Music

July 16, 2014

La “balkan sexy music” della Babbutzi Orkestar @ Volxsfesta: “Dannata vodka!”

Marco Bassetti
Strepitosa intervista alla Babbutzi Orkestar, tra musica, surf, pitbull, praline di cioccolato e, naturalmente, fiumi di vodka. La colorata banda specializzata in “balkan sexy music” sarà ospite venerdì 18 luglio della prima serata della Volxsfesta sui Prati del Talvera a Bolzano.

Torna la Volxsfesta (venerdì 18 e sabato 19 luglio) sui Prati del Talvera a Bolzano. Giunta alla ventesima edizione, col suo ricco programma all’incrocio tra cultura, gastronomia e musica popolare la festa organizzata dell’Associazione Tandem Kulturverein si conferma come uno degli eventi imperdibili dell’estate altoatesina. A chiudere in bellezza la prima delle due serate danzanti (venerdì 18 luglio) ci penserà la Babbutzi Orkestar col suo incandescente intruglio di folk, punk e musica balcanica, noto anche come “balkan sexy music”. E sarà così che nella rinominata Piazza Alexander Langer esploderà la festa! Abbiamo scambiato due parole con Gabriele Roccato, che della banda è voce raminga.

Quali sono gli ingredienti necessari per cucinare un buon pezzo in stile “balkan sexy music”?

L’ingrediente fondamentale è una buona dose di follia, a cui noi piace aggiungere a piacimento un po’ di folk da osteria, mescolato ad una ottima salsa di surf music ed insaporito con del psycho-rolla-ignorant-punk. Il tutto servito su un letto di musica balcanica della specie più violenta ed innaffiato con dell’ottima vodka!  

Ecco, dove nasce questa folle passione per i Balcani? Oltre che per la vodka…

La passione è nata circa una decina di anni fa al buon professore Emiliano Bianchi che, qualche anno dopo, ha pensato bene di contagiare il cantante della Babbutzi Orkestar, ovvero il sottoscritto. Insieme sette anni fa abbiamo deciso di formare questo strano e funambolico ensemble, che nel corso degli anni ha poi cambiato volti e suoni; per esempio lo stesso Emiliano oggi non fa più parte della formazione, anche se continua a sostenere ed intervenire nel progetto dall’esterno. Inizialmente la banda era più vicina ad un suono prettamente tradizionale est-europeo, andavamo a ricercare suoni e a scavare musiche sempre più popolari e gitane. Poi, nel corso della crescita della formazione, dell’esperienza live e dei repentini cambi all’interno del progetto, anche il suono è cambiato e si è evoluto, ma soprattutto si è arricchito! Oggi credo che la Babbutzi Orkestar abbia trovato una propria identità, alimentata in gran parte dall’energia che esplode durante i live.

Il vostro ultimo lavoro “Vodka, Polka & Vina” segna un cambio di rotta verso sonorità più elettroniche, punk, addirittura surf… Vi capita di cavalcare le onde imbottiti di vodka?

Purtroppo ci capita di cavalcare molte cose imbottiti di vodka… Dannata vodka! Questo disco rappresenta quello che la banda ha costruito in tutti questi anni, i quali ci hanno visto sperimentare e scavare alla ricerca di nuove sonorità che potessero supportare le classiche ballate gipsy: il risultato ci ha molto soddisfatto, in quanto era proprio quello che volevamo. In realtà, proprio per l’obiettivo di trovare il suono giusto, questo disco ci ha messo quasi tre anni ad uscire, o meglio ad essere rifinito e prodotto: i brani sono stati scritti già tre anni fa! Però quello che abbiamo partorito è senza dubbio coinvolgente ed attuale ed il riscontro del pubblico, sia italiano che non, è assolutamente eccezionale. Siamo veramente orgogliosi di quello che abbiamo fatto e siamo felici di poter portare in giro quello per cui abbiamo sudato: chiaramente noi sudiamo vodka…

In tutto questo che ruolo ha giocato l’elettronica?

Le sonorità elettroniche hanno fatto un po’ da contorno ai temi in stile prettamente balkan ed il vortice timbrico che si è creato ci è piaciuto molto. In più abbiamo sfruttato gli ascolti musicali e le singole esperienze di ogni membro, e questo ci ha portato anche ad inserire delle sonorità più aggressive: suoni sicuramente più vicini al rock, al punk, alla surf music… Una miscela esplosiva! Ed esplosiva sicuramente è l’energia sul palco durante i concerti, che poi è quello che più ci contraddistingue e per cui siamo conosciuti in giro.

Il singolo estratto dall’album s’intitola “Sciu Sciu Le Praline”… Le praline?

“Sciu Sciu Le Praline” è uno dei primi nati, tra i brani del nuovo disco. È un brano nato su una spiaggia in Corsica, in cui c’era un aitante giovane abbronzato che vendeva delle praline di cioccolato, vendita accompagnata da una cantilena continua che diceva: “Sciu sciu le praline, tous le monde sciu sciu le praline…” Frase che ci è entrata in testa e da lì non ha più voluto saperne di spostarsi! Quindi perché non trasformarla in una canzone? Canzone che parla di un belloccio che riesce a vendere le sue praline conquistando e frantumando i cuori di ogni donna, dai 15 ai 90, armato di charme e sensualità.

Al centro dell’album spicca la rilettura di “Buonasera Signorina” di Fred Buscaglione. Perché questo pezzo?

La scelta di questo brano non è prettamente legata all’artista, forse è stata più una scelta causale. Volevamo inserire la cover di un classico italiano e “Buonasera Signorina” era un pezzo che si prestava ad un arrangiamento in stile “balkan sexy music”. In più il pezzo parla di una delle cose che a noi piacciono di più… Il lavoro è avvenuto un po’ come per tutti gli brani che compongono il disco: l’idea dell’arrangiamento è nata nella cosiddetta “cameretta”, con una chitarra, un’idea, una bottiglia di buon vino, carta e penna, e visto che siamo nel 2014 anche un buon computer ed una scheda audio. Poi siamo passati allo step successivo, in studio, dove l’idea è stata sviluppata.

Dal vivo, questo spericolato incontro di culture e sonorità si trasforma in uno spettacolo danzante di natura alcolica caratterizzato da un’esecuzione “turbo-pitbull-folk”… Posso capire “turbo-folk”, ma pitbull?

È una delle altre cose che ci piacciono tanto!

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