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May 12, 2014
Sinestetico Strauben #08. Rosa Sclerotico Erotico
Mauro Sperandio
Rosa
Il pontiletto di legno sembrava sospeso sul lago, lì, bambini, si videro per la prima volta, compagni di giochi, il tempo di un’estate. Il destino e dei provvidi amici, fecero rincontrare Theresa e Florian nello stesso posto, dopo alcuni anni, ormai pronti per Amore.
Theresa era bella come non mai, i suoi occhi blu scintillavano, come fosse già davanti all’altare. Quando Florian le aveva chiesto “Vuoi sposarmi, per sempre?” il suo cuore di ragazza si era fatto galoppo, lasciandole fiato solo per un sicuro e già solenne “Sì”. Ora, il vestito smeraldo di lei e la camicia perla di lui si fondevano in un abbraccio: due preziosi incastonati nell’oro. Il lago di Caldaro, al tramonto, si era fatto astro in terra. Leggera, la brezza scomponeva in mille riflessi il potente dono del sole.
Trionfo d’amore, benedetto dal Cielo, per sempre.
Sclerotico
<<Porci! Maledetti!>> il pontile tremò sotto i passi del furibondo signor Hafner. I suoi ottant’anni non avevano intaccato la stazza del Kaiserjäger impavido, solo la testa ormai aveva perso compostezza e lucidità.
<<Sieglinde, lurida sgualdrina! Chi è questo anemico disertore? Che fate, senza vergogna, lordando il mio nome, calpestando il nostro amore?>>
<<Signore>> disse con dolcezza la ragazza, <<credo si sbagli, io mi chiamo Theresa e lui è il mio fidanzato!>>
<<Taci, vacca!>>, si infervorò l’anziano <<Le ballerine di Parigi hanno più decenza, e, ad essere onesti, ben più mestiere di te…>>
I fidanzati avevano chiaro il fatto che l’anziano stesse sragionando; con un guizzo d’astuzia, Florian decise di stare al gioco, assecondandolo:
<<Signore, la Vostra impertinenza non può restare impunita! Vi sfido a duello: qui, domani, alla stessa ora.>>
Senza tanti convenevoli, senza aspettare domani, ma puntuale tanto da non aspettarselo, il signor Hafner sferrò un potente pugno in faccia al promesso sposo. La camicia di perla si tinse di rubino.
Nel frattempo, con scarso tempismo, sopraggiungeva il figlio del picchiatore che, profusosi in grandi scuse, allontanava il padre -ora calmo e soddisfatto- dal pontile.
La quasi vedova, non ancora sposa, cercava di rianimare il suo promesso che giaceva ora sul tiepido tavolato.
Erotico
Sulla riva, a pochi metri dal pontile, il giovane Bruno se ne stava sconsolato. Aveva pranzato in dieci minuti per iniziare, e quindi terminare, i compiti al più presto. Giorni prima, pochi ma tutti di pioggia, tra i vari regali di compleanno, aveva ricevuto una magnifica canna da pesca. La prima tutta sua, un regalo da uomini. Era sicuro che il tempo buono e il nuovo attrezzo da pesca gli avrebbero portato numerose prede, l’arrivo del tramonto lo avrebbe visto sconfitto.
Per più di due ore, il giovane pescatore era rimasto in silenzio, concentrato ora sull’ultimo occhiello della canna, ora sul galleggiante, non badando a null’altro, cercando di ingannare i pesci con inviti telepatici.
Lo strappò a questa meditazione un sonoro “Taci vacca!” che proveniva dal pontile.
Divertito dalla scena, si fece anche interessato quando notò la scollatura della ragazza spaventata: due semisfere paonazze sobbalzavano come il galleggiante non aveva mai fatto per tutto il pomeriggio.
Quando il signor Hefner piazzò un cazzotto al povero Florian, Bruno -tra sé e sé- lodò l’efficienza di quello che credeva un nonno geloso della virtù della nipote. Non per moralismo o senso di giustizia, ma perché la scena sovvertiva lo scontato e dunque entrava nella categoria del “casino”, mood a lui sempre gradito.
Quando il vecchio fu allontanato, Theresa si chinò a terra, cercando di rianimare il malconcio fidanzato. La grande apprensione non le permise di accorgersi che una folata di vento le aveva sollevato la gonna, mostrando, ad un sempre più interessato Bruno, ciò che avrebbe voluto celare.
La limpida concentrazione del giovane pescatore venne meno e il pensiero si fece torbido.
Senza che Bruno se ne accorgesse, la canna fremette.
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