare i cani randagi. Greco però non era randagio, era il mio cane. Probabilmente li ha pure seguiti con curiosità, non abbaiava mai, era sempre alla ricerca di coccole. Ancora oggi se penso a lui mi piange il cuore, il mio migliore amico, scomparso così, senza motivo.

Ora non ho più nessuno e la mia solitudine mi logora dentro. Mi uccide giorno dopo giorno. La cosa più difficile è la mancanza di prospettiva, il fatto di non vedere via d’uscita da questa condizione di vita. Ci sono giornate in cui mi scoppia la testa e non voglio alzarmi. Sono quelle le giornate più difficili, in cui l’unico in grado di consolarmi sembra essere il buon vecchio vino, perché annebbia e fa dimenticare.

Per fortuna, a volte, qualcuno si ferma ancora a giocare a scacchi con me… e solitamente vinco io.

Per saperne di più leggete anche i primi due articoli di “Oltre la facciata” qui

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